Il pascolo nell’allevamento del suino biologico sta aumentando la sua attrattività per diversi vantaggi che offre come una riduzione della manodopera e la possibilità, quando ben fatto, di sostituire in parte i concentrati rendendo la razione economicamente più conveniente. Questo sistema poi ben si adatta al recupero delle razze autoctone.
I punti di forza di questo sistema d’allevamento sono il miglioramento del benessere animale e un contenimento dei costi, ma va detto che in ambienti mediterranei la siccità e il caldo prolungato rappresentano un problema. Per far fronte a ciò è importante una corretta gestione agronomica e la conoscenza delle essenze erbacee presenti, senza scordare la possibilità di inserire l’allevamento nella rotazione agraria.
Davide Bochicchio, collaboratore presso il Crea-za di San Cesario su Panaro (Mo) e esperto di fama internazionale sul tema del pascolo in suinicoltura parla del progetto Zoobio2Systems.
Il progetto
Alla luce di tutto questo si è fatta una sperimentazione sul ciclo produttivo e l’ingrasso del suino in un sistema di turnazione dei pascoli, dove si è prevista anche la spigolatura. Dopo queste turnazioni si è osservata una differenza statisticamente significativa nella composizione acidica del grasso dorsale dei maiali, infatti con una dieta “verde” si ha un aumento d’acido linoleico, mentre con una più ricca di concentrati cresce la deposizione d’acido linoleico. Il pascolo verde consente quindi di arricchire positivamente il grasso di deposito.
Il progetto poi si è ramificato prestando attenzione alle realtà biologiche più piccole ricorrendo anche alla permacultura, nonché intervenendo nel miglioramento genetico di colture proteiche alternative alla soia.
Le difficoltà di questo approccio stanno tutte nella corretta gestione del pascolamento, ma non bisogna dimenticarsi che in Italia la carne suina è di fatto quella più consumata, ma che quella biologica è ancora una quota minima.
L'articolo completo può essere letto sul sito della Rivista di suinicoltura