La lotta biologica alla cimice asiatica funziona.
E i risultati sono incoraggianti anche in Trentino.
Sono stati infatti presentati a San Michele all’Adige in in una ricca pubblicazione i risultati del primo anno di lanci della “vespina samurai (Trissolcus japonicus), per combattere la cimice asiatica (Halyomorpha halys). I lanci, avvenuti nell’estate 2020, hanno prodotto risultati considerato “promettenti” da parte della Fondazione Mach (Fem).
Azione congiunta
Un’azione che è avvenuta in contemporanea in tutte le regioni del Nord Italia: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento, autorizzato dal Ministero dell’Ambiente, nell’ambito del programma nazionale di lotta biologica approvato dallo stesso.
Per quanto riguarda il Trentino «dopo i lanci avvenuti tra giugno e agosto, nel 30% dei 20 siti individuati dai tecnici Fem, i risultati vanno ben oltre le aspettative».
Annata comunque positiva
Dai risultati preliminari del monitoraggio post rilascio delle vespine, è emerso chiaramente l’efficacia degli individui rilasciati nel localizzare e parassitizzare le ovature di cimice asiatica e nel diffondersi sul territorio, cosa questa non affatto scontata.
Altro aspetto importante: non sono state osservate parassitizzazioni su altre specie. «Va peraltro rilevato- ricordano i tecnici Fem -, che l’utilizzo della vespa antagonista è avvenuto in coincidenza con un’annata complessivamente buona per la gestione della cimice nei meleti». Tant’è che anche nelle zone dove non si sono effettuati dei lanci del parassitoide, i danni sono stati contenuti e gli interventi con antiparassitari assai ridotti. I dati complessivi per la frutticoltura trentina sui danni subiti nel 2020, ci dicono che a fronte del 5,7% dei frutti danneggiati nel 2019, nel 2020 la percentuale media è calata all’1,7%.
Verso il rinnovo dei lanci
Questi risultati entro la fine del 2020 sono stati trasmessi al Ministero dell’Ambiente per la valutazione e da questa dipenderà anche il rinnovo dell’autorizzazione al lancio dell’antagonista nell’anno in corso. Ora con il nuovo Ministro e le nuove competenze del Ministero, si tratterà di vedere quanto il nuovo Ministro tecnico impiegherà per capire l’importanza di proseguire con questa campagna. Ma alla FEM non si vuole perdere tempo, si è già iniziato l’allevamento della vespina samurai in previsione dei lanci della prossima primavera- estate, ed il gruppo che lavora al progetto SWAT, finanziato dalla Provincia, sta elaborando ulteriormente i dati dei monitoraggi post rilascio, nonchè le strategie più idonee per il lancio.
Parassitoidi in coppia
«Certo -, afferma il dirigente del Centro trasferimento tecnologico di FEM, Claudio Ioriatti - ci vorrà qualche anno per raggiungere una situazione di equilibrio, cosa che sarà favorita anche dalla presenza di Trissolcus mitzoukurii, un altro parassitoide alloctono che è stato trovato dai ricercatori della Fem sui frutteti trentini nel 2020, anche questo proveniente dall’estremo oriente e che può contribuire nella parassitizzazione delle uova di cimice asiatica».
Equilibrio da ricostituire
Ma una cosa è chiara: l’unica possibilità emersa in questi anni dal 2012, per limitare la dannosità della cimice asiatica è quella di ristabilire il naturale e equilibrio mediante il rilascio controllato di antagonisti specifici dei quali si conosce l’efficace azione di controllo nelle zone di origine.
Queste le conclusioni dopo diversi tentativi di gestire il problema cimice attraverso numerosi, ma non risolutivi espedienti, tra cui il ricorso a prodotti insetticidi e l’uso di reti di protezione per questo si è giunti alla conclusione che l’unica strada da percorrere è quella di introdurre dei parassitoidi per ricondurre l’insetto all’interno di un equilibrio naturale. E per raggiungere questo obiettivo è emerso che l’agente di controllo della cimice più promettente è in virtù di numerosi fattori analizzati è la vespina giapponese, (Trissolcus japonicus).
Il buon risultato, fanno notare alla FEM è frutto di un costante controllo dei frutteti da parte dei tecnici, ma anche da parte dei frutticoltori in quanto è importante che la situazione dei propri appezzamenti sia costantemente monitorata. L’azione è favorita con la registrazione dei controlli tramite apposita APP realizzata e messa a disposizione da FEM.