Negli ultimi anni, a partire dal 2007, poco prima dell’avvio della grande e prolungata crisi finanziaria e economica, i mercati mondiali delle commodity agricole e beni alimentari sono stati caratterizzati da una fortissima impennata e successiva caduta dei prezzi che è continuata fino ai gironi nostri, determinando una prolungata variabilità dei prezzi. Sono cambiati anche i prezzi relativi e quindi la convenienza delle diverse produzioni agricole e alimentari. Le forti oscillazioni hanno accentuato l’incertezza fra operatori e sull’andamento di interi settori e comparti alimentari.
Effetto geopolitica
Nello stesso tempo, alla variabilità dei prezzi si è associata una crescente influenza e turbamento dei mercati alimentari mondiali determinati dai rischi geopolitici, con misure restrittive sulle esportazioni da parte di alcuni principali produttori, dal lato dell’offerta (es. cereali), o vere e proprie crisi dal lato della domanda per effetto dell’impennata dei prezzi di beni di largo consumo sulla stabilità sociale di alcuni paesi.
Recentemente, crisi diplomatiche e conflitti si sono tradotti in sanzioni e contro-sanzioni che hanno riguardato anche le produzioni agroalimentari (es. Russia).
Ue, una spesa da 1000 miliardi
Le prospettive di mercato per le produzioni alimentari dell’Unione europea sono rilevanti sia sul mercato interno, che in particolare per le esportazioni nel mercato mondiale. Il mercato interno dell’Unione europea, rappresenta la più grande area commerciale al mondo, con circa 500 milioni di persone e una spesa per consumi alimentari delle famiglie che supera i 1000 miliardi di euro.
Molti paesi hanno ancora livelli di consumi alimentari delle famiglie superiori al 20% del totale. I processi di crescita demografica e l’urbanizzazione, ancora in atto in molti paesi, sostengono la domanda alimentare europea, in cui un ruolo rilevante è giocato dai prodotti trasformati.
L’integrazione progressiva del mercato dell’Unione europea e in particolare il miglioramento del funzionamento del Mercato unico, possono contribuire allo sviluppo della domanda interna, con possibilità di affermare quei vantaggi competitivi che stanno caratterizzando i sistemi agroalimentari dei diversi Paesi. L’importanza del mercato europeo risulta già evidente per la rilevanza sempre maggiore degli scambi commerciali intra-Eu29.
Verso i paesi emergenti
Le esportazioni alimentari dell’Unione, anche in seguito ai risultati positivi raggiunti proprio in questi ultimi anni di crisi, presentano possibilità di ampliamento verso diversi paesi emergenti e in particolare Brasile, Cina, e Giappone.
La grande crescita dei consumi alimentari si ricollega processo di sviluppo economico, demografico e dell’urbanizzazione, che sempre più caratterizza le economie dei paesi emergenti, che stanno cambiano la geografia economica mondiale e la stessa struttura della domanda e dell’offerta alimentare mondiale. Il superamento della popolazione urbana rispetto a quella rurale fin dal 2010 e la crescita di una classe media considerevole, soprattutto nei paesi asiatici, amplifica le possibile prospettive per le esportazioni alimentari europee, incentrate soprattutto sui prodotti trasformati, di cui l’Unione europea ha una leadership consolidata.
Domanda mondiale, il boom
Le prospettive di crescita della domanda mondiale di alimenti sono fra le più elevate, con un incremento del 70% a lungo termine (Fao per il 2050), superiore a quello previsto per l’energia e per risorse importanti come l’acqua.
Le prospettive di sviluppo della produzione alimentare e in particolare dei commerci internazionali sono influenzate spesso dalle politiche agricole e dagli accordi commerciali, come quelli conclusi recentemente in ambito Wto (2013), la cui estenuante e lunga trattativa, iniziata nel 2000 con il Millennium round, ha favorito la rivitalizzazione e realizzazioni di accordi regionali fra le grandi aree a livello mondiale (es. Mercosur, North America Union, Asia-Pacifico).
Di particolare importanza per l’Unione europea gli accordi commerciali in corso di definizione con gli Stati Uniti (TTIP, Transatlantic Trade and Investement Partnership) che possono portare a ulteriori ampliamenti degli scambi commerciali fra i due principali e più ricchi mercati mondiali per i prodotti alimentari e bevande.