Anbi: «Post Pnrr serve una nuova cultura dell’acqua»

Il punto del presidente Anbi Francesco Vincenzi a margine dell’assemblea annuale dell’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue

«Dopo questa straordinaria opportunità che il Paese e l’Europa ci ha offerto col Pnrr bisogna immaginarsi quello che vogliamo nell’Italia del futuro, soprattutto in un tempo di cambiamenti climatici. Non possiamo pensare che il Paese si fermi. Abbiamo bisogno di pensare e di immaginare che l’Italia possa ancora avere una capacità programmatoria e pianificatoria. Il cronoprogramma della crisi climatica avanza inesorabilmente, suggerendo urgenti interventi di adattamento. Il rischio desertificazione per significative zone del Paese non è più solo un’ipotesi, ma una realtà contro cui intervenire subito». Lo afferma il presidente Anbi, Francesco Vincenzi, a margine dell’assemblea annuale dell’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, svoltasi a Roma.

«La cultura della prevenzione prevalga su quella dell'emergenza»

«Proprio per questo abbiamo chiesto con forza al Paese di fare un esame di coscienza su dove vogliamo andare, con una visione chiara e completa delle infrastrutture, che sono necessarie per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Per noi le infrastrutture primarie sono gli invasi, invasi per la produzione di energia elettrica, per la produzione di cibo e per dare acqua ai nostri cittadini, che devono avere sempre la giusta quantità di acqua e soprattutto di grande qualità. Questa visione di futuro passa da un nuovo approccio culturale. L'assemblea di oggi la vogliamo chiamare un'assemblea culturale perché occorre cambiare passo e pensare un Paese che agisca in prevenzione e non sempre in emergenza come ha fatto negli ultimi 30 anni».

In una settimana oltre 150 eventi estremi

Come sottolineato da Anbi, la nostra Penisola, ponte tra Europa e Africa, è diventata lo “specchio” del dramma climatico che globalmente stiamo  vivendo, presentando ormai lungo i suoi 1300 chilometri un inventario completo delle conseguenze del climate change, previste dagli scienziati nel corso degli anni. Mentre al Sud la siccità distrugge i raccolti, desertifica i territori e prosciuga i rubinetti (pregiudicando agricoltura e turismo), al Nord (dall’Appennino Tosco-Emiliano alle Alpi) si sono registrati, in una settimana, oltre 150 eventi estremi fra trombe d’aria, raffiche di vento, grandinate anomale, nubifragi (fonte: European Severe Weather Database).

Figliuolo: «Pronti 2,2 miliardi per interventi post alluvione»

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Francesco Paolo Figliuolo

«L’alluvione è un evento che ha uno sviluppo dinamico nel tempo e quindi il piano straordinario di ricostruzione post alluvione -del maggio 2023- per il territorio di Emilia-Romagna e Toscana deve tenerne conto. Dobbiamo prendere atto della possibile necessità di ricostruire in zone più sicure. Nel campo della tutela del territorio vanno fatte scelte equilibrate». Lo ha affermato il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Marche e Toscana, intervenendo durante i lavori.

Figliuolo ha poi reso noto che, sebbene ancora oggi sia difficile stimare i danni in via definitiva, d’intesa con la Regione Emilia-Romagna e con tutte le autorità territoriali, sono state stimate una serie di iniziative di somma urgenza, «che ammontano a 550 e per le quali sono stati stanziati 1,65 miliardi di cassa, quindi già spendibili. Abbiamo inoltre previsto ulteriori 500 interventi, per un totale di 2,2 miliardi di euro sempre già disponibili e spendibili».

«Lo scopo dei piani speciali – ha puntualizzato – è evitare che certi eventi si ripetano, lavorando per un nuovo assetto del territorio in un’ottica di lungo periodo, attraversando più manovre finanziarie. Oltre a difenderci, dobbiamo però imparare a convivere con gli effetti della crisi climatica, perché non tutto si può prevedere e controllare. In questo senso il nostro piano intende dare priorità agli interventi di adattamento, perseguendo due obiettivi: evitare lo spopolamento dei territori colpiti e fare in modo che coltivazioni e luoghi abitati siano preservati. In particolare, sarà prezioso il lavoro dei consorzi di bonifica per il mantenimento e il ripristino delle opere idrauliche, che consentano di riavviare e preservare la silvicoltura e l’agricoltura».

