Slitta di qualche mese la data prevista per la completa acquisizione di Monsanto ma il "matrimonio s'ha da fare".
Luce verde in Brasile e Usa (o quasi)
Lo ha affermato Werner Baumann, al vertice di Bayer, nel corso della conferenza stampa di questa mattina presso il BayKomm center a Leverkusen (Germania). Un ritardo di sei mesi rispetto alla precedente previsione legato all'evoluzione delle trattative con le autorità antitrust di mezzo mondo.
L'operazione di concentrazione dei business dell'agrochimica e del breeding richiederà così più di due anni (era stata annunciata a settembre 2016) per realizzarsi. Un'operazione che, alla fine dei conti, richiede un enorme investimento di risorse (56 miliardi di euro il prezzo fissato) e di tempo. Ma anche massicci disinvestimenti.
Per procurarsi la liquidità necessaria all'operazione Bayer ha ceduto il 40% di Covestro (controllata specializzata in polimeri) per più di 5 miliardi di euro ed è pronta a rinunciare all'intero business delle sementi orticole (Nunhems) anche per venire incontro alle richieste antitrust. Intanto le trattative con le authority vanno avanti e ormai più della metà di quelle coinvolte hanno dato l'ok. Quella brasiliana ha dato luce verde all'operazione solo pochi giorni fa, stessa cosa in Usa da parte di Cfius (Committee on foreign investment in the United States), superando così le preoccupazioni legate alla nuova politica protezionista di Trump.
Negli Usa occorre ancora superare la diffidenza del Dipartimento di Giustizia mentre dall'Unione europea arrivano le note più dolenti, visto che la Commissione ha repentinamente allungato i tempi per il vialibera richidendo ulteriore documentazione. Un contrattempo che comunque per Baumann può essere considerato "normale" vista la portata e l'impatto dell'operazione.
Sofferenze in Brasile
Nel frattempo i risultati finanziari di Bayer non sono più brillanti come un tempo. Il gruppo ha realizzato infatti in totale una crescita dell'1,5% nel 2017 arrivando a un fatturato di 35 miliardi di euro grazie soprattutto alle perfomance del comparto farmaceutico (+4,3%), mentre il Crop Protection ha perso sul terreno il 2,2%. Si tratta però di un risultato legato soprattutto all'effetto valuta (la corsa dell'euro ha avuto un impatto calcolato in 63 milioni di euro) e a dinamiche negative concentrate in Brasile, importante mercato emergente, dovuto al riporto di un elevato numero di stock invenduti dal 2016 al 2017. Una situazione a cui si è posto rimedio con una differente politica commerciale.
Nell'area Europa-medio oriente-Africa (i dati sono consolidati) il business Crop Protection è invece risultato in crescita dell'1,5%.
Il futuro è nelle new breeding technique
Niente rispetto al futuro che Bayer si aspetta dopo il closing dell'operazione Monsanto. Le nuove tecnologie di breeding sono infatti per Liam Condon, al vertice della divisione Crop Protection, la risorsa che permetteranno il salto di qualità dell'agricoltura in termini di maggiore sostenibilità ed efficienza nel soddisfare il fabbisogno di sicurezza alimentare di una popolazione mondiale che aumenta ad un tasso di 80 milioni all'anno (una Germania in più ogni anno).
E gli investimenti nella precision farming non contraddicono il modello di business scelto da Bayer. A Leverkusen infatti Condon ha annunciato il rafforzamento della parnership con Bosch per lo sviluppo di tecnologie digitali intelligenti per la razionalizzazione innanzitutto dei trattamenti, ma anche per la gestione efficiente dei Big data relativi ad esempio alle mappe di diffusione delle malerbe e della biodiversità dei campi coltivati (utilizzi al di sopra di ogni sospetto perchè resi pubblici e condivisi con l'associazione senza fine di lucro "Quantified planet").
La sinergia con Bosch
I primi risultati di questa sinergia tra industria meccanica e chimica si sono visti in occasione dell'ultima edizione di Agritechnica di Hannover. Un prototipo di applicazione di diserbo intelligente che presto arriverà sui mercati internazionali. «Per arrivare - ha commentato Condon - alla vendita di un agrofarmaco servono 10-12 anni, per le applicazioni digitali solo pochi mesi».
Un business sicuramente conveniente per l'industria meccanica, ma che comporta una forte riduzione nell'utilizzo degli agrofarmaci e che forse riduce l'importanza del breeding in agricoltura.
Precisione anche nel breeding
Sicuri che la precision farming possa essere un business per Bayer?
«La sostenibilità dell'agricoltura e la fiducia nell'innovazione - ha risposto Condon - sono le due chiavi strategiche con cui approcciamo questo settore decisivo. Non è vero che il modello della precision farming sia in contrapposizione a quello delle nuove tecnologie di breeding. Anzi: con il genome editing e la Crispr/Cas9 la precisione è diventata il nuovo paradigma anche per il miglioramento genetico applicato alle varietà vegetali. Ci auguriamo che l'Unione europea porti al più presto a una chiarezza normativa in questo settore anche nel vecchio continente».
Nel frattempo Bayer punta con decisione all'obiettivo di diventare leader dell'agricoltura digitale.