E’ il Centro sperimentale agrario di Laimburg l’organismo delegato in Alto Adige per gestire il piano di lotta biologica alla cimice asiatica.
Moltiplicazione in corso
È qui che si stanno allevando gli esemplari per produrre le ovature destinate alla
moltiplicazione della Vespa samurai, il parassitoide biologico sul quale si punta per debellare nell’arco di due-tre anni questo terribile parassita. Un insetto nocivo che preoccupa molto il mondo melicolo dell’Alto Adige (dove la cimice asiatica è stata scoperta per la prima volta nel 2016), nel 2019 si era diffuso in almeno 50 località ed i danni rilevati a fine campagna sono stati molto pesanti. Già a partire da metà luglio si sono registrati i primi danni sulle varietà Cripps PrinkRosy, Glow/Pink Lady, Gala e Nicoter/Kanzi, le varietà dimostratesi le più esposte.
I forti danni del 2019
«Il 2019 può essere considerato la prima annata difficile per i forti danni da cimice asiatica sulle mele, e la difesa chimica ha dimostrato tutti i suoi limiti per questo è urgente lavorare sugli antagonisti naturali». Ad affermarlo il Centro di consulenza tecnica di Lana. Per questo anche la Provincia di Bolzano ha aderito al piano nazionale per la difesa dalla cimice asiatica ed a marzo ha iniziato la raccolta tramite i propri soci delle cimici necessarie per poter avviare la riproduzione del ceppo antagonista individuato dal CREA, della vespa samurai i cui primi 100 esemplari sono stati consegnati al Centro Sperimentale la scorsa settimana.
Si parte da 1500
Ad oggi le cimici asiatiche raccolte dai produttori dell’Alto Adige, sono 1500, ma si punta ad arrivare presto a 2000 esemplari, ad affermarlo Walther Waldner direttore del Baratungring. I siti di rilascio che il Centro Sperimentale di Laimburg, sono stati individuati secondo i criteri fissati nel protocollo nazionale. Ad esempio, nessun trattamento fitosanitario può essere effettuato vicino ai siti di rilascio (né insetticidi, né fungicidi), motivo per cui i meleti non sono adatti a questo scopo. Altra avvertenza: il rilascio può avvenire solamente in seguito al ritrovamento sul posto di ovature di H. halys.
Secondo Martina Falagiarda, del Centro Sperimentale di Laimburg, «le popolazioni di Trissolcus japonicus dovrebbero moltiplicarsi naturalmente dopo il rilascio e regolare in modo sostenibile le popolazioni del fitofago. Da agosto di quest’anno si effettueranno le prime verifiche sulla capacità di riprodursi del T. Japonicus all’aperto, sulla base della raccolta di ovature deposte naturalmente dalla cimice asiatica e la determinazione del tasso di parassitizzazione delle stesse».
Ambiente, fai presto
L’attesa data dell’inizio del rilascio è il 15 giugno, nella speranza che per quella data il Ministero dell’Ambiente risponda alla richiesta formale di autorizzazione, (come ultimo atto di una procedura infinita), presentata dalle Provincie autonome di Trento e Bolzano e dalle regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.