La Drosophila suzukii è da qualche anno la maggiore preoccupazione per i produttori di piccoli frutti, ma anche di ciliegie e fragole del Trentino. Per questo la Fondazione Edmund Mach è impegnata sul fronte della ricerca con l’obiettivo di ridimensionare se non eliminare il danno di questo insetto alieno che colpisce il frutto proprio nel momento più delicato della maturazione. Nel 2020 si è lavorato molto sui parassitoidi e nella giornata tecnica dedicata a queste colture sono stati illustrati i risultati raggiunti e le prospettive di lotta per il futuro. Allo stato della ricerca è comunque chiaro che la difesa si deve sviluppare ancora in modo integrato ossia sia con la lotta biologica che con le trappole ma principalmente con le reti antinsetto. È questo l’unico modo per ridurre i danni su piccoli frutti e ciliegie.
Da quest’anno – se il Ministero dell’Ambiente darà l’ok in tempo al dossier di valutazione del rischio del Ganaspis brasilensis – il parassitoide importato lo scorso anno dalla Svizzera in grado di contrastare il moscerino asiatico dei piccoli frutti, sarà lanciato in tutte le zone a maggior produzione di questi piccoli frutti. Intanto nelle camere quarantena allestite presso la Fem si sta procedendo con l’allevamento e la moltiplicazione di questo piccolo imenottero originario anch’esso dell’Estremo Oriente come la Drosophila suzukii. Si tratta di una piccola vespina innocua per l’uomo, che dovrebbe affiancare un altro parassitoide asiatico (Leputopilina japonica) ritrovato in Trentino nel 2019.
Sono questi alcuni dei dati emersi nella giornata tecnica on line dedicata ai piccoli frutti organizzata dal Comitato tecnico-scientifico di Fem, che ha visto la presenza di un centinaio di operatori del settore e tecnici.
Battaglia dura ma la strada è giusta
L’impegno della Fem su questo campo è stato assicurato dal direttore generale Mario Del Grosso Destreri, che, aprendo la giornata, ha evidenziato come la lotta alle emergenze fitosanitarie cominciando dalla Drosophila suzukii, passando dalla cimice asiatica per arrivare all’ultimo arrivato – l’antonomo – che negli ultimi anni ha attaccato pesantemente i frutti delle fragole con grossi danni sulla produzione siano fra le priorità della ricerca Fem. «È una battaglia molto dura – ha detto Destreri – ma grazie alle competenze che abbiamo sviluppato in Fem e al forte raccordo con altri enti di ricerca a livello nazionale e internazionale, e al supporto della Provincia di Trento, siamo convinti di essere sulla giusta strada per dare riposte concrete al mondo agricolo».
Nel confronto della giornata coordinata da Tommaso Pantezzi è emerso come la lotta contro la Drosophila suzukii sia ancora lunga e articolata, senza dubbio il migliore sistema di difesa è la rete antinsetto, buoni risultati si ottengono anche con le trappole a base di vino aceto e zucchero, ma un buon contributo per abbattere gli attacchi potrà venire dagli antagonisti una volte che si potrà iniziare il lancio.
Dalla sede di ricerca Fem per i piccoli frutti di Vigalzano, dotata di tutte le strutture necessarie come serre e tunnel si stanno sperimentando le collezioni varietali sia in suolo che fuori suolo. Marco Valerio Rossi Stacconi del Centro di Ricerca e Innovazione di Fem, ha presentato nell’ambito del progetto Swat, il dossier relativo alla valutazione del rischio correlato al rilascio del parassitoide G. brasilensis presentato alla Provincia a febbraio e che dopo la fase di intesa con le altre regioni interessate in questi giorni sarà presentato unitariamente al competente Ministero.
Sono stati presentati anche i dati sul livello di popolazione e infezioni da Drosophila suzukii nel 2020, su ciliegio, piccoli frutti e fragole che possono essere considerati nella media – alta intensità.
Una nuova preoccupazione: l’antonomo
Ma da qualche anno una nuova preoccupazione è emersa per i coltivatori di fragole fuori suolo per il diverso comportamento dell’antonomo, un grande insetto nero che fino a qualche anno fa si limitava a deporre le uova nei fiori delle fragole, mentre ora è diventato molto aggressivo sui frutti al punto di danneggiare oltre il 30% della produzione. Anche in questo campo i ricercatori Fem stanno sperimentando con risultati incoraggianti una serie di trappole a feromoni e a colori, considerato che per la difesa chimica l’unico principio attivo valido è stato vietato all’inizio della scorsa stagione.