Parte in ritardo la lotta biologica alla Drosophila

Il Ministero della Transizione Ecologica impone dei vincoli arbitrari al lancio del parassitoide Ganaspis brasiliensis creando disparità nelle regioni partner del progetto di lotta biologica

Drosophila suzukii, conosciuta anche come 'moscerino dei piccoli frutti', è un dittero drosophilide di origine asiatica accidentalmente introdotto in Italia nel 2009 che in poco tempo è diventato il principale fattore limitante per le coltivazioni di ciliegio e dei piccoli frutti.

Danni in maturazione dei frutti

L’arrivo di questa specie aliena ha profondamente cambiato le strategie di difesa delle colture colpite, aumentando il numero di trattamenti insetticidi necessari per contenerne le infestazioni, specialmente per le cultivar a raccolta più tardiva. I danni causati dal moscerino, infatti, si hanno soprattutto in prossimità dell’epoca di maturazione della frutta aggravati dalle le continue reinfestazioni provenienti dall’esterno del campo, dalla durata del periodo di raccolta e dalla compresenza sul territorio di numerose colture e varietà ospiti che fungono da serbatoio di infestazione.

Tutti questi fattori limitano notevolmente l’efficacia e la capacità di contenimento dei trattamenti chimici.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Anche per il controllo D. suzukii si è intrapresa la strada della lotta biologica classica, individuando un ACB (agente di controllo biologico) proveniente dall’Estremo Oriente (Cina, Corea del sud e Giappone) le stesse zone da cui proviene il moscerino esotico.

L'efficacia di Ganaspis brasiliensis

Dopo una lunga serie di studi preliminari si è individuato Ganaspis brasiliensis, un microimenottero che nei luoghi di origine parassitizza le larve del moscerino asiatico e ha dimostrato una elevata specificità ed una elevata efficacia nella sua azione di contenimento. Negli anni scorsi la Fondazione Edmund Mach ha fatto il lavoro preparatorio necessario per ottenere l’autorizzazione all’introduzione di questo ACB in Italia, culminato in uno studio del rischio che è stata la base scientifica con cui il Ministero della Transizione Ecologica ha concesso l’autorizzazione al rilascio. Grazie a questo lavoro preparatorio lo scorso anno è cominciato il progetto di lotta biologica e sono state realizzate 36 introduzioni di G. brasiliensis in alcune regioni italiane (Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia, Campania, Valle d'Aosta, Veneto e Piemonte).

I lanci sono stati effettuati nei corridoi ecologici precedentemente individuati seguendo un protocollo che prevede che, per ogni sito di lancio, vengano effettuati tre lanci consecutivi (100 femmine e 100 maschi/sito/lancio), programmati a distanza di circa 20 giorni l’uno dall’altro.

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Limitazioni arbitrarie e incomprensibili

Per il 2022 il progetto di lotta biologica si è ampliato ed è stata richiesta l’autorizzazione ministeriale per realizzare 162 siti. Purtroppo, per motivi sconosciuti, l’autorizzazione all’immissione di G. brasiliensis è stata concessa soltanto per i 36 siti dello scorso anno. Questa scelta, francamente poco comprensibile, sta creando problemi in tutte le regioni partner del progetto, che di concerto, hanno chiesto ufficialmente al MITE di accettare anche le nuove immissioni programmate per il 2022. La speranza è che le notizie positive arrivino al più presto in quanto la macchina organizzativa è pronta a partire e gli allevamenti hanno già pronti gli insetti da lanciare.


I PRIMI RISULTATI

In tutti i 36 siti di rilascio del 2021 sono stati raccolti dei campioni di frutta, (rovo selvatico, fragola, lampone, mirtillo, mora, ribes, frangola, sambuco, fitolacca, vite, Prunus spp., melo, fico) che poi è stata posta in incubazione in condizioni controllate per favorire lo sviluppo e lo sfarfallamento di eventuali esemplari dell’organismo target e di parassitoidi. Complessivamente sono stati rilevati 122 individui di G. brasiliensis in 10 dei 36 siti interessati dal lancio e non è stata rilevata nessuna attività del parassitoide su altre specie non target (altri moscerini del genere Drosophila).

Si tratta di un risultato importante in quanto va a confermare la riuscita dell’insediamento dell’ACB. I dati relativi ai siti in cui è stato rinvenuto l’ACB indicano come la parassitizzazione avvenga preferibilmente su frutta ancora in pianta e si è osservato che avviene a carico degli stadi giovanili della sola D. suzukii, confermando che il parassitoide è uno specialista nei confronti di questo drosofilide.

Parte in ritardo la lotta biologica alla Drosophila - Ultima modifica: 2022-06-13T09:36:17+02:00 da Roberta Ponci

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