Multe da dieci a sessantamila euro, confisca dei prodotti illeciti, chiusura degli stabilimenti e stop ai finanziamenti statali o europei per svolgere attività imprenditoriale da uno a tre anni per chi produce o commercializza alimenti, bevande e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati.
Tradotto: stop alla carne sintetica. Questo il succo dello schema di Disegno di legge presentato in Consiglio dei ministri dal ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.
Le sanzioni potranno essere applicate anche a chi finanzia aziende produttrici di alimenti in provetta si legge nella bozza.
Esulta Coldiretti
Un provvedimento arrivato dopo la campagna lanciata nei mesi scorsi da Coldiretti contro il "cibo Frankenstein" che ha portato l'organizzazione degli agricoltori a raccogliere mezzo milione di firme. «Lo schema di disegno di legge del governo contro il cibo sintetico risponde alle richieste di mezzo milione di italiani che hanno firmato la petizione promossa da Coldiretti per salvare il Made in Italy a tavola dall'attacco delle multinazionali – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – sottoscritta anche dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida».
Dopo l'autorizzazione per il consumo umano concessa dall'autorità alimentare americana Fda ai filetti di "pollo" creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, il rischio è che anche nell'Unione europea già quest'anno – denuncia la Coldiretti – potrebbero essere introdotte le prime richieste di via libera. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce e al latte, mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta.
«Le bugie del cibo in provetta confermano che c'è una precisa strategia delle multinazionali che, con abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – conclude Prandini –. La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l'ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c'è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali».
