I nematodi attaccano le colture, in particolare le orticole, soprattutto quando vengono coltivate con elevata frequenza sullo stesso terreno. Le specie dannose possono essere suddivise in base agli organi bersaglio:
- epigei, dove provocano deperimenti vegetativi fino alla morte (es. gen. Aphelenchoides e Ditylenchus);
- ipogei (radici), dove provocano alterazioni morfologiche che riducono fortemente la capacità assorbente dell’apparato radicale.
Tra questi ultimi si distinguono due gruppi in funzione delle alterazioni morfologiche prodotte:
- i nematodi galligeni (es. gen. Meloidogyne) provocano la formazione di “galle” sulle radici, compromettendone la funzionalità. Attaccano principalmente le solanacee (pomodoro, peperone, melanzana e tabacco) e le cucurbitacee (cetriolo, cocomero, melone e zucchino);
- i nematodi cisticoli (es. genere Heterodera, Globodera) provocano la formazione di cisti, contenenti centinaia di uova, che possono rimanere nel terreno per anni e schiudersi in presenza degli essudati radicali delle piante ospiti (patata, carota, barbabietola da zucchero e colture leguminose).
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