Scarsa produzione e scarsa qualità. Per l’Associazione tecnici frutticoli della provincia di Verona il 2021 è un’annata da dimenticare per la frutticoltura, segnata da avversità climatiche, malattie e insetti dannosi.
Tre grosse problematiche che hanno condizionato fortemente l’andamento per mele, pere, pesche, kiwi, albicocche e ciliegie, soprattutto in pianura.
Cinquanta tecnici al servizio della frutticoltura
«Archiviamo una stagione peggiore rispetto al 2020, con situazioni estreme climatiche che stanno condizionando sempre di più il nostro lavoro» sottolinea Claudio Montanari, perito agrario e presidente dell’associazione, nata cinque anni fa e forte di una cinquantina di tecnici di tutta la provincia, che si occupano dei frutteti di un’ampia area che va da Belfiore a Ronco, Zevio, Palù, Terrazzo e San Martino Buon Albergo.
«Oltre a parecchie grandinate importanti, abbiamo avuto a che fare con gelate anomale – ha specificato il tecnico –. Ci sono state tante annate in cui il freddo ha colpito duro, ma quest’anno siamo andati oltre, con dieci notti sotto zero in aprile che hanno decimato pesche, albicocche e soprattutto le pere (-90%), mentre per le ciliegie abbiamo avuto perdite del 50-60 per cento in pianura e per le mele un 50 per cento, considerando che anche le piante più cariche hanno frutti sotto i 65 millimetri di calibro».
«La cimice asiatica ci ha dato problemi minori rispetto ad altre annate, ma in compenso abbiamo dovuto combattere con la carpocapsa, carpofago difficile da controllare perchè penetra all'interno dei frutti e con l’afide lanigero, che ricopre di peluria bianca fusto e foglie delle piante – ha concluso Montanari–. Generalmente compariva solo da marzo a maggio, mentre quest’anno ha continuato a fare danni fino a settembre».
Lotta sempre più difficile senza mezzi efficaci
«Abbiamo pochi principi attivi rispetto a qualche anno fa, perché il ministero ne ha tolto oltre un centinaio – spiega Montanari –. In queste condizioni si fatica a far fronte ai principali nemici dei frutteti, che sono appunto cimice, carpocapsa e afide lanigero, anche perché i nuovi prodotti hanno un’efficacia che non supera il 70%. Fortunatamente quest’anno non ci sono stati problemi di ticchiolatura e oidio, ma ogni stagione dobbiamo fronteggiare fitopatie di tutti i tipi, che esplodono anche a seconda delle variabili del clima. Nel Veronese siamo orientati a utilizzare fitofarmaci a residuo zero. Li riteniamo preferibili rispetto alle pratiche biologiche, che necessitano di più trattamenti e con risultati dubbi».
Confronto e formazione
I tecnici si incontrano ogni venerdì a Zevio (VR) per confrontarsi sulle problematiche del momento. «Non riposiamo mai perché lavoriamo sulla potatura e sulle concimazioni e dobbiamo essere preparati su tutte le nuove varietà frutticole introdotte – conclude Montanari –. Da fine febbraio a settembre giriamo nei frutteti, seguendo l’andamento e intervenendo con indicazioni e strategie a seconda delle problematiche. Promuoviamo convegni e incontri sulla frutticoltura, anche in collaborazione con il Collegio dei periti agrari e periti agrari laureati della provincia di Verona, per fare il punto su tecniche e aggiornamenti normativi».