L’agricoltura contribuisce in maniera decisiva al consumo di acqua dolce (il 70% e addirittura il 90% nei Paesi meno sviluppati) che aumenterà nei prossimi anni con la domanda di cibo da milioni di persone ancora sottonutrite (+55% da
qui al 2050). Entro il 2050 sarà chiamata a produrre il 60% di cibo in più a livello globale, il 100% in più nei Paesi in via di sviluppo, secondo il rapporto Onu.
Consumi energetici - Anche i consumi energetici fanno la loro parte con prelievi pari al 15% del totale che potrebbero salire al 20% nel giro di venti anni.
I consumi agricoli ed energetici rischiano dunque di assetare ancora di più il Pianeta e serve un ripensamento complessivo.
Ridurre gli sprechi - Sono le cifre del Rapporto 2015 dell’Onu che ha celebrato di recente la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day) e sollecita l’agricoltura a migliorare le tecniche d’irrigazione, ridurre gli sprechi e aumentare la produttività delle colture. Sul fronte energetico serviranno sistemi più efficienti di raffreddamento degli impianti e una crescita della produzione da fonti rinnovabili come eolico, solare e geotermico.
Riserve in esaurimento - Le riserve d’acqua nel mondo si stanno riducendo velocemente: il 20% delle falde è infatti sovrasfruttato e, di questo passo, tra 15 anni la Terra si troverà ad affrontare un calo del 40% della disponibilità d’acqua dolce.
In Italia - Se la situazione mondiale è preoccupante, quella italiana non è rosea. L’acqua che esce dai rubinetti è tendenzialmente di buona qualità, rileva l’Enea, ma “restano da sciogliere nodi come il gran numero di gestori, l’elevata dispersione della risorsa nelle reti di distribuzione e le alte concentrazioni di elementi potenzialmente nocivi come arsenico e fluoro in alcune aree del Paese”.
Questa nuova edizione del Rapporto Onudimostra chiaramente come l’acqua è fondamentale per quasi ogni aspetto dello sviluppo sostenibile.