L’azienda agricola Carlini a conduzione familiare, situata sulle rive del Po, a Gualtieri (RE), nel corso degli ultimi anni ha deciso di investire risorse ed energie nelle nuove tecnologie satellitari. La spinta innovativa è venuta dai giovani di casa, Valeria e Mirco, che per primi hanno capito l’importanza di puntare su sistemi altamente tecnologici per migliorare la sostenibilità produttiva ed economica della propria azienda.
Il gruppo Carlini, attivo da circa quarant’anni nel settore agricolo, composto da Milena Carlini, Dante Villani, e i figli Mirco (35 anni) e Valeria Villani (37 anni), è specializzato nella produzione di cereali: Il 60% della superficie è coltivata a mais, il restante 40% diviso tra soia e grano. Milena, Mirco e Valeria si dedicano prevalentemente al lavoro nell’azienda agricola, Dante all’attività per conto terzi. L’azienda si sviluppa su una superficie di 350 ettari, tra proprietà e affitto, è dotata di un centro di essicazione e silos refrigerati per la conservazione del mais a basse temperature, in modo da eliminare muffe e parassiti con la tecnica del freddo. Il parco macchine è composto da 3 mietitrebbie, 2 trince e 20 trattori.
L’azienda produce mediamente per ettaro 12,5 ton di mais all’anno, 8 ton di grano e 4,7 ton di soia. Per quanto riguarda il mais, prima coltura aziendale, la scelta della varietà del seme da coltivare è fatta in base al terreno, nei terreni più argillosi vengono utilizzati dei mais precoci; nei terreni a medio impasto ibridi medi da 120/125 giorni; nei terreni più fertili, dove è possibile anche irrigare, dei mais da 130/135 giorni. Il mais prodotto viene venduto prevalentemente alle aziende zootecniche dell’Emilia. Il fatturato medio annuo dell’azienda agricola è di circa 600mila euro, per l’attività conto terzi il fatturato si aggira intorno ai 1,5milioni di euro.
Valeria Villani è un perito informatico con un master in marketing e commercializzazione dell’agroalimentare, lavora in azienda da otto anni occupandosi della gestione informatizzata dei software specializzati. Valeria è anche vicepresidente di Agia-Cia ed è impegnata a livello provinciale, regionale e nazionale ad elaborare nuove tecnologie a supporto degli agricoltori.
Perché avete deciso di investire nei sistemi satellitari per la coltivazione del mais?
«La scelta di investire nei sistemi satellitari è stata dettata in primis da una necessità: il calo importante di prezzi e marginalità che ha investito il settore cerealicolo negli ultimi anni. Per affrontare questa situazione dovevamo trovare un modo che ci permettesse di ottimizzare i costi aziendali. Con i satelliti possiamo ottenere una fotografia chiara dei campi e della produttività della nostra azienda e quindi avere un conto economico generale dell’azienda e campo per campo. Poter sfruttare tutte le risorse al 100% è fondamentale quando le marginalità sono basse e con i satelliti questo si può fare. Per esempio, grazie alle mappe posso ottenere il massimo rendimento del fertilizzante che impiego, fino al 90/95%, generando un risparmio significativo e riducendo anche considerevolmente la percentuale di dispersione nell’aria dell’azoto. L’ottimizzazione può essere anche sul seme. Mettere alle giuste distanze il seme per portare la pianta alla massima resa permette di aumentare la produttività del 5/10%. Tutte queste pratiche comportano un vantaggio economico importante per l’agricoltore, specialmente quando deve affrontare una situazione di crisi».
Piattaforma di digital farming
L’azienda Carlini ha recentemente aderito alla piattaforma “Climate fieldview” il sistema di digital farming più utilizzato al mondo che offre approfondimenti personalizzati, basati su dati, a supporto degli agricoltori per elevare al massimo il potenziale di rendimento, migliorare l’efficienza e gestire il rischio. “Climate fieldview” raccoglie, archivia e visualizza i dati sugli appezzamenti in una sola piattaforma. Attraverso un dispositivo che si può collegare ai macchinari agricoli, dopo aver inserito le mappature dei propri campi e delle produzioni al portale dedicato, l’applicazione permette di vedere attraverso delle immagini satellitari, giorno per giorno, in tempo reale e direttamente sul posto, le principali variabili di rendimento agronomico.
Come vengono elaborate le mappe di produzione?
«Sulle nostre mietitrebbie abbiamo istallato un computer di bordo che, oltre a supportare il lavoro dell’operatore durante le attività di aratura, zappatura e diserbo, attraverso sistemi di guida parallela, elabora le mappe di produzione grazie ai sensori. Nello specifico, mentre il mais entra nella trebbia, i sensori stabiliscono in automatico l’umidità e attraverso il flusso del mais che passa durante la raccolta riescono a calcolare la resa produttiva del campo metro per metro e in tempo reale. Grazie all’utilizzo di algoritmi si può, inoltre, calcolare la concimazione ideale in base a quella che è stata la produzione. L’insieme di questi dati può essere scaricato e incrociato al fine di elaborare delle statistiche utili all’azienda per comprendere il ricavo prodotto per ciascun campo».
In base alle vostre stime l’istallazione di questa tecnologia satellitare che vantaggi porta in cifre a livello di risparmio economico e ottimizzazione produttiva?
«In base ai dati che ci sono stati forniti, il calcolo sull’utilizzo mirato del concime porta ad avere un risparmio di circa il 30/40%. Questo comporta anche una massimizzazione della produzione: perché potendo dare più concime nei terreni che possono arrivare a produzioni più elevate, posso aumentare la produzione in quelle zone specifiche. Le stime di produzione sono più difficili da calcolare anche perché assoggettate ai cambiamenti climatici. Per esempio quest’anno è stato un anno ottimo per il mais perché le piogge di maggio ci hanno aiutato e abbiamo ottenuto una produzione di 15/16 t a ettaro; invece nel 2017 con la crisi idrica purtroppo siamo arrivati ad una media di 6/7 ton ad ettaro».
L’investimento complessivo
Quale è stato l’investimento economico che avete sostenuto per rendere più tecnologica la vostra azienda? E quali i successivi passi?
«Per i due satellitari, acquistati due anni fa e utilizzati sulle trebbie e altri 4 mezzi, abbiamo speso 35mila euro in totale. Il rinnovo parco macchine con a bordo le predisposizioni al sistema satellitare è stato fatto 10 anni fa. Gli ultimi 5 anni abbiamo preso i mezzi anche con tecnologia isobus che permette una gestione delle attrezzature più semplice perché fatta con un unico dispositivo, quindi maggior sicurezza dei sistemi trattrice-attrezzo, aumento dell’efficienza quantitativa e qualitativa delle lavorazioni e ottimizzazione dei mezzi tecnici. Il prossimo passo, sarà quello di proseguire con gli investimenti per la semina e la concimazione di mais a rateo variabile. Con la semina a dose variabile saremo in grado di incrementare la densità a ettaro nelle aree a maggiore produttività. L’obiettivo è di massimizzare le rese, riducendo gli sprechi dei fattori di produzione, e ottimizzare i nostri costi ancora di più, sfruttando al massimo la fertilità e caratteristiche dei terreni tramite la comunicazione isobus tra trattore e spargi concime. La nostra sfida aziendale è quella di migliorare continuamente i nostri mezzi al fine di renderci più competitivi e tecnologici nel mondo agricolo.