Il caldo torrido e prolungato che ha caratterizzato buona parte di luglio ha “disinnescato” la bomba demografica che il clima fresco e piovoso del mese precedente aveva attivato per la popolazione della mosca della frutta (Ceratitis capitata).
Il dittero, infatti, aveva fatto una precoce comparsa infestando i frutti negli impianti di drupacee in raccolta o maturazione ma con picchi di temperatura superiori ai 40 °C le catture si sono notevolmente diradate. Non bisogna mai abbassare la guardia, però, perché questa specie, anche in condizioni estreme di calore e umidità, si avvantaggia del microclima più “temperato” che l’irrigazione crea nei frutteti (come è successo nell'annata 2022).
Fatto confermato dall’andamento dell’infestazione nei campi monitorati in agosto, anche in quelle aree dove nella seconda metà del mese è tornato il caldo torrido. In questo periodo, inoltre, si riduce drasticamente la disponibilità di frutti suscettibili (la maggior parte dei fruttiferi in Italia meridionale sono già stati raccolti e gli agrumi non sono ancora in maturazione) con una conseguente concentrazione delle popolazioni di mosca negli impianti di varietà tardive di susino e pesco in maturazione.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Oltre alla mosca della frutta, in questo periodo vanno considerati anche altri fitofagi carpofagi e il controllo deve basarsi sulla integrazione di pratiche e prodotti che siano in grado di agire su diversi gruppi di insetti, geneticamente e con caratteristiche molto diverse ma accomunati dal fatto che si nutrono direttamente dei frutti, danneggiando direttamente la produzione.
I principali lepidotteri carpofagi che interessano le drupacee in questo periodo sono le cidie del pesco e del susino (Cydia molesta e C. funebrana) e l’anarsia (Anarsia lineatella). Dove i lepidotteri non sono controllati con la confusione sessuale, gli eventuali interventi chimici andranno effettuati possibilmente con prodotti attivi sia sulle cidie che sui ditteri, in modo da controllare entrambi i gruppi di fitofagi.
La difesa dalla mosca della frutta
Per il controllo della mosca della frutta su drupacee sono registrati vari piretroidi e l’etofenprox, adulticidi con tempo di carenza di 3-7 giorni, con attività di contatto e scarsa persistenza, utili in interventi di chiusura o tra un turno di raccolta e l’altro.
Tra i neonicotinoidi, acetamiprid è l’unico prodotto registrato per la mosca; è un prodotto sistemico in senso ascendente e la sua capacità di penetrazione nei frutti, per colpire le larve, è inversamente proporzionale al grado di maturazione.
Resta una maggiore scelta tra i prodotti insetticidi attivi contro i lepidotteri carpofagi. Ai già citati etofenprox e acetamiprid, si aggiungono spinetoram, clorantraniliprole, emamectina e tebufenozide, ciascuno con caratteristiche e modalità di azione diverse. Per i trattamenti ammessi in biologico, oltre lo spinosad ed il Bacillus thuringiensis è possibile utilizzare il virus della granulosi specificamente per la cidia del pesco.
Tornando alla mosca della frutta, anche in considerazione della ridotta disponibilità di insetticidi larvicidi spiccatamente penetranti, per le varietà più sensibili, con catture di adulti e presenza di condizioni predisponenti (qualche piovasco e clima caldo-umido), è necessario ricorrere a strategie preventive, iniziando i primi trattamenti in preinvaiatura, in modo da proteggere i frutti dalla fase in cui diventano suscettibili all’attacco (invaiatura) fino alla preraccolta.
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