Sono il reggiano Marco Franzoni per il tondo e i parmensi Stefano e Marina Bosco per il datterino i vincitori del Pomodorino d'oro Mutti 2023, il premio istituito 24 anni fa dall'azienda di Montechiarugolo per riconoscere ai propri conferitori la qualità del pomodoro da industria che coltivano e stimolarli a fare sempre meglio. A darne notizia è una nota di Mutti.
Campagna complicata
A valle di una campagna di lavorazione del pomodoro da industria caratterizzata da una partenza tardiva - si legge nel comunicato - a causa delle avverse condizioni climatiche di maggio e giugno e da un incremento senza precedenti del prezzo del pomodoro, che ha toccato la cifra di 150 euro a tonnellata (+38% sul 2022), Mutti ha pienamente centrato l’obiettivo della qualità grazie all’impegno delle oltre 800 famiglie di agricoltori conferitrici della materia prima poi trasformata dall’azienda. Impegno, questo, che anche quest’anno è stato riconosciuto e premiato attraverso un ampio programma di incentivi economici, che si aggiungono al prezzo concordato per il pomodoro da industria e che contribuiscono a stimolare un circolo virtuoso a favore della qualità della materia prima, pari a 5,7 milioni di euro distribuiti lungo tutta la filiera.
Nuove categorie per riconoscere la qualità
Oltre agli incentivi, per Mutti il massimo riconoscimento per la qualità della materia prima è il Premio Pomodorino d’Oro Mutti, giunto nel 2023 alla sua 24esima edizione. Nato per valorizzare la qualità del pomodoro conferito e l’impegno dei migliori agricoltori che hanno contribuito alla buona riuscita della campagna di lavorazione del pomodoro, e stimolare un processo di costante miglioramento della materia prima.
Oltre al pomodoro tondo, storico premio presente sin dalla prima edizione, sono stati premiati anche il miglior pomodoro lungo e pomodoro ciliegino, le specialità del Sud Italia che saranno premiate il 10 novembre a Cerignola (FG), e per la prima volta il pomodoro datterino.
Ad aggiudicarsi il primo posto per il pomodoro tondo è stata la Società Agricola Franzoni, gestita da Marco Franzoni e dalla sua famiglia nelle campagne di Gualtieri (RE). La famiglia Franzoni è stata pioniera, in stretta collaborazione con Mutti, del progetto Instafactory, per trasformare il pomodoro in passata direttamente sul campo, e si è particolarmente distinta negli anni, tanto da detenere il record di trofei del Pomodorino d’Oro Tondo Mutti, vinto sei volte dal 2010. Per il pomodoro datterino, unica delle quattro categorie che vede competere entrambe le filiere, Nord e Sud, ad essere premiata è stata l’Azienda Agricola Bosco, di Stefano e Marina Bosco, situata a Coenzo (PR).
Franzoni, per la sesta volta dal 2010 il miglior tondo
«Quando abbiamo preso in gestione l’azienda agricola, da nostro padre, abbiamo continuato a dedicarci con passione alla coltivazione del pomodoro, per il quale da sempre abbiamo un’attenzione particolare – ha commentato Marco Franzoni, ritirando il trofeo per il pomodoro tondo –. La collaborazione con Mutti, in questi anni, è stata sempre positiva, dai primi passi del progetto Instafactory, che ci ha subito conquistati, ad oggi, nuovamente premiati con il Pomodorino d’Oro. È una vittoria che ci riempie di soddisfazione, perché è il segno di una riconoscenza sincera nei confronti della filiera».
Bosco, la prima volta del datterino
«Collaboriamo da diversi anni con Mutti ed è sempre stato uno scambio proficuo – ha aggiunto Stefano Bosco, vincitore del Premio Pomodorino d’Oro datterino –. Già nel 2016, con l’inclusione tra le 40 migliori aziende conferitrici di pomodoro tondo, abbiamo avuto un riconoscimento importante del nostro impegno e del nostro lavoro. Oggi, come primi vincitori di sempre del trofeo per il pomodoro datterino, non possiamo che rinnovare l’orgoglio per essere partecipi del progetto Mutti».
«Questa è la 24esima edizione del Pomodorino d’oro – ha dichiarato l'amministratore delegato dell'azienda parmense Francesco Mutti –. Siamo passati attraverso i decenni partendo da una piccola stanza dove premiavamo tra 15 agricoltori quello che era il migliore e via via crescendo. Questa crescita credo sia la stessa che hanno avuto i nostri agricoltori e che ha avuto la nostra azienda: la capacità di traguardare qualcosa non nel breve termine ma nel lungo e per costruire un progetto che generi valore per tutti».