Anche l'Emilia-Romagna vara una legge per regolare l'agricoltura sociale e mette sul piatto un finanziamento di circa 1,4 milioni di euro. Il nuovo provvedimento approvato dalla Giunta parte, dunque, dalla promozione e dal sostegno dell’agricoltura sociale come strumento in grado di favorire nuove opportunità occupazionali, di reddito e di multifunzionalità delle imprese agricole.
Le attività - tra cui sono compresi gli interventi educativi, di servizi sociali, socio-sanitari e di inserimento socio-lavorativo - possono essere esercitate, avvalendosi anche di figure professionali esterne all’azienda, dagli imprenditori agricoli in forma singola o associata, dalle cooperative sociali e dalle fattorie sociali, iscritte al registro regionale, dotate di specifica competenza e formazione, anche attraverso la collaborazione con enti pubblici e del terzo settore.
Compito della Regione promuovere la conoscenza e lo sviluppo dell’agricoltura e delle fattorie sociali e dei servizi offerti e favorire il raccordo tra le politiche socio-sanitarie e agricole anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza regionale del terzo settore e della Consulta agricola.
Gli incentivi per gli agricoltori
Le misure di sostegno regionale vanno dagli interventi formativi, alle azioni di informazione, animazione e comunicazione, agli incentivi - investimenti e interventi – per adeguare e allestire le fattorie sociali.
Per monitorare i risultati raggiunti la Giunta si impegna a presentare una relazione triennale alla Commissione assembleare sul numero delle fattorie iscritte, la tipologia dei servizi offerti, le misure di sostegno realizzate, i contributi erogati.
Viene istituito il nuovo elenco delle fattorie sociali - che sarà pubblicato online sul sito della Regione - in cui saranno inserite, provvisoriamente, le fattorie che già svolgono attività di agricoltura sociale dopo verifica dei requisiti e delle competenze e che saranno identificate con loghi distintivi.
Si potranno esercitare le attività di agricoltura sociale negli edifici, conformi alle normative in materia di sicurezza e agibili, destinati ad abitazione e ad attività agricola dell’azienda. Gli immobili utilizzati resteranno classificati come rurali a tutti gli effetti.
Possibili gli interventi di nuova costruzione o di recupero e riuso degli immobili nel rispetto della norma sulla tutela e l’uso del territorio. Inoltre, caccia vietata, su richiesta dell’impresa agricola, nei fondi rustici destinati ad agricoltura sociale.
Burocrazia al minimo
Per partire basta presentare al Comune la segnalazione certificata di attività (Scia) dichiarando il possesso dei requisiti, dei locali e degli spazi. Per i servizi e le attività socio-sanitarie occorrono le autorizzazioni previste dalle norme di riferimento del settore, così come per la somministrazione di pasti e bevande e la produzione, confezionamento, conservazione di alimenti e bevande.
La vigilanza sull’applicazione della legge è in capo ai Comuni e sono previste sanzioni per chi esercita l’attività senza essere iscritto all’elenco regionale, per l’utilizzo improprio del logo di fattoria sociale e per chi non rispetta i limiti e le modalità di esercizio dell’attività.