Approfondire il ruolo della concimazione di fondo nella coltura del frumento. Questo il tema del webinar organizzato da Edagricole in collaborazione con Scam, che ha riunito esperti e tecnici del settore per affrontare le strategie più efficaci per migliorare l’efficienza del fosforo, elemento chiave per la resa e la sostenibilità delle produzioni cerealicole.
I relatori – il professor Marco Contin dell’Università di Udine, Daniele Bartolini, Marco Moretti e Fabio Carratù di Scam – hanno affrontato il tema da prospettive complementari, partendo da un quadro scientifico per arrivare all'utilizzo in campo di prodotti innovativi.
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Il fosforo, elemento chiave della produttività
Il professor Marco Contin ha aperto il webinar spiegando il ruolo del fosforo nella fisiologia delle piante. È un elemento presente in dna, rna, fosfolipidi e atp. In pratica, è «il motore energetico di tutte le cellule, vegetali, animali e microbiche».
La carenza di fosforo nelle prime fasi di sviluppo può ridurre la resa finale, anche se i sintomi scompaiono più tardi. L’assorbimento avviene per diffusione, un processo influenzato da tessitura, porosità e umidità del terreno. «La diffusione del fosforo verso le radici è lenta e dipende fortemente dalle condizioni del suolo». Per questo le giovani piantine, con radici ancora ridotte, hanno bisogno di una disponibilità iniziale adeguata.
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Efficienza e sostenibilità nella concimazione
Contin ha ricordato che le riserve mondiali di fosfati sono limitate e potrebbero raggiungere il picco di sfruttamento entro la fine del secolo. Anche per questo, in Europa, cresce l’interesse per pratiche che migliorino l’efficienza d’uso del fosforo.
Oggi, solo una piccola parte del fosforo dei concimi minerali viene effettivamente assorbita dalle piante. «Gran parte del fosforo somministrato resta immobilizzato nel suolo – ha spiegato Contin – sotto forma di composti poco solubili con calcio, ferro e alluminio. Ridurre questa retrogradazione è la chiave per una concimazione più sostenibile».
Le prove sperimentali dell’Università di Udine mostrano che i concimi organo-minerali aumentano la disponibilità del fosforo, migliorandone l’efficienza fino al 40%. In alcuni casi, il bilancio tra fosforo apportato e asportato è quasi perfetto, segno di un utilizzo più completo.
«Le concimazioni abbondanti del passato hanno lasciato nel terreno un’eredità di fosforo potenzialmente recuperabile. L’uso di concimi organo-minerali permette di valorizzare queste riserve latenti, migliorando la disponibilità effettiva per le piante», ha concluso Contin.
Il contributo degli organo-minerali Scam
Il secondo intervento, a cura di Daniele Bartolini di Scam, ha illustrato il funzionamento dei fertilizzanti organo-minerali e il concetto di fosfomato, tecnologia che stabilizza il fosforo e ne migliora la disponibilità.
«Il fosforo è una risorsa limitata: non può essere prodotto, ma solo estratto. Ecco perché l’efficienza diventa una priorità», ha ricordato Bartolini. Gli acidi umici presenti nei prodotti Scam complessano il fosforo e lo proteggono dal legame con calcio, ferro e alluminio, che ne ridurrebbero la solubilità.
In collaborazione con l’Università di Udine, Scam ha condotto prove su Nutrigran. Dopo 45 giorni, il prodotto mantiene una disponibilità del 28% contro il 17% del fosfato biammonico (18-46). «Questo conferma un’efficienza superiore del 30-40% rispetto ai minerali tradizionali».
Bartolini ha invitato a leggere con attenzione le etichette dei fertilizzanti: «Molti riportano il fosforo totale, ma parte è solubile solo in acidi forti e quindi inutilizzabile. Le etichette Scam indicano solo la quota effettivamente disponibile nel terreno, con pH neutro».
Le sostanze umiche non migliorano solo la disponibilità del fosforo ma stimolano anche le radici. «Nei cereali, un buon avvio radicale significa più spighe a metro quadro e una resa maggiore».
Le linee guida nazionali di produzione integrata riconoscono ormai l’efficacia dei concimi organo-minerali nella riduzione dell’immobilizzazione del fosforo e ne promuovono l’uso anche per la concimazione azotata di fondo.
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Triostam multimatrice: biostimolazione e sinergie
Marco Moretti di Scam ha presentato Triostam, un biostimolante multimatrice pensato per favorire la crescita vegetativa e la resistenza agli stress ambientali. Il prodotto combina amminoacidi, estratti di alghe e sostanze umiche in una formulazione sinergica.
«Non è un semplice mix, ma una combinazione in cui le diverse matrici interagiscono e moltiplicano l’efficacia complessiva», ha spiegato Moretti. La formulazione concentrata, ottenuta con impianti di tipo agrochimico, consente un assorbimento rapido sia per via fogliare sia radicale.
Triostam si impiega in due momenti: alla levata e alla foglia bandiera, in abbinamento ai trattamenti fungicidi. La dose consigliata va da 1,5 a 3 litri per ettaro. «Alla levata favorisce lo sviluppo vegetativo; nella fase di botticella stimola la sintesi proteica e migliora la qualità della granella».
Le prove su grano di forza hanno mostrato un incremento medio del 10% della resa e un aumento di oltre un punto percentuale del tenore proteico. «Quando un biostimolante porta un 10% in più di produzione, è già un risultato concreto – ha precisato Moretti – perché significa una pianta più equilibrata e capace di reagire meglio agli stress».
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Esperienze di campo e risultati pratici
Fabio Carratù, tecnico di Scam, ha chiuso la sessione illustrando i risultati di prove in campo su grano duro. Gli studi, condotti in collaborazione con centri prova e aziende agricole, hanno confermato l’efficacia della concimazione organo-minerale.
Le tesi comparate hanno mostrato rese simili tra due quintali di fosfato biammonico e 1,5 quintali di Nutrigran, ma con un minore apporto di fosforo e azoto. Aumentando leggermente la dose del prodotto organo-minerale, le rese sono cresciute di circa una tonnellata per ettaro, mantenendo inalterato il contenuto proteico.
«Questo dimostra che una corretta concimazione di fondo con prodotti ad alta efficienza può garantire gli stessi risultati produttivi con minori input chimici, riducendo costi e impatto ambientale», ha commentato Carratù.













