In Puglia è stato scongiurato l’obbligo di riconvertire le colture agricole al biologico per poter ottenere il rinnovo o il rilascio di nuove concessioni per i pozzi irrigui, ossia per poter estrarre acque sotterranee ad uso irriguo. La richiesta di Coldiretti Puglia è stata accolta dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Con le modifiche proposte, approvate e inserite nella legge regionale n. 42/2024 (art. 183 - Modifica delle norme tecniche di attuazione del piano di tutela delle acque), il rinnovo o il rilascio di nuove concessioni adesso è condizionato o alla conversione in biologico oppure all’adesione al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi), secondo i piani della gestione dell’irrigazione conformi al disciplinare di produzione integrata approvato annualmente dalla Regione Puglia.
Una lettera di protesta sulla nuova normativa per i pozzi
![Alfonso Cavallo](https://static.tecnichenuove.it/terraevita/2025/02/Alfonso-Cavallo-205x300.jpg)
La Puglia è la regione italiana dove piove meno, con 640 millimetri in media all’anno, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo.
«L’impatto della siccità sull’agricoltura è grave, perché distrugge le coltivazioni. In Puglia ogni anno si perde l’89% dell’acqua piovana, una dispersione che la Puglia non può permettersi, considerato che l’acqua non ce l’ha e ha bisogno di importanti opere non solo per garantire l’approvvigionamento idrico per la popolazione, ma anche per assicurare acqua irrigua adeguata alle produzioni agricole, artigianali e industriali».
Eppure, proprio mentre l’agricoltura pugliese vive mesi critici a causa della perdurante siccità, la Giunta regionale pugliese aveva disposto che nelle zone vulnerabili ai nitrati il rinnovo o il rilascio di nuove concessioni per i pozzi, per l’estrazione di acque sotterranee a uso irriguo, doveva essere subordinato alla riconversione ad attività di agricoltura biologica delle colture ricadenti per almeno il 70% nell’area perimetrata.
«Coldiretti Puglia ha chiesto, in una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, un intervento urgente per la modifica della normativa regionale, affinché il rilascio di nuove concessioni all’estrazione di acque sotterranee a uso irriguo o il rinnovo di quelle in essere possa essere concesso non solo in favore delle aziende che operano in regime di agricoltura biologica, ma anche di quelle che operano in regime di agricoltura integrata o che adottano la registrazione dei dati sull’utilizzo dei concimi conformi alla legge nel Quaderno di Campagna».
Buone pratiche agronomiche, al pari di quelle biologiche
La proposta di Coldiretti Puglia, spiega Cavallo, è stata accolta considerando che l’agricoltura integrata o l’impiego dei concimi conformi alle normative vigenti in materia di salvaguarda del sottosuolo registrate nel Quaderno di Campagna sono tutte buone pratiche agronomiche, al pari di quelle biologiche, che soddisfano i processi di verifica ex ante ed ex post delle condizioni previste dalla Direttiva Nitrati.
«Resta il problema del ritardo sul rilascio di pareri e concessioni. Purtroppo i tempi di istruttoria risultano molto lunghi, anche fino a un anno per il rilascio del relativo decreto di concessione, che riveste particolare importanza anche per altri scopi, come la possibilità di accedere ai fondi comunitari dello sviluppo rurale e/o per presentare la richiesta di carburante agevolato».