Nonostante le norme messe in atto dall’Unione europea, per evitare l’introduzione di nuovi parassiti sul territorio comunitario siano sempre più severe, un altro insetto si sta diffondendo rapidamente su gran parte del territorio italiano.
Dopo le prime segnalazioni avvenute circa 5 anni fa sui pini della Campania e successivamente segnalata nel Lazio, anche l’Abruzzo, a partire da quest’anno, è interessato dalla cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) che attacca prevalentemente il pino da pinoli (Pinus pinea), mentre il Pino d’Aleppo (P. halepensis) e il pino marittimo (P. pinaster) appaiono resistere meglio.
Ciclo biologico
T. parvicornis nelle nostre latitudini, riesce a compiere 3-4 generazioni all’anno e, se il clima è particolarmente mite, può anche non svernare. Nelle aree temperate la specie sverna come femmina fecondata, che a inizio primavera riprende ad alimentarsi per accelerare la maturazione delle uova.
È questa la fase in cui si possono osservare forti emissioni di melata. La nascita delle neanidi è continua essendo la specie ovovivipara e le neanidi appena nate, che rappresentano l’unico stadio mobile dell’intero ciclo biologico, raggiungono i germogli per nutrirsi dei tessuti più giovani. Il ciclo si compie in circa due mesi.
Le neanidi sono di color arancione vivo, di pochi mm di lunghezza, si muovono da una zona all’altra della pianta o anche tra piante diverse e possono essere facilmente trasportate anche passivamente dal vento anche per lunghe distanze (anche alcuni km). Esse sono rinvenibili durante tre periodi: maggio, luglio e settembre/ottobre.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Nei nostri areali, l’interruzione del ciclo si ha dalla fine di dicembre all’inizio di aprile. Una volta raggiunto l’ospite, la cocciniglia si fissa sul substrato con il proprio apparato boccale pungente-succhiante, e inizia l’azione di suzione della linfa.
Si è notato che i maschi si ritrovano maggiormente sugli aghi mentre le femmine sui rametti. I maschi adulti, alati, iniziano a spostarsi alla ricerca di femmine mature con cui accoppiarsi.
Danni tipici
Nella fase iniziale dell’attacco non si riscontrano sintomi visibili da terra, soltanto il controllo dei germogli con l’ausilio di uno stereomicroscopio può evidenziare con certezza la presenza del coccide.
La cocciniglia, per mezzo del suo apparato boccale pungente-succhiante, sottrae linfa alle piante provocandone un rapido deperimento, accentuato anche da una riduzione dell’attività fotosintetica della pianta.
Gli esemplari attaccati presentano un ridotto sviluppo dei germogli della parte alta della chioma, intristimento dei germogli dei palchi bassi, e disseccamento di intere branche fino alla morte nel giro di pochi anni.
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Monitorare e potare
In questo periodo, in considerazione del ciclo biologico dell’insetto e della scarsa attività vegetativa dei pini, non sono consigliati interventi di lotta all’insetto mediante endoterapia. È utile, pertanto, in considerazione della rapida diffusione dell’insetto, monitorare il più possibile, cercando i sintomi anche nelle zone limitrofe alle aree dove l’insetto è già stato segnalato.
Sarebbe utile anche l’utilizzo di droni per verificare la presenza di sintomi nella parte alta della chioma, difficilmente visibili dal basso, soprattutto se in fase iniziale. Tale azione di monitoraggio sarebbe molto utile per pianificare i primi interventi di difesa da attuarsi nella prossima primavera/estate (lavaggi con sali di potassio ed endoterapia).
In questo periodo, inoltre, sulle piante attaccate è opportuno eseguire potature finalizzate alla rimonda del secco, alla eliminazione dei rametti più attaccati, favorendo in tal modo l’arieggiamento ed incrementando la luminosità all’interno della chioma. Questa operazione deve essere effettuata in periodo invernale quando non sono presenti le forme mobili ed in giornate poco ventose.
Sono assolutamente da evitare potature drastiche o capitozzature non ammissibili in base a criteri di arboricoltura dei pini. Tutti gli interventi di potatura devono essere eseguiti ai sensi del decreto del 3 giugno 2021 recante “Misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell’organismo nocivo Toumeyella parvicornis” per evitare l’ulteriore diffusione passiva dell’insetto.