La presenza di tripidi nel Centro Italia in areali orticoli è diventata da alcuni anni una seria minaccia per le colture ortive a ciclo estivo.
Proprio in questi giorni si segnala già la presenza di tripidi su cipolla. In particolare per il radicchio e per la lattuga i danni da essi provocati, soprattutto indiretti, quali vettori del virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro TSWV, stanno costituendo uno dei fattori limitanti alla loro coltivazione.
Il principale tripide presente nel Centro Italia è la Frankliniella occidentalis; in minor misura è presente anche il Thrips tabaci.
Insetti vettori di virus
Il danno causato dai tripidi è sia di tipo diretto, in quanto le punture di suzione causano la comparsa di punteggiature argentate e necrotiche sui tessuti fogliari, rallentamenti vegetativi e sensibile riduzione di sviluppo, sia indiretto, in quanto le neanidi sono temibili vettori del virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro TSWV (Tomato Spotted Wilt Virus).
Esso è un Tospovirus, altamente polifago, che può infettare oltre 650 specie vegetali. L’acquisizione del virus può essere facilmente effettuata anche su piante spontanee, sulle quali è nota la trasmissione attraverso il seme.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Su radicchio e su lattuga i danni causati dal virus che si possono osservare anche su giovani piantine, già dopo 10-15 giorni dal trapianto, consistono in maculature e necrosi fogliari più o meno estese, crescita stentata e cespugliosa, rapido avvizzimento delle piante e nei casi più gravi, morte delle piante e perdita totale della produzione.
Anche qualora non si arrivi alla morte della pianta, si determina una perdita qualitativa che richiede un’accurata monda o addirittura non consente la commercializzazione del prodotto. Il virus è acquisito solo dalle neanidi di prima e seconda età dei tripidi, mentre gli adulti possono solo trasmettere il virus acquisito durante le fasi giovanili. Infatti, una particolare conformazione del canale alimentare non consente agli adulti di acquisire il virus. Il controllo delle popolazioni di tripidi, pur non essendo considerato risolutivo e, soprattutto molto difficile da attuare, contribuisce alla riduzione della diffusione del virus. Il periodo maggiormente interessato da tale problematica è quello estivo, quando è massima la presenza di tripidi. Quindi i trapianti maggiormente a rischio sono, appunto, quelli estivi.
Le strategie di contenimento
La possibilità di contenere il TSWV è legata alla possibilità di controllo dei tripidi che, tuttavia, risulta assai difficile. Ciò anche a causa del fatto che il numero di ospiti naturali rende inesauribile le fonti di inoculo.
L’eliminazione delle erbe infestanti prima del trapianto della coltura potrebbe, quindi, apportare sensibili benefici. Il contenimento di questi fitomizi è oltremodo importante soprattutto per controllare le infezioni secondarie, ossia quelle prodotte dai tripidi che sono nati nella coltura e che si sono nutriti di piante già infette acquisendo il virus. È necessario, tuttavia, effettuare diversi interventi nel corso del ciclo colturale e ciò espone i pochi prodotti a disposizione a grave rischio di insorgenza di fenomeni di resistenza.
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È importante effettuare i trattamenti chimici appena presenti le prime forme, che possono essere empiricamente individuate scuotendo le foglie su una base bianca (anche un foglio di carta!) e osservando con una semplice lente di ingrandimento. Si può monitorare la presenza di tripidi anche con trappole cromotropiche azzurre.
I principi attivi che si possono utilizzare su lattughe e simili sono: alcuni piretroidi (Deltametrina, Acrinatrina, Etofenprox, Tau-fluvalinate), l’Abamectina, il Formentanato, l’Acetamiprid, Spinosad, Spinetoram. Per coltivazioni a indirizzo biologico sono ammessi: Beauveria bassiana, estratto di piretro, sali di potassio degli acidi grassi.
I due fitomizi
Frankliniella occidentalis e Thrips tabaci sono specie termofile che trovano le condizioni migliori per il loro sviluppo nei periodi più caldi dell’anno. Le femmine depongono le uova dentro i tessuti fogliari. F. occidentalis sverna allo stadio di pupe interrate a pochi centimetri di profondità. Lo sviluppo embrionale è di soli alcuni giorni in condizioni di temperature ottimali, (25-26 °C), di circa 13 giorni se la temperatura scende al di sotto di 15 °C.
Il ciclo di sviluppo da uovo ad adulto avviene in 13-14 giorni con temperature ideali. Thrips tabaci, sverna, invece, come adulto tra i detriti presenti sulla superficie del terreno o nelle anfrattuosità delle serre. Il ciclo di sviluppo, da adulto ad adulto, richiede, in genere, 25-30 giorni e, di norma, compie 3-4 generazioni da aprile a settembre.