Chi ha paura dei geni? La “fuga dei cervelli”, si sa, è un cronico problema della società italiana. Le originali idee di validi ricercatori formati in Italia, ma non valorizzati da un sistema che fatica a premiare il merito scientifico, hanno finito per fare la fortuna di Paesi esteri più consapevoli e stimolanti. Un problema che non risparmia la ricerca in agricoltura. Dove, anzi, il fenomeno è esasperato dagli eccessi di precauzione che bloccano settori promettenti come quello delle biotecnologie. Ogni tanto però i geni tornano a casa. La biotechweek organizzata di recente in Europa (con il record di 54 eventi nel nostro Paese) ha offerto a Luca Comai l’occasione per un inatteso homecoming. Esperto di genome editing ed ex studente di Agraria a Bologna, Comai ha infatti trovato la sua America presso il Plant Biology and Genome Center dell’Università di Davis (California), dove dirige un laboratorio. «Le ricerche in questo campo - dice - sono in continua evoluzione. Le New breeding techniques (v. Terra e vita 49-50/2015) offrono opportunità senza precedenti anche per il miglioramento genetico delle specie coltivate (e allevate). Tra queste la Crispr-Cas9 è la più promettente: una tecnica “gentile” ed estremamente efficiente, grazie alle caratteristiche di precisione, velocità, flessibilità ed economicità».
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