Aumentano le cavallette indotte dalla siccità

Le cavallette causano gravi danni all’erba medica
Dopo pandemia, guerra e siccità non potevano mancare le cavallette a completare l'elenco delle piaghe che devastano l'agricoltura. Un'emergenza tornata con prepotenza in Sardegna, ma anche in Romagna e in altre zone dell'Italia settentrionale. Che fare?

In questo pazzo 2022 dopo la pandemia, la guerra e la siccità, non potevano mancare le infestazioni di cavallette. E infatti quest’anno l’emergenza cavallette è tornata prepotentemente di attualità in Sardegna, devastata da sciami di locuste (Dociostaurus maroccanus) ma anche in Romagna e in altre zone collinari dell’Italia settentrionale. In questo caso la specie responsabile è Calliptamus italicus , conosciuta anche come cavalletta dei prati, una specie autoctona generalmente meno dannosa.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Medicai più colpiti

Attualmente le infestazioni di Calliptamus italicus, seppur con diversi livelli di gravità, interessano l’intera fascia collinare e pedecollinare della Romagna con piccoli focolai presenti nelle aree collinari di altre province settentrionali. Le coltivazioni di erba medica sono quelle che stanno subendo le maggiori conseguenze degli attacchi e il danno viene accentuato dal permanere di condizioni siccitose che, ostacolando il ricaccio vegetativo, aggravano la situazione di crisi nelle piante colpite.

Terreni a riposo attrattivi

Se c’è una cosa che le infestazioni di cavallette della Sardegna e della Romagna hanno in comune sono le cause che provocano l’aumento della popolazione di questi insetti. Tutte le recenti infestazioni di cavallette, infatti, hanno in comune il progressivo abbandono dei terreni collinari, la semplificazione delle rotazioni colturali e il sensibile aumento dei terreni messi a riposo o scarsamente lavorati o coltivati saltuariamente che creano ambienti ideali per la riproduzione delle cavallette.

Agli effetti negatici dell’azione antropica vanno aggiunti quelli provocati dei cambiamenti legati al microclima locale come i lunghi periodi di siccità che stanno caratterizzando questo periodo.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Intervenire sulle grillare

Tutti gli strumenti di lotta utilizzabili per il controllo delle cavallette necessitano di un efficiente monitoraggio del territorio in modo da individuare i focolai di infestazione e le “grillare”. I principali interventi di lotta, infatti, sono basati sull’esecuzione di lavorazioni superficiali (erpicature) da eseguire nelle grillare nel periodo autunno-invernale. Questi interventi, oltre ad un danno diretto, espongono le uova agli agenti atmosferici e ai predatori. Per combattere le neanidi quando si presentano aggregate in una piccola superficie si può intervenire con deltametrina, l’unica sostanza attiva registrata su medica per il controllo delle cavallette. Però, visto che la gran parte dei medicai infestati sono a conduzione biologica, spesso neppure questa arma è impiegabile. Se non cambierà la gestione dei terreni collinari e se il clima non sarà più clemente, è probabile che il problema delle cavallette sia destinato a crescere. Per questo motivo è molto importante individuare dei formulati biologici impiegabili per il controllo delle infestazioni di questi voraci artropodi.

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L’IDENTIKIT DI CALLIPTAMUS ITALICUS

La “cavalletta dei prati” (Calliptamus italicus) è una specie ampiamente diffusa in tutta Italia lunga 2-4 cm da adulte, di colore bruno e caratterizzate da ali di colore rosa che si rendono particolarmente evidenti solo quando gli insetti, disturbati, effettuano brevi voli. Calliptamus italicus compie una sola generazione all’anno e supera l’inverno nel terreno allo stato di uovo. La deposizione delle uova avviene in agosto in aree circoscritte, dette “grillare”, presenti per lo più in vecchi prati o medicai caratterizzati da terreni compatti, esposizione a sud e dotati di pendenza (quindi meno soggetti a ristagni idrici). La femmina scava nel terreno un foro della profondità di 2-3 cm dove forma una ooteca (comunemente denominata “cannello”) deponendo sovrapposte e incollate tramite un secreto spugnoso 25-55 uova. Ogni femmina è in grado di formare da 3 a 6 ooteche. Le forme giovanili nascono scalarmente in funzione dell’altitudine e dell’esposizione, tra la fine di maggio e la fine di luglio. In caso di forte infestazione le giovani cavallette si riuniscono in folle che ricoprono interamente il terreno e si spostano alla ricerca di cibo devastando le coltivazioni soprattutto le leguminose foraggere che incontrano sul loro cammino. In circa 40-50 giorni, attraverso più mute, raggiungono lo stato adulto. I primi adulti compaiono in luglio e si accoppiano, spostandosi in volo alla ricerca di cibo per brevi distanze.

Aumentano le cavallette indotte dalla siccità - Ultima modifica: 2022-07-25T09:51:12+02:00 da K4

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