Mai come in questa estate le stalle soffrono lo stress da caldo

stress da caldo
Ventilatori e doccette refrigeranti in funzione nell'azienda zootecnica bovina "Querceta" di Putignano (Ba) per raffrescare la stalla
Il caldo torrido sta facendo soffrire le vacche, nonché bufale, pecore e capre. Gli allevatori cercano di rimediare garantendo acqua costantemente e mettendo in funzione ventilatori e doccette refrigeranti, ma, oltre a sopportare maggiori costi idrici ed energetici, devono far fronte a un consistente calo della produzione di latte

I due mesi più caldi e siccitosi degli ultimi 50 anni stanno riducendo alla sete l’agricoltura pugliese. Le temperature torride mettono a repentaglio le coltivazioni, ma a soffrire molto per lo stress da caldo sono anche gli animali allevati nelle aziende zootecniche.

Stress da caldo, diminuisce la produzione di latte

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Il primo accorgimento è far stare le bovine sempre al riparo, all’ombra, al fresco

Vacche, bufale, pecore e capre consumano più acqua, ma producono molto meno latte rispetto ai periodi climaticamente più freschi. Le alte temperature hanno notevolmente accresciuto i consumi idrici: nelle stalle ogni singolo animale arriva a bere fino al doppio dei litri di acqua rispetto ai periodi più freschi. Ma il caldo eccessivo e insopportabile ha aumentato i consumi sia di acqua sia di energia elettrica per alimentare i ventilatori e le doccette refrigeranti indispensabili per aiutare gli animali a sopportare meglio la calura e a resistere alle alte temperature.

L’aumento conseguente dei costi di impresa

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Ventilatori e doccette refrigeranti in funzione nella stalla della "Querceta"

L’aumento dei costi per i maggiori consumi di energia e di acqua che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali è completamente a loro carico e pesa nel bilancio di ogni azienda zootecnica, che deve fare anche i conti con il consistente calo della produzione di latte, dichiara Gianluca Gigante, allevatore bovino di Putignano (Ba) e titolare con il fratello Piero dell’azienda zootecnica bovina “Querceta”.

«In queste condizioni climatiche anormali il primo accorgimento è far stare le bovine sempre al riparo, all’ombra, al fresco. Dopo occorre fornire loro costantemente acqua, in modo che sia sempre disponibile all’abbeveratoio: ogni vacca assume almeno 15-20 litri di acqua in più al giorno. Infine è opportuno raffrescare l’ambiente: oltre a disporre dei ventilatori, comunemente utilizzati per arieggiare, noi abbiamo montato le doccette refrigeranti, che permettono di abbassare la temperatura ambientale e quella corporea degli animali, assicurando loro un po’ di refrigerio».

Da oltre due mesi forte calo della produzione

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Nonostante gli accorgimenti adottati, le vacche producono 7-8 litri di latte in meno al giorno da più di due mesi

Eppure, nonostante questi accorgimenti, le vacche producono meno latte da più di due mesi. «È dai primi di giugno che le temperature sono notevolmente aumentate, accompagnate da autentiche ondate di calore. Ogni vacca, munta attraverso il robot di mungitura, produce ogni giorno 26-27 litri di latte, quindi 7-8 litri in meno rispetto ai 34 litri al giorno consueti. Per una stalla che comprende 160 vacche in lattazione significa una diminuzione quotidiana di 1.200 litri di latte. È una perdita assolutamente di rilievo, se si considera che noi trasformiamo tutta la produzione aziendale e che nel periodo estivo l’afflusso di turisti comporta un incremento della domanda di prodotti lattiero-caseari, che quindi abbiamo difficoltà a soddisfare. L’unico relativo vantaggio derivante da questo caldo eccessivo è che le vacche, bevendo più acqua, assumono ogni giorno 3-4 kg di sostanza secca in meno. Un “vantaggio” di cui faremmo volentieri a meno!»

Mai come in questa estate le stalle soffrono lo stress da caldo - Ultima modifica: 2021-08-17T11:58:52+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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