L’aleurodide spinoso (Aleurocanthus spiniferus), dal suo primo ritrovamento in Italia, nel Salento (Puglia), si è diffuso rapidamente in tutte le regioni centro meridionali con serie infestazioni su diverse specie vegetali, ma soprattutto su piante isolate e in giardini.
Nelle coltivazioni convenzionali delle specie ospiti (agrumi, vite, kaki ecc.) sembrava che l’insetto potesse essere tenuto a freno dai normali trattamenti insetticidi ma con crescente frequenza vengono segnalate infestazioni con danni commerciali su colture arboree, principalmente agrumi.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Organismo da quarantena
Le neanidi di Aleurocanthus spiniferus possono essere scambiate per cocciniglie a causa della dimensione e della colorazione scura. Le forme giovanili, infatti, sono immobili e vagamente somiglianti alla Parlatoria spp. Gli adulti, invece, sono alati e mobili, di colore nerastro e coperti da un velo di polvere cerosa biancastra.
Le ali presentano delle macchie tondeggianti bianche in prossimità dei margini su sfondo scuro. Come altri aleurodidi, A. spiniferus produce abbondante melata su cui si sviluppa facilmente la fumaggine e può attaccare diverse specie vegetali coltivate (ospiti di elezione sono gli agrumi, ma sono infestati anche il kaki, le pomacee, la vite, la rosa ecc.) o spontanee (es. l’edera).
Per la sua polifagia, l’insetto è potenzialmente dannoso non solo agli agrumi ma, anche, ad altre colture agrarie ed ornamentali. Per questo A. spiniferus è inserito dalla Eppo (European and Mediterranean Plant Protection Organization) nella lista (A2) degli organismi di cui si raccomanda l’adozione di misure di quarantena e nell’elenco delle malattie delle piante per le quali è proibita l’introduzione e la diffusione nell’Unione europea (Eu Annex II/A1).
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Fuori controllo senza insetticidi
Per almeno una decina di anni dall’accertata presenza dell’insetto in Italia, come già detto, le segnalazioni di infestazioni diffuse in campi commerciali di agrumi (ma anche di vite e di kaki) sono state limitate ma ora la situazione sembra cambiata e l’insediamento dell’aleurodide richiede interventi insetticidi diretti per non ritrovarsi in breve tempo la vegetazione imbrattata di melata e fumaggine.
Le cause potrebbero essere diverse, sicuramente dove si adottano metodi biologici di difesa come la confusione sessuale e si riducono i trattamenti insetticidi l’insetto non trova limitazioni alla sua popolazione.
Ma è probabile anche che l’eliminazione dal commercio di alcuni insetticidi, come la maggior parte dei sistemici neonicotinoidi o gli “ultimi” esteri fosforici, possa essere un’altra delle motivazioni della maggiore capacità di insediarsi e fare danni dell’aleurocanto negli agrumeti o in altri coltivazioni arboree.
Pertanto sarà utile imparare a riconoscere le caratteristiche neanidi e “farfalline bianco nere” (gli adulti) dell’A. spiniferus per individuare precocemente eventuali infestazioni e intervenire, se necessario, con i prodotti attualmente registrati specificamente sull’insetto o su specie simili (gli aleurodidi) fitofaghe della coltura infestata.