Attivare la riserva di crisi unionale che permetterebbe, con l'aiuto delle risorse europee, di affrontare la grave crisi del settore zootecnico. Lo propone Confagricoltura, che ha scritto al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida per sollecitare un suo intervento in questa direzione, a fronte dei dati allarmanti relativi all'influenza aviaria.
Milioni di capi abbattuti in pochi mesi
Secondo il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, sottolinea il sindacato presieduto da Massimiliano Giansanti, tra dicembre 2024 e metà gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 1,7 milioni tra tacchini, polli e galline, con un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. I focolai confermati nello stesso periodo sono arrivati ormai a 51 nel domestico e a 77 nel selvatico, con un tasso di crescita che sta accelerando.
Per il comparto suinicolo colpito dalla peste suina stanno partendo le procedure per la liquidazione dei danