Un nuovo principio, quello dei sistemi foraggeri dinamici, è quello che Giorgio Borreani dell’Università di Torino intende diffondere. In pratica consiste nel coltivare direttamente le materie prime con il più alto valore di mercato e, come spiega Borreani, «si dovrebbe ragionare sul valore di sostituzione, ovvero su quanto quel determinato prodotto ci fa risparmiare se impiegato nella razione alimentare».
La via da percorrere è quella della qualità, infatti i foraggi di alta o altissima qualità sono difficili se non impossibili da reperire sul mercato, mentre risulta più facile trovare del buon silomais. Di conseguenza conviene acquistare silomais e concentrarsi a produrre foraggi d’altissima qualità, visto oltretutto che questi ultimi possono contribuire a ridurre i costi d’alimentazione. Inoltre con i sistemi colturali dinamici, poiché comprendono spesso la rotazione, si può puntare su un ulteriore risparmio di fertilizzanti e fitofarmaci.
Come ottenere l’eccellenza
Fare prodotti di grande qualità richiede accorgimenti particolari. Spesso infatti occorre anticipare il periodo di taglio, come avviene per la medica, che dovrebbe essere raccolta allo stadio di bottoni fiorali, ma ciò implica che le operazioni colturali avvengono in un periodo in cui il clima è spesso volubile e quindi si deve disporre anche di cantieri di raccolta efficienti.
Quanto alle tecniche di conservazione Borreni vede l’essiccamento in campo come superato, favorendovi l’insilamento o l’essicazione in due tempi, dove a una prima fase essiccativa in campo se ne aggiunge una in azienda attraverso ventilazione forzata. Insilare costa meno d’essiccare in due tempi, ma in certe realtà risulta di fatto obbligatoria l’ultima soluzione.
Optando per l’insilato occorrerà però prestare attenzione a quanto tempo resta aperto il prodotto, cercando quindi coperture adeguate e tassi d’utilizzo giornaliero adeguati.