Con un emendamento che reca la firma dei deputati di Fratelli d'Italia Luca De Carlo e Marco Lisei il governo propone il rinvio dell'entrata in funzione del registro telematico dei cereali, noto come "Granaio Italia", dal primo marzo 2025 al primo gennaio 2026. Lo strumento era stato chiesto a gran voce dai cerealicoltori, in particolare del Sud Italia, per tutelare il valore del grano italiano rispetto a quello d'importazione.
Diventato operativo la scorsa estate grazie all’approvazione di un emendamento al Dl Agricoltura grazie al quale sono stati superati i punti critici che avevano generato attriti nell'applicazione dello strumento e prodotto malcontento in parte della filiera, dopo la firma del decreto attuativo da parte del ministro Lollobrigida doveva entrare in funzione da marzo 2025. Ora, se l'emendamento sarà approvato, ci sarà un altro rinvio.
Obbligo di registrazione per tutti i cereali
Granaio Italia prevede lobbligo di registrazione delle movimentazioni di cereali per quantitativi annui minimi pari a 30 tonnellate per il frumento duro, l’avena, il farro, la segale, il miglio, il frumento segalato e la scagliola, 40 t per il frumento tenero e l’orzo, 60 t per il sorgo e 80 t per il mais. Dalle registrazioni sono invece escluse tutte le operazioni relative alla trasformazione dei cereali e ai cereali trasformati, nonché le aziende che esercitano, in via prevalente, l'attività di allevamento e le aziende che producono mangimi.
Sono 3 anni che si posticipa. Poi la polita ha pure, con quel poveretto di Lollobrigida e Coldiretti al seguito, hanno il coraggio di promuovere e difendere il made in Italy. Vergognatevi