Tutti i fattori ambientali che influenzano lo sviluppo della parte aerea del pomodoro, in special modo temperatura e luce, hanno effetti sulla fisiologia della fioritura e dell’allegagione. Deficienze nutrizionali possono produrre ritardo di fioritura e malformazioni fiorali, mentre in condizioni di luminosità limitanti per l’accrescimento uno stress idrico può promuovere lo sviluppo del fiore.
Problemi di impollinazione
Nel pomodoro il fiore è ermafrodito, autofertile e non produce nettare. La fioritura è scalare (acropeta sull’infiorescenza), con la formazione delle infiorescenze in tempi diversi e su internodi diversi. Con il miglioramento genetico si tende a ridurre il tempo di formazione delle infiorescenze per ottenere contemporaneità di maturazione.
A temperature comprese fra 15 e 25 °C la liberazione del polline, la germinazione e la crescita del budello pollinico avvengono normalmente (il polline si mantiene vitale per circa due giorni). Al difuori di questa zona di “comfort” il polline può essere sterile o di cattiva qualità, con problematiche di fecondazione.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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In condizioni normali di illuminazione e temperatura i fiori del pomodoro sono inserti (lo stilo è al disotto dello stigma), il che favorisce l’autofecondazione; in condizioni di bassa luminosità e temperatura elevata lo stilo diventa exerto, con conseguenze sulla regolare fecondazione. Con temperature intorno a 35 °C e bassa umidità relativa si assiste alla colatura dei fiori in diverse cultivar.
Le condizioni che interferiscono sui corretti processi biochimici e fisiologici dell’impollinazione e successiva fecondazione sono:
- eccessi o difetti di umidità;
- scarsa intensità luminosa;
- temperature troppo basse o troppo elevate;
- fotoperiodo breve;
- elevata escursione termica fra giorno e notte;
- asfissia radicale, stress idrici, eccessivi apporti di azoto, prodotti fitosanitari e bioregolatori.
Dal punto di vista pratico si considera limitante per la fioritura del pomodoro una temperatura notturna di circa 13 °-14 °C. Fenomeno abbastanza frequente, sia nei mesi estivi siainvernali, è la “longistilia”, ossia un abnorme sviluppo dello stilo che si prolunga al disopra del cono staminale provocando difetti di allegagione. Le cause sono da ricercarsi nella scarsa radiazione solare, temperature troppo elevate, eccesso di concimazioni azotate, ecc. Temperature inferiori a 10-12 °C, o superiori a 35 °C, riducono la recettività dello stigma e la produzione del polline.
Aborti fiorali
Per aborto si intende l’arresto della crescita dei fiori, con evidente formazione di semplici abbozzi. La causa è da ricercare in una carenza di carboidrati derivante da scarsa fotosintesi (bassa luminosità, concimazioni azotate e irrigazioni eccessive, scarsa disponibilità di CO2 in serra ecc.) o da competizione esercitata da altri organi (es. apparato fogliare eccessivo).
Il gambo del fiore e il calice diventano gialli e i fiori o i piccoli frutti abortiscono e cadono. Nelle cultivar senza giunture i fiori possono rimanere attaccati.
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Scarsa qualità dei frutti
Nel periodo estivo eccessi termici, abbinati spesso a squilibri idrici, possono comportare scadimenti qualitativi dei frutti (frutti molli, scottati, bassi valori di sostanza secca e di colore, disfacimento del pericarpo, disfacimento dei tessuti interni ecc). Infatti, le elevate temperature provocano l’attivazione di enzimi proteasici (denaturazione delle proteine) e il rallentamento/inibizione di alcune sintesi proteiche, con riflessi sulla quantità e qualità delle proteine; aumenta inoltre l’attività delle galatturonasi che degradano le pareti cellulari e accelerano il rammollimento dei frutti (questo fenomeno è aggravato da una crescita rapida dei frutti che hanno cosi pareti meno resistenti). L’eccessivo calore può comportare una maggiore fluidità dei lipidi di membrana che, insieme alla denaturazione delle proteine, conduce alla degradazione della membrana stessa con rilascio di acqua e soluti e perdita di funzionalità (rammollimento dei frutti). A ciò va aggiunto uno squilibrio nell’assorbimento del calcio (rallentamento del flusso traspiratorio per elevata umidità dell’aria e/o per stress idrici), elemento indispensabile per il mantenimento dell’integrità strutturale e funzionale delle pareti e delle membrane cellulari.