«La Pac torni a perseguire gli obiettivi per cui è nata»

Lollobrigida
Lo sguardo sul futuro del ministro dell’Agricoltura: «L’Europa deve sostenere il reddito degli agricoltori, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari e il presidio dei territori rurali anche con adeguati stanziamenti»

I primi 20 mesi da ministro, il Dl Agricoltura, la prossima Pac, la nuova Commissione europea, il Piano Mattei e il G7 Agricoltura. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida spiega cosa è stato fatto e cosa c’è ancora da fare per garantire un futuro sostenibile al settore primario italiano.

In questo anno e mezzo da ministro ha avuto modo di toccare con mano realtà trasversali del sistema agroalimentare. Qual è la criticità maggiore che attanaglia il comparto?

«Ho ascoltato molti agricoltori e allevatori in questi mesi, senza i quali non sarebbe stato possibile essere la Nazione della qualità e dell’eccellenza alimentare. Purtroppo negli anni il loro ruolo è stato svilito da politiche sbagliate, incentrate su un concetto di sostenibilità ecologica eccessivamente spinta. Il Green Deal ha preso di mira il settore agricolo, negando la sua funzione originaria legata alla conservazione e protezione del territorio, al garantire prodotti di qualità e alla valorizzazione delle aree rurali. Gli agricoltori sono stati visti come un problema. Il mondo dell’agricoltura ha vissuto sulla propria pelle questo atteggiamento ideologico, che ha danneggiato l’intero settore e che è sfociato nelle proteste dello scorso inverno. In Europa ci siamo battuti per valorizzare l’agricoltura e difendere il legame millenario tra terra, popolazione, allevamento e cibo. Il raggiungimento degli obiettivi climatici deve essere economicamente e socialmente sostenibile, senza approcci ideologici, obiettivi irraggiungibili e oneri sproporzionati per cittadini e imprese».

La prima uscita della premier Meloni è stata al villaggio Coldiretti. Il legame del governo all’agricoltura è stato subito chiaro. Così come la volontà di essere più incisivi in Europa. In questa scelta dichiarata di voler mettere il settore primario al centro quali sono state le maggiori difficoltà?

«Purtroppo c’è da constatare che mentre negli altri Stati europei i diversi schieramenti politici discutono al loro interno ma poi si mostrano compatti, con un’unica voce nei consessi internazionali, in Italia troppe volte accade il contrario. Quando la politica italiana invece fa fronte comune, al di là delle divisioni politiche e nell’interesse della Nazione e a tutela delle nostre eccellenze agroalimentari, è vincente».

È soddisfatto del risultato delle recenti elezioni europee?

«Dopo anni di lassismo e di una politica piegata agli interessi degli altri Stati europei, diversi e spesso in contrasto con il nostro modello di agricoltura, con il Governo Meloni c’è stato un reale cambio di passo, che ci hanno riconosciuto anche a Bruxelles. Il nostro peso si è fatto sentire su tanti dossier sui quali l’orientamento è progressivamente cambiato e sta prevalendo il buon senso. Dalle norme su emissioni, packaging, fitofarmaci, rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria. Non siamo disposti a sacrificare la produzione e mettere a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile. C’è ancora da lavorare e la nostra attenzione rimarrà ovviamente alta».

Quale sarà la prima sfida agricola del nuovo Parlamento Ue?

«La nuova Commissione dovrà lavorare per far sì che la Pac si riavvicini, seppur in chiave moderna e sostenibile, ai suoi obiettivi originari, cioè quelli di protezione della produzione alimentare, sicurezza degli approvvigionamenti e sostegno al reddito agricolo. L’Italia, con il supporto del Parlamento europeo, rivisto profondamente nella sua composizione, chiederà alla nuova Commissione di identificare nuove strategie di intervento, sia nell’immediatezza che nella Pac post 2027, riprendendo il ragionamento anche sul tema di adeguate allocazioni finanziarie, funzionali al sostegno del reddito degli agricoltori e al presidio dei territori rurali».

Recentemente è stato approvato il Decreto legge Agricoltura in Senato con oltre 500 milioni di euro di interventi. Si è fatto il massimo per il settore o si poteva fare di più?

