Nella rubrica del numero scorso (Terra è Vita n. 23/2021) sono state esaminate le possibilità di controllo chimico della mosca dell'olivo (Bactrocera oleae), tenendo conto della definitiva eliminazione del dimetoato, efficace estere fosforico a cui prevalentemente era affidata la lotta larvicida dell’insetto.
Considerando le caratteristiche degli insetticidi attualmente utilizzabili sulla coltura, l’importanza dei mezzi e delle strategie preventivi è sempre maggiore e la maggior parte di questi sono utilizzabili in agricoltura biologica.
La strategia preventiva
Le strategie preventive, però, richiedono programmazione, poiché mirano a contenere la popolazione della mosca al di sotto di accettabili soglie di danno. Non disponendo di rimedi biologici “abbattenti”, come quelli chimici, il monitoraggio del grado di infestazione attiva può servire per verificare la “tenuta” del metodo ma non per decidere l’intervento che fa effettuato in maniera programmata e anticipata.
In commercio sono disponibili diverse trappole del tipo “attract and kill” (letteralmente “attrai e uccidi”) che sfruttano uno o più metodi di attrazione (cromotropica, alimentare e sessuale) da soli o in combinazione tra loro e che eliminano gli insetti attratti con insetticidi, colle o liquidi. La durata del potere attrattivo è generalmente superiore al periodo di suscettibilità della drupa (3-5 mesi). Queste trappole, quindi, devono essere posizionate prima che le drupe diventino suscettibili o che gli adulti della mosca vengano rilevati nell’oliveto. La maggior parte, inoltre, non sono influenzate da eventuali piogge dilavanti.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Una via di mezzo tra il metodo delle esche distribuite sulla chioma e quello delle trappole “attract and kill” è costituita dal prodotto spintorfly, un’esca attivata con spinosad che viene periodicamente distribuita a gocce grosse direttamente sul fogliame ma in piccolissime quantità (circa 5 litri ad ettaro). Esistono attrezzature specifiche per la distribuzione del prodotto che comunque può essere efficacemente somministrato anche con una comune pompa a spalla, opportunamente regolata.
Il vantaggio di questo prodotto è che si possono creare in maniera semplice ed economica centinaia di punti di attrazione (le gocce) distribuite direttamente sulla vegetazione, rendendo possibile applicare il metodo attrattivo anche su oliveti relativamente piccoli (meno di un ettaro), che richiedono più trappole per unità di superficie rispetto ad estensioni maggiori. Lo svantaggio è che deve essere ripetuto periodicamente, ad intervalli regolari; inoltre è esposto al dilavamento delle piogge.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Impiego di rame e polvere di roccia
In gestione biologica, oltre ai sistemi di esca e cattura massale su citati, un’azione di contenimento della mosca è esercitata dai trattamenti rameici, che hanno l’ovvio limite del periodo di carenza ma, anche, dei residui nel terreno e sulle drupe.
È da considerare che il rame è un catalizzatore delle reazioni di ossidazione e la sua presenza in tracce nell’olio non aiuta la conservazione del prodotto. Un’altra categoria di prodotti con effetto irritante e repulsivo per la mosca delle olive sono le diverse tipologie di “polvere di roccia” (in particolare i caolini e le zeoliti) da distribuire su tutta la chioma.
Sono infine in commercio specifici formulati a base del fungo entomopatogeno Beauveria bassiana da utilizzare con finalità preventive poiché la principale azione del fungo è un’azione “repellente” verso le femmine che tendono a ridurre l’ovideposizione sulle drupe con il fungo presente sulla superficie.