L’intelligenza artificiale per prevenire eventi meteo avversi

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Marco Casini

«Al fine di poter prendere decisioni determinanti su come gestire i cambiamenti climatici è fondamentale mappare il territorio. I dati devono essere conosciuti più rapidamente e in modo più integrato possibile». Ad affermarlo, il segretario generale dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale Marco Casini. «Ci sono strumenti per farlo al meglio – ha puntualizzato –, come satelliti, droni, Internet delle cose, ma oggi abbiamo anche la possibilità di analizzare i dati attraverso l’intelligenza artificiale».

Per valorizzare i dati Casini ha spiegato che è stato realizzato un geoportale con tutte le informazioni utili provenienti dai consorzi di bonifica, dalle Regioni e dai vari portatori di interesse. «Ora stiamo applicando l’intelligenza artificiale per immaginare scenari e prevenire fenomeni meteo estremi. Da questo punto di vista, il Pnrr è una grande fonte di finanziamento: tanti interventi sono stati fatti, ma ne servono ancora moltissimi. Solo nel mio distretto ci sono interventi finanziati per 150 milioni sulla parte irrigua, ma da qui al 2030 serve un altro miliardo e mezzo e, non essendoci un altro Pnrr dietro l’angolo, vanno trovati».

«Le conoscenze le abbiamo, le questioni sono note, ma c’è un problema di investimenti. Le mappe di pericolosità e di rischio sono poi realizzate tanti anni fa e oggi la gran parte di queste non corrisponde. Stiamo investendo molto nel ri-mappare i corsi d’acqua principali in modo da conoscere il quadro del rischio e – ha concluso – capire gli effetti degli interventi in un quadro d’insieme più ampio».

Enpaia, nuove tutele previdenziali. «Accordo strategico con Ebnci»

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Giorgio Piazza

Il presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza, nel suo intervento ha ufficializzato un accordo strategico fra la Fondazione e l'Ente nazionale bilaterale consorzi irrigui (Ebnci), sottoscritto lo scorso 27 marzo.

«L’accordo prevede che Enpaia gestisca in service i servizi di welfare in favore dei dipendenti consorziali. Si tratta di un passo importante – ha spiegato Piazza – che rafforza il ruolo di Enpaia come ente di riferimento per la previdenza e l’assistenza nel settore agricolo».

La fase di start up del servizio è prevista entro settembre 2024 con l’obiettivo di garantire alle parti un’infrastruttura informatica per la gestione di tutte le attività e per l’erogazione dei servizi agli iscritti a partire da gennaio 2025.

«Questa convenzione mette in sicurezza il lavoro e quando il lavoratore è messo nelle condizioni di ben operare, ovviamente anche il ruolo dei consorzi sull'ambiente e sulla sicurezza idraulica risulta molto più utile e più efficace».

Il prezzo dei cambiamenti climatici
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Siccità. Qui gli effetti su segale e grano tenero.

Secondo un recente rapporto Censis, negli ultimi 40 anni (1980-2022) i cambiamenti climatici hanno provocato danni in Italia per oltre 111 miliardi di euro. Circa il 30% dei danni alle imprese, provocati da eventi estremi nell’Unione Europea, è stato pagato dall’Italia, dove un’impresa su quattro si trova in un territorio a rischio frane o alluvioni.

E’ l’agricoltura, il cui 85% delle colture è irriguo, ad essere la più esposta alle conseguenze del cambiamento climatico: sono circa 20 miliardi di euro i danni stimati nel periodo 2022-2024 per siccità ed eventi alluvionali. Ma la crisi idrica pregiudica anche lo sviluppo socio-economico dell’Italia, dove la spesa pubblica per risarcire i danni provocati da alluvioni, frane e siccità è dieci volte superiore a quella impegnata per la prevenzione.

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Anbi: «Post Pnrr serve una nuova cultura dell’acqua» - Ultima modifica: 2024-07-03T11:55:07+02:00 da Laura Saggio

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