Con un decreto approvato d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni il Masaf ha stanziato altri dieci milioni di euro per i contratti di filiera di durata almeno triennale relativi alla coltivazione del grano duro sottoscritti dagli imprenditori agricoli entro il 31 dicembre 2024. Ciò significa che il contributo a ettaro passa da 100 a 200 euro. Una vera e propria boccata d'ossigeno per i cerealicoltori alle prese con quotazioni del frumento che non bastano a coprire i costi di produzione.
Nel 2025, le risorse destinate alla filiera del grano duro ammontano così a 20 milioni di euro - si legge in una nota del Masaf -. Nel biennio 2024-2025, dunque, i fondi stanziati per la filiera nazionale grano duro ammontano complessivamente a 52 milioni. Questo intervento si inserisce nel più ampio percorso del Masaf per la sovranità alimentare e la valorizzazione delle produzioni cerealicole italiane, che nel 2024 hanno coperto il 54,8% del fabbisogno nazionale di grano duro.
Sostegno concreto a produzione simbolo del made in Italy
«Con i 10 milioni di euro stanziati con questo decreto, che si aggiungono alla dotazione annuale del Fondo Grano Duro, sosteniamo concretamente una delle produzioni simbolo del nostro agroalimentare – ha commentato il ministro dell'Agrioltura Francesco Lollobrigida –. Il nostro obiettivo è garantire stabilità ai produttori, rafforzare i rapporti tra agricoltori e trasformatori e rendere la nostra Nazione sempre più autonoma sul piano produttivo».
«Investire nella filiera del grano duro significa investire nella nostra identità, nella pasta simbolo dell’Italia e nel lavoro degli agricoltori che ogni giorno rendono possibile tutto questo – ha concluso Lollobrigida –. Con queste risorse, che si aggiungono a quelle già stanziate con Coltivaitalia, continuiamo a sostenere chi produce valore, lavoro e qualità per l’Italia».
La gestione dei fondi è affidata ad Agea, che verificherà la correttezza delle domande e la conformità ai requisiti di ammissibilità per determinare l’ammontare del contributo spettante a ciascun beneficiario.











Ottimo. Però vanno pagati i contributi a noi cerealicoltori della filiera. È in arretrato dal 2021.