A seguito dell’introduzione del batterio da quarantena Xylella fastidiosa in Italia nel 2013 e successivamente in altre aree dell’Europa, enormi sforzi si sono concentrati nella ricerca di soluzioni, distraendo in parte dalle emergenze che sono state segnalate in seguito. Diversi patogeni inseriti nelle liste EPPO (A1, A2 e Alert) sono stati introdotti ed individuati nel territorio pugliese e nella vicina Basilicata, così come patogeni poco noti o inattesi sono stati accertati per essere responsabili di nuove malattie sul territorio regionale, sia su colture autoctone che di recente introduzione, con conseguenti problemi per il comparto agrario sguarnito spesso di mezzi efficaci alla loro gestione.
Danni economici e qualitativi
Di seguito ne sono indicati alcuni di quelli che nell’ultimo quinquennio sono stati segnalati dai ricercatori della sezione di Patologia vegetale del DiSSPA-UNIBA, in gran parte anche componenti dell’Unità Capofila della Rete SELGE Progetto n. 14 e del CRSFA.
Alcuni patogeni sono inserti nelle liste EPPO, altri sono indicati perché stanno causando importanti danni economici e qualitativi, sono ignoti ai più e perché non si dispone di adeguati strumenti per il contenimento. Ospite, anno e luogo di rinvenimento possono essere di ausilio al lettore. Per molti di questi, informazioni più puntuali sono reperibili su note a stampa pubblicate o sottomesse per la pubblicazione.
Le ragioni dell’invasione
Diverse sono le ragioni che possono spiegare l’insorgenza di queste nuove emergenze e che richiederebbero specifici approfondimenti. Certamente la velocità con cui sono governati gli scambi commerciali rende più facile l’introduzione di nuovi patogeni in aree indenni, ma questa da sola non può spiegare l’insediamento poi del patogeno su una specifica coltura e in una data area. Tra le cause che potrebbero favorire l’insediamento del patogeno, oltre alla mancanza di antagonisti naturali efficienti, vi possono essere le tecniche di gestione agronomica che spingono alla “industrializzazione” dei processi produttivi.
Ad esempio l’adozione di forme di allevamento intensive e super intensive e l’introduzione di varietà alloctone più “prestanti” rispetto alle autoctone, possono certamente agevolare l'insediamento e la diffusione dei patogeni recentemente introdotti.
Meno agrofarmaci, più avversità
Da non sottovalutare, poi, le importanti modifiche nell’approccio alla protezione con l’abbandono di molte molecole chimiche di sintesi a largo spettro a favore di molecole più specifiche, antagonisti microbici e sostanze naturali i cui effetti sul microbioma della pianta sono ancora poco noti. Così come certamente oscuro è il ruolo che biostimolanti e corroboranti possono avere sul patosistema e sul mcrobioma a questo associato. In ultimo il susseguirsi di annate record con eventi piovosi estremi e temperature in aumento hanno certamente favorito alcuni patogeni e l’insorgenza di nuove malattie. Le tecnologie high-throughput, studiando l'espressione genica a scala di singole piante rendono possibile iniziare a discriminare le risposte a diversi fattori di stress biotici e abiotici permettendo anche di iniziare a provare a sintetizzare gli effetti delle variabili climatiche sull'incidenza delle infezioni.
La strada dei modelli previsionali
Ancora tanta è però la strada da fare per giungere ad esempio a sviluppare modelli previsionali che incorporino nei sistemi predittivi gli effetti dei cambiamenti stessi. Queste tecnologie trovano applicazione anche nello studio di sistemi complessi (opsite-patogeno-ambiente) nonché nella diagnostica fitopatologia potendo così avere un ruolo importante nella comprensione di fenomeni ancora poco chiari, laddove si decidesse di invertire la rotta investendo sulla ricerca come strumento di conoscenza. In conclusione si auspica che si possa anche in ambito agricolo operare non sulle emergenze ma sulle conoscenze proprie di un’attività di ricerca mirata e concertata con istituzioni e produttori.
Le segnalazioni degli ultimi 5 anni
Patogeno | Specie ospiti | Anno di rilevamento | Luogo di rinvenimento | Lista EPPO |
Tomato leaf curl New Delhi virus (ToLCNDV) | Zucchino e melone | 2017 | Ginosa | Alert |
Xanthomonas arboricola pv. pruni | Mandorlo | 2018 | Barletta-Andria-Trani- Foggia | A2/62 |
Monilinia fructicola | Drupacee | 2014 | Puglia e Basilicata | A2/153 |
Coniella granati | Melograno | 2015 | Puglia e Basilicata | Prima segnalazione |
Erysiphe sp. | Melograno | 2015 | Nardò | Prima segnalazione in vivaio |
Pseudomonas syringae pv syringae | Vite | 2017 | Sud-est barese | Prima segnalazione su grappoli |
Macrophomina phaseolina | Fragola | 2017 | Arco Jonico | Prima segnalazione |
Arthrinium marii | Olivo | 2017 | Andria | Prima segnalazione |
Dactylonctria torresensis | Olivo | 2017 | Puglia | Prima segnalazione |
Colletotrichum nymphaeae | Olivo | 2018 | Veneto e Friuli | Prima segnalazione |
Neofabrea spp. | Olivo | 2018 | Puglia, Toscana, Abruzzo | Recrudescenza in impianti intensivi e super-intensivi |
di Antelmi Ilaria1, Cariddi Corrado1, De Miccolis Angelini Rita Milvia1-2, Dongiovanni Crescenza3, Faretra Francesco1-2, Gallitelli Donato1, Gerin Donato1, Nigro Franco1-2, Pollastro Paola3, Pollastro Stefania1-2, Rotolo Caterina1, Silletti Maria Rosaria3, Spanò Roberta1, Trisciuzzi Nicola3
1Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (DiSSPA-UNIBA) e 2Rete regionale di laboratori per la selezione, caratterizzazione e conservazione di germoplasma e per la prevenzione della diffusione di organismi nocivi di rilevanza economica e da quarantena (SELGE Progetto n. 14), via Amendola 165/A, 70126 Bari
3Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura Basile Caramia (CRSFA) via Cisternino 281, 70010 Locorotondo (BA).