Batteriosi del ciliegio problema mai risolto

Cancri con emissione di gomma
La gestione dei batteri associati al deperimento del ciliegio è molto difficile, in particolare negli impianti ad alta e altissima densità. Vediamo come si manifesta la sindrome e come intervenire

Da diversi anni si assiste a un lento declino di impianti di ciliegio, in particolare di quelli abbastanza “datati”. Sono stati chiamati in causa problemi diversi, spesso tutti riconducibili a un generale stato di “abbandono” delle coltivazioni. La cerasicoltura tradizionale si basa ancora su piante di elevate dimensioni e non correttamente gestite dal punto di vista agronomico e fitosanitario. Il cambiamento climatico ha ulteriormente messo a dura prova la coltura, che tollera male elevate temperature, carenze idriche e stress fotossidativi. La somma di questi e altri fattori hanno sicuramente influito sulle difese endogene della pianta e sul grado di resilienza allo sviluppo di batteriosi.

Il batterio responsabile

La sindrome “deperimento del ciliegio” si manifesta con disseccamenti delle branche principali, accompagnati, molto spesso, da emissioni gommose e/o deperimenti generalizzati. Più da vicino le piante colpite mostrano estesi cancri longitudinali sulle branche, formazioni tumorali al colletto e disseccamenti delle parti distali dei rami dell’anno. Fra i patogeni sono stati rilevati con più frequenza Pseudomonas syringae pv. morsprunorum, Agrobacterium tumefaciens (nome scientifico aggiornato Rhizobium radiobacter), Armillaria spp., Phytophthora sp., alcuni scolitidi (Scolytus rugulosus) ecc.

Un ruolo primario è stato attribuito al batterio P. s. pv. morsprunorum. Il batterio fitopatogeno P. syringae è suddiviso in numerose pathovar, due delle quali infettano il ciliegio: la pv. syringae e la pv. morsprunorum. Mentre la prima è molto polifaga e attacca diverse specie frutticole e orticole, la seconda è particolarmente pericolosa e aggressiva sul ciliegio.

I sintomi caratteristici della batteriosi sono dati da cancri o depressioni dei tessuti corticali con imbrunimento dei tessuti vascolari e fuoriuscita di flussi gommosi. Quando l’infezione circonda completamente il ramo/branca si ha l’avvizzimento completo. Le gemme possono necrotizzare, mentre le foglie presentano maculature dapprima idropiche che, in seguito, assumono colorazione rossastra e necrotizzano con, a volte, alone clorotico. In casi gravi si possono avere estesi ingiallimenti e filloptosi. Una caratteristica molto importante di questo batterio è la microtermofilia, ossia la preferenza per condizioni di temperatura mediamente fresche, tipiche del periodo primaverile. In effetti la temperatura ottimale per la crescita è intorno a 24-26 °C, ma già a 20 °C questo Pseudomonade può riprodursi e dar origine a nuovi cicli infettivi. Il batterio sopravvive nei cancri e nelle gemme; da qui può colonizzare, epifiticamente, le foglie, per poi penetrare nella pianta attraverso le cicatrici fogliari. Non è in grado di nucleare il ghiaccio.

Cancri con emissione di gomma

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Prevenzione più che difesa

La gestione della batteriosi è molto difficile, in particolare negli impianti ad alta e altissima densità, dove sono necessari frequenti interventi cesori per gestire le dimensioni della chioma.

I trattamenti fitosanitari più importanti sono quelli effettuati in autunno-inverno e primavera, in condizioni particolarmente favorevoli al verificarsi di ferite che potrebbero favorire l’entrata del batterio nella pianta. Lo scopo è quello di ridurre/abbattere le popolazioni batteriche epifitiche prima che queste possano penetrare nei tessuti vegetali. Meno importanti appaiono i trattamenti in estate poiché il batterio, trattandosi di una specie microtermofila, mal si adatta alle elevate temperature e, quindi, riduce la sua attività patogena. Fondamentali risultano anche l’eliminazione totale delle piante infette e la scelta di cultivar tolleranti, oltre una corretta gestione agronomica del terreno, in particolare nella parte della fertilizzazione e irrigazione.

Batteriosi del ciliegio problema mai risolto - Ultima modifica: 2024-04-08T17:31:37+02:00 da K4

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