«Nel Dl Agricoltura abbiamo puntato su una serie di strumenti funzionali per rendere più competitivo il settore e affrontare le criticità legate ai cambiamenti climatici e alle fitopatie. Abbiamo voluto sostenere le imprese in difficoltà, contrastare le pratiche sleali, la peste suina africana, la brucellosi, la tubercolosi bovina, salvaguardare il suolo agricolo dall’installazione selvaggia dei pannelli fotovoltaici a terra. Inoltre, abbiamo voluto potenziare l’attività di controllo a tutela delle eccellenze agroalimentari italiane e dei lavoratori. C’è ancora molto da fare, il mio orgoglio è quello di aver risposto concretamente alle istanze dei nostri agricoltori, il cui lavoro e il futuro rappresentano per noi una priorità assoluta».

Caporalato, manodopera, click day sono temi che ciclicamente tornano alla ribalta di una poco edificante cronaca agricola. Su quali misure state puntando per invertire questa tendenza?

«Fin dal suo insediamento questo Governo ha affrontato il tema dell’immigrazione irregolare, adottando per la prima volta una programmazione triennale dei flussi di ingresso (2023 – 2025), che mira a soddisfare le richieste di manodopera delle aziende agricole, sulla base del reale fabbisogno stagionale, assicurando, contemporaneamente, un’adeguata formazione. Tra le varie misure ricordo da ultimo che grazie alla collaborazione con il ministero del Lavoro, è stato possibile, in sede di conversione del decreto-legge agricoltura, introdurre due specifici strumenti di controllo e scambio dati: il sistema informativo per la lotta al caporalato e la banca dati degli appalti in agricoltura, a cui si accompagna un generale potenziamento della capacità di controllo realizzata attraverso l’assunzione di 514 nuovi ispettori Inps e Inail».

Con il recente accordo da 420 milioni di euro siglato ad Algeri inizia a concretizzarsi il Piano Mattei. Come state pianificando gli investimenti in Africa? Che ruolo giocherà l’Italia?

«L’Italia ha fatto scuola con il Piano Mattei per l’Africa, che stiamo progressivamente implementando. Ai primi di luglio c’è stata la firma dell’accordo di Bonifiche Ferraresi Spa con il fondo nazionale d’investimento algerino, primo segno tangibile dell’impegno italiano, per creare e consolidare una partnership forte tra due nazioni attraverso un elemento che tende alla sicurezza alimentare mediante la produzione, la formazione e la valorizzazione dei loro prodotti che saranno realizzati. Il ruolo dell’Italia sarà far considerare l’Africa un Continente con più risorse, con una popolazione giovane che deve essere sostenuta e aiutata per uno sviluppo che garantisca autosufficienza alimentare e ricchezza.

Ci può anticipare quali saranno le tematiche che verranno trattate e su quali obiettivi verteranno i lavori del G7 Agricoltura in programma a settembre sull’isola di Ortigia, a Siracusa?

«Nel corso del vertice sarà discusso l’impegno per lo sviluppo delle filiere agroalimentari nel Continente africano, anche attraverso il progetto sul miglioramento della qualità delle sementi e il progetto Africampus per la formazione delle nuove generazioni. Temi che saranno approfonditi anche nel corso del forum per l’Africa che affiancherà il G7 Agricoltura in cui parleremo di sicurezza alimentare e reciprocità delle regole con i Paesi Terzi. Non solo, abbiamo voluto far precedere al G7, della durata di tre giorni, una grande esposizione del sistema agricolo e agroalimentare che vedrà la partecipazione delle Regioni, delle grandi imprese e di molti giovani, questi ultimi sono un patrimonio fondamentale sul quale lo Stato deve intervenire con un’adeguata formazione e adeguate risorse. La ministeriale sarà infatti preceduta anche dall’evento “Young Hackathon” (25-26 settembre) che riunirà studenti di scuole agrarie, insegnanti e giovani agricoltori in rappresentanza dei Paesi del G7».

«La Pac torni a perseguire gli obiettivi per cui è nata» - Ultima modifica: 2024-07-25T08:16:50+02:00 da Laura Saggio

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