L’ondata di freddo siberiano che ha interessato buona parte dell’Italia centrale e meridionale, soprattutto le regioni adriatiche e dell’Arco jonico, ha ostacolato gli interventi fitoiatrici sugli agrumi che generalmente vengono fatti entro febbraio. Prima della ripresa vegetativa, negli agrumeti che l’anno scorso hanno subito attacchi autunnali di insetti agenti di melata (cocciniglie, mosca bianca fioccosa, ecc.), con il conseguente sviluppo di fumaggine, potrebbe essere opportuno effettuare un intervento con olio minerale al 2-3%, bagnando bene la chioma e utilizzando alti volumi d’acqua. Lo scopo principale è la rimozione delle “croste” di fumaggine che si sono sviluppate e che, aderendo alla vegetazione, limitano la fotosintesi. L’efficacia dell’olio minerale bianco sulle forme svernanti degli insetti agenti di melata, invece, è piuttosto bassa.
Gestire i trattamenti
I trattamenti con l’olio minerale vanno comunque effettuati con cautela per evitare possibili effetti fitotossici: alle dosi indicate (2-3%) l’olio minerale non ha particolari effetti fitotossici a condizione che la temperatura dell’aria non scenda sotto i 5-7 °C. Pertanto, la sua applicazione in questo periodo è meno rischiosa nelle aree meridionali più miti, come quelle siciliane, dove le escursioni termiche sono più contenute. A ogni modo, è buona norma evitare di trattare se c’è il rischio di gelate notturne o di venti freddi nei successivi 2-3 giorni.
L’intervento con olio minerale in questo periodo è anche consigliabile nei limoneti attaccati dall’acaro delle meraviglie (Eriophyes sheldoni), le cui forme svernanti sono suscettibili all’insetticida. Anche per i limoneti valgono le stesse dosi e indicazioni riportate sopra.
Problemi di fitoftora
Per le varietà a maturazione tardiva o nei campi in cui si tende a ritardare la raccolta oltre la maturazione ottimale, se il decorso climatico di questo mese dovesse essere piovoso, potrebbe ancora essere necessario proteggere i frutti dall’allupatura (infezioni di Phytophthora spp.), trattando con prodotti a base di rame o con metalaxil-M ramato, tenendo conto dei rispettivi tempi di carenza. Nel primo caso si potrà irrorare la miscela fungicida anche sulla parte bassa della chioma oltre che sul terreno sottostante. Usando il metalaxil-M il trattamento andrà limitato al terreno sottostante la chioma degli alberi.
Negli agrumeti ben inerbiti il trattamento anticrittogamico è meno necessario perché l’erba costituisce un’efficace barriera per i propaguli di fitoftora, che dal terreno raggiungono i frutti veicolati dagli schizzi d’acqua piovana.
Se lo sgrondo dell’appezzamento non è ottimale e si osserva ristagno idrico, è consigliabile eseguire un’assolcatura al centro dei filari, dal lato di maggiore pendenza, per agevolare l’allontanamento dell’acqua in eccesso e ridurre il rischio di fenomeni asfittici o attacchi di marciumi (da fitoftora o da altri funghi patogeni del terreno, come l’ubiquitaria Armillariella mellea).
La buona sistemazione del terreno e lo sgrondo delle acqua assumono maggiore importanza nei giovani impianti, i quali sono ormai prevalentemente realizzati con portinnesti diversi dall’arancio amaro, resistenti al virus della tristeza (Ctv) ma notoriamente più sensibili alla fitoftora rispetto al tradizionale portinnesto.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita