Il comitato Ue per la salute delle piante ha approvato la proposta della Commissione Ue di estendere l'attuale area di quarantena per la Xylella in Puglia di circa 20 km verso il nord della regione. Secondo quanto apprende l'ANSA, l'Italia ha votato contro, e la Spagna si è astenuta. Più in particolare, l'Italia aveva chiesto di rinviare la votazione, in attesa dell'audit della Commissione in Puglia, la settimana prossima. La Spagna ha ritenuto che la nuova area delimitata includesse alcune parti del territorio pugliese in cui Xylella non era ancora stata rilevata, mentre secondo la Commissione probabilmente sarebbe già presente.
Mentre a Bari era in corso una riunione fiume del Consiglio regionale proprio per parlare di Xylella, Bruxelles non ha aspettato quindi ulteriori tentennamenti ed è intervenuta con forza con una decisione che ha conseguenze gravissime per l'agricoltura e il vivaismo regionale.
Coldiretti: si allarga un'indelebile macchia sull'olivicoltura pugliese
«E’ gravissimo aver esteso l’area di contenimento ad una zona fino a poche ore fa ritenuta indenne che comprende i comuni Alberobello, Locorotondo, Fasano, Martina Franca, Massafra, Statte e Crispiano. E’ una macchia che si sta allargando a vista d’occhio sulla stessa immagine dell’olivicoltura pugliese che resterà indelebile, a meno che non si passi dalle parole ai fatti», è il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, per l’approvazione da parte del Comitato Ue per la salute delle piante della proposta della Commissione Ue di estendere l'attuale area di quarantena per la Xylella in Puglia di circa 20 km verso il nord della regione.
«Anche l’UE ha gravi responsabilità – incalza Cantele - circa gli inaccettabili ritardi nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria causata dalle frontiere colabrodo. La mancanza di efficaci misure di controllo alle frontiere e del doveroso embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi, come ad esempio il sud America al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto, hanno causato un danno irreparabile all’olivicoltura di Puglia. Ora l’UE non può calare la scure e lavarsene le mani, considerato che nei 100 metri dall’eventuale pianta infetta saranno espiantate anche ciliegi e mandorli, che in quell’area sono fiorenti e produttivi».
«L’altra faccia del disastro riguarda le aziende vivaistiche salentine, su cui c’è meno clamore, ma il bilancio risulta altrettanto drammatico. Soprattutto a Massafra lavorano imprese vivaistiche di grande professionalità – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia– che rischiano di non poter più produrre l’intera lista delle 120 piante specificate. Il comparto delle piante ornamentali in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, con un incidenza dell’11,4 percento del valore della produzione regionale su quella nazionale. Il dato sulle aziende è particolarmente significativo ed ha un maggior valore strutturale rispetto a quello sulle superfici che è maggiormente soggetto ad oscillazioni stagionali».
Nel sub-comparto del vivaismo la Puglia è emergente – conclude Coldiretti Puglia - tanto da contribuire in misura rilevante, negli ultimi dieci anni, alla crescita nel Mezzogiorno, dove le aziende salgono a 1.651 unità (+643) per una superficie di 1.552 ettari (+783).
Confagricoltura: servono provvedimenti straordinari per supportare gli agricoltori
«Un altro durissimo colpo per l’olivicoltura pugliese. E’ arrivato il momento di procedere all’individuazione delle responsabilità per la gravissima situazione che si è determinata. A questo punto, c’è la necessità di assumere provvedimenti straordinari a sostegno degli agricoltori e degli operatori del settore».
E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla decisione assunta oggi, a Bruxelles, dal Comitato per la salute delle piante con la quale è stata estesa verso il Nord della Puglia la vigente area di quarantena.
«Sono arrivati al pettine – ha concluso il presidente di Confagricoltura - tutti i nodi provocati da inadempienze e superficialità che risalgono addirittura alla fine del 2015, quando la Commissione inviò all’Italia la prima lettera di costituzione in mora per il mancato adempimento degli obblighi in materia di lotta alla Xylella».
Confagricoltura ricorda che da allora sono trascorsi più di due anni, e lo scorso 17 maggio è arrivato il formale deferimento alla Corte di Giustizia, per non aver impedito in modo adeguato la diffusione dell’organismo nocivo.