In diverse aree di produzione del pomodoro da industria sono in aumento i danni causati dal ragnetto rosso comune (Tetranychus urticae), un acaro estremamente polifago diffuso in Italia e un po’ in tutti i continenti. La specie, riconoscibile per due caratteristiche macchie sul dorso, è in grado di attaccare e danneggiare oltre 200 piante diverse fra cui molte orticole, pomodoro e soia.
I sintomi
Sul pomodoro il primo sintomo si manifesta sulle foglie con la presenza di punteggiature clorotiche che, con l’aumentare della popolazione, finiscono per confluire necrotizzando e sottraendo sempre più superficie alla fotosintesi clorofilliana.
Mentre le foglie ingialliscono e avvizziscono, osservando la pagina inferiore, si possono osservare le caratteristiche “ragnatele”, ossia delle masse fioccose che servono alla protezione delle uova.
Il danno alla coltura deriva dal decadimento qualitativo delle bacche, con diminuzione del grado zuccherino e perdita di colore oltre che dalla diminuzione della produzione.
Il ragnetto rosso è in grado di compiere danni di rilevanza economica nonostante la presenza sulle foglie e sul fusto del pomodoro di particolari tricomi che, oltre ad ostacolare i movimenti dei ragnetti, possono produrre essudati tossici per questi parassiti.
La diffusione
Generalmente gli attacchi cominciano dai bordi degli appezzamenti e l’infestazione avviene per passaggio fra piante contigue, tramite il suolo, per trasporto di oggetti o di persone, o tramite il vento per cui, di norma, l’infestazione è distribuita a macchie di leopardo.
In genere, gli attacchi aumentano soprattutto dove le infrastrutture ecologiche che fungono da habitat per il rifugio e la moltiplicazione dei nemici naturali sono assenti o poco efficienti e il controllo naturale stenta ad attivarsi per cui, nella scelta della strategia di difesa, va attentamente considerata anche la selettività dei prodotti nei confronti dell’entomofauna utile (tab. 1).
Il ragnetto rosso sverna come femmina nascosta nelle crepe nel terreno, nei residui delle colture precedenti e in altri luoghi protetti ai margini dei campi coltivati. Le femmine svernanti tornano in attività in primavera, si disperdono ed iniziano a deporre le uova sulle foglie delle piante ospiti. Ogni femmina può deporre fino a 20 uova al giorno con un massimo di 300 uova deposte nel corso della vita.
Il suo sviluppo è ottimale tra 30 e 32 ° C e con una umidità relativa inferiore al 50% per cui in estate Tetranychus urticae completa il ciclo in poco meno di una settimana e, con condizioni climatiche favorevoli, può arrivare a compiere fino a 7-10 generazioni in un anno.
In tutti i suoi stadi vitali, Tetranychus urticae tesse sullo strato inferiore delle foglie delle tele setose che trattengono l’umidità ed assicurano un eccellente protezione di tutte le forme contro il vento, i predatori e i trattamenti.
Le strategie di difesa
In passato, negli anni meno favorevoli allo sviluppo del ragnetto rosso, gli attacchi sul pomodoro potevano essere contenuti con un solo intervento acaricida che, negli anni più caldi, spesso diventavano due specialmente per i trapianti più tardivi. Per individuare tempestivamente il momento di intervento è opportuno condurre periodiche osservazioni di campo soprattutto nei bordi degli appezzamenti e scegliere i prodotti sulla base delle loro caratteristiche e delle loro modalità d’azione (vedi tab. 1).
Per i prodotti che agiscono per contatto è fondamentale realizzare una bagnatura della coltura uniforme da realizzarsi attraverso la scelta di opportuni volumi di distribuzione.
tab. 1 - Azione prevalente dei principali acaricidi disponibili | ||
Azione prevalente | Sostanza attiva | Selettività |
Contatto contro le forme mobili | abamectina | |
acequinocyl | ||
Beauveria bassiana (*) | ||
Sali potassici degli acidi grassi (*) | ||
Zolfo (*) | ||
Olio minerale (*) | ||
Maltodestrina | ||
Contatto contro le forme mobili/parziale azione ovicida | Bifenazate | |
Fenpiroximate | ||
Ovo-larvicidi | Etoxazole | |
Exitiazox | ||
Ovicidi | Clofentezine |
(*) autorizzati in agricoltura biologica.
I colori indicano non selettivo, selettivo e mediamente selettivo
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita