Cimice asiatica, la lotta bio si prende un anno sabbatico

Sulla base di alcune criticità della lotta biologica emerse in quattro anni di lanci della vespa samurai, si è ritenuto opportuno fare una pausa che potrebbe però anche precludere la ripresa dei rilasci il prossimo anno. Molto dipenderà dagli esiti dei monitoraggi e dalla diffusione delle popolazioni del parassitoide

Tempo di bilanci per il progetto di lotta biologica classica alla cimice asiatica (Halyomorpha halys). Dopo quattro anni di rilasci del suo parassitoide specifico Trissolcus japonocus, meglio conosciuto come vespa samurai, ci si prende un anno di pausa, almeno nelle regioni dell’Italia settentrionale. Pausa dall’esecuzione dei lanci che non significa inattività ma monitoraggio e verifica dell’insediamento del parassitoide esotico sul territorio della pianura Padana dopo 4 anni di lavoro e centinaia di introduzioni effettuate.

Tempi lunghi contro la cimice asiatica

Questo monitoraggio sui risultati ottenuti dalla lotta biologica e sugli effetti che ha avuto sull’ambiente è iniziato contestualmente ai lanci del parassitoide e dovrà proseguire per altri cinque anni dalla fine delle introduzioni. Nei quattro anni di attività, infatti, sono state raccolte migliaia di ovature di pentatomidi che poi sono state portate nei laboratori dei principali centri di ricerca per misurare gli effetti dell’introduzione della vespa samurai sia in positivo, nel contenimento della cimice asiatica, sia in negativo per i possibili effetti sulle specie non target.

I tempi della lotta biologica non sono brevi e, dopo quattro anni di lavoro, non c’è ancora stato un vero riequilibrio ecologico ma si possono cominciare a edere delle interessanti linee di tendenza. Fra le specie di parassitoidi ritrovati nelle ovature raccolte, ad esempio, T. japonicus appare in ascesa mentre sta calando un po’ ovunque la specie esotica avventizia T. mitsukurii. Complessivamente stabile, invece, la presenza del generalista autoctono Anastatus bifasciatus che viene ritrovato un po’ in tutti i siti oggetto di indagine ma quasi mai con percentuali elevate di parassitizzazione. Questo trend è particolarmente rilevante perché, fino al 2021, A. bifasciatus e T. mitsukurii erano le specie più abbondanti e diffuse. L’altro dato positivo è che la vespa samurai è stata ritrovata nella gran parte dei siti monitorati ma anche in aree in cui i lanci non sono stati effettuati. Questa crescente diffusione sul territorio della pianura padana è verosimile ipotizzare sia frutto del progetto di lotta biologica. I ritrovamenti di T. japonicus, infatti, avvenuti anche in siti distanti più di 1,5 km dai siti di rilascio lancio confermano come questa specie sia in grado di spostarsi in modo passivo o attivo dai siti in cui è stata introdotta nonostante si tratti di aree per lo più agricole.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Una pausa forse definitiva

Allora, perché smettere? Purtroppo, il protocollo concordato col Mase, prevede che tutti i lanci della vespa samurai debbano essere effettuati soltanto in siti già oggetto di rilascio negli anni precedenti mentre, con tutta probabilità, ora sarebbe più utile spostarsi e introdurre il parassitoide anche in aree in cui non è stato ancora trovato o comunque che sono lontane dai punti di lancio. Inoltre, la lotta biologica è un’attività molto onerosa e complessa che parte dalla raccolta di cimici in inverno e del loro allevamento per produrre le uova su cui verrà in seguito riprodotta la vespa samurai che poi verrà lanciata nell’ambiente. La minore presenza di cimici nell’ambiente sta rendendo complicato anche avviare gli allevamenti. Sulla base di queste considerazioni si è ritenuto opportuna una pausa di riflessione che potrebbe anche precludere, il prossimo anno, ad una ripresa in grande stile dei lanci in aree completamente diverse. Molto dipenderà dagli esiti dei monitoraggi e dalla diffusione e dalla crescita delle popolazioni della vespa samurai. Nel prossimo futuro, infatti, si pensa che le percentuali di parassitizzazione possano registrare un progressivo e significativo incremento; vedremo se sarà sufficiente per contenere o ridurre le pullulazioni della cimice asiatica.


Perchè si usa la vespa samurai?

Il motivo principale per cui la cimice asiatica e le altre specie invasive proliferano nei nostri ambienti è legato all’assenza di limitatori naturali specializzati, sia predatori che parassitoidi. In Asia, infatti, le proliferazioni di H. halys sono limitate da diverse specie di predatori e di parassiti coevoluti con essa fra cui spicca per efficienza il parassitoide oofago Trissolcus japonicus. Questa specie è responsabile del 75% delle parassitizzazioni delle uova di Halyomorpha ed è stata subito individuata come un possibile alleato nella lotta alla cimice asiatica.

Cimice asiatica, la lotta bio si prende un anno sabbatico - Ultima modifica: 2024-02-13T16:24:18+01:00 da K4

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