«In questo momento di crisi la filiera veneta del latte, dalle stalle al piccolo caseificio fino alle grandi cooperative e imprese, va tutelata da speculazioni, ribassi indebiti dei prezzi, distorsioni delle catene distributive. Se le stalle chiudono non riaprono più: gli allevatori rischiano di essere l’anello più debole».
Lo ha ribadito l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, a conclusione del “tavolo bianco” convocato in videoconferenza, presenti tutti gli attori della filiera veneta.
Fini agronomici e bioenergetici
Sul tavolo anche la proposta della Regione Veneto di finanziare un ritiro per fini agronomici, ovvero di utilizzare il siero del latte e i sottoprodotti delle lavorazioni casearie come ammendanti per l’agricoltura e di attivare le deroghe per conferirli nei biodigestori, nonché sulla richiesta di stoccaggio temporaneo di latte e di congelamento delle cagliate. «Produttori, caseifici e organizzazioni di categoria - informa Pan – hanno espresso una sostanziale condivisione su queste misure emergenziali»
La filiera, inoltre, valuta positivamente l’intervento governativo a favore della polverizzazione del latte o della sua trasformazione UHT a beneficio degli stock Agea da distribuire agli indigenti. «Ma, in questo momento così difficile, servono ulteriori misure straordinarie e tempestive per garantire liquidità alle aziende e per fronteggiare una fase emergenziale che potrà durare anche qualche mese».
Le proposte della filiera
Controllo del prezzo del latte alla stalla, sblocco dei premi unici Pac, gestione del surplus di latte non ritirato e riorientamento della domanda del ‘fresco’ messa in crisi dalla chiusura del canale Horeca (hotel, ristorazione, caffè e pubblici esercizi), coinvolgimento della grande distribuzione perché sugli scaffali di supermercati e ipermercati arrivino latte, latticini e formaggi ‘made in Veneto’, tutela delle produzioni locali rispetto alle importazioni d’oltre frontiera: queste le richieste formulate, con diversi accenti, del mondo dei produttori e dei trasformatori.
Proposte che Pan intende portare, al tavolo della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e all’attenzione del Governo.
Occorre bloccare o rallentare le importazioni
«Bene le prime misure adottate dal Consiglio dei ministri relative all’ammasso, al ricorso alla cassa integrazione e all’aumento del fondo indigenti per l’acquisto di latte crudo. Ma il Veneto, in questa fase, chiede di rallentare le importazioni di latte dai paesi esteri e fa appello ad una misura nazionale di sostegno economico e promozionale alla filiera alimentare del made in Italy».
Stoccaggio e polverizzazione
L’assessore ritiene che il sistema veneto, che è il terzo produttore in Italia di latte e formaggi dopo Lombardia ed Emilia Romagna e che esporta il 40 per cento dei suoi prodotti caseari, abbia le potenzialità per adottare strategie condivise su conferimenti, lavorazioni e distribuzione, la disponibilità ad applicare misure di stoccaggio e a lavorare insieme nella prospettiva di dotare il Veneto di un impianto di polverizzazione.
Attivare fondi diretti
«Chiederò al Presidente e al Vicepresidente della Giunta, che ha anche la delega al bilancio – ha promesso Pan - di verificare la possibilità di attivare fondi diretti regionali per favorire lo stoccaggio dei formaggi a denominazione di origine, a tutela delle rispettive quote di mercato, e di individuare una misura di aiuto rivolta in particolare ai piccoli produttori, per integrare il reddito delle stalle e dei caseifici più esposti ai contraccolpi della crisi».
Al tavolo dedicato alla crisi della filiera del latte hanno partecipato, oltre all’assessore Pan e ai tecnici della Direzione Agroambiente della Regione, Gianluca Fregolent e Alberto Zannol, i rappresentanti dei produttori (Arav, Aprolat e Comitati spontanei), i Conzorzi di tutela dei formaggi D.O del Veneto, i piccoli caseifici (rappresentati da Confartigianato), le grandi cooperative (Lattebusche, Latteria Soligo) e le associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Agriform, Agriveneto, Copagri e Confcooperative.
Garantire l’approvvigionamento di mascherine
La prima richiesta espressa dal mondo dei caseifici al tavolo convocato da Pan è stata quella di mettere in sicurezza i lavoratori, fornendo agli operatori della filiera lattiero-casearia mascherine, guanti e dispositivi di prevenzione e adottando moduli organizzativi che prevedano presenze alternate. «Il mondo dei produttori, piccoli e grandi, sta dimostrando grande senso di responsabilità verso i lavoratori e verso i consumatori. E l’amministrazione regionale sta attivando tutte le strade e le risorse per garantire l’approvvigionamento di mascherine in Veneto, consapevoli però che la priorità nella distribuzione è rappresentata gli operatori del sistema sanitario».