Fra le diverse cocciniglie delle piante da frutto, la più diffusa e dannosa è l’aspidioto (Comstockaspis perniciosa). Si tratta di una specie di origine americana estremamente polifaga. Sulle pomacee, negli ultimi anni, all’aspidioto si è affiancata una nuova cocciniglia cotonosa Pseudococcus comstocki che, progressivamente, sta espandendo il suo areale di presenza in tutta l’Italia settentrionale. Sulle drupacee, invece, oltre all’aspidioto e a P.comstocki, sono ancora presenti popolazioni della tradizionale cocciniglia bianca (Pseudaulacaspis pentagona).
I danni diretti provocati dalle cocciniglie sono di due tipi e sono correlati al grado d’infestazione. Ci sono danni quantitativi che si manifestano con un deperimento generale che porta alla decurtazione della resa e sono dovuti alla sottrazione della linfa e agli effetti fitotossici della saliva immessa con l’apparato boccale. Ma ci sono anche danni qualitativi che portano ad un deprezzamento commerciale dei frutti dovuto alle decolorazioni provocate dalle punture.
La difesa delle colture frutticole dagli attacchi di cocciniglie non è sempre semplice e neppure priva di difficoltà. Purtroppo la soglia di tolleranza per la presenza di questi fitofagi nelle partite destinate alla commercializzazione, è estremamente bassa: infatti una sola puntura di una neanide di cocciniglia è sufficiente per causare il totale deprezzamento commerciale di un frutto specialmente se è destinato all’esportazione.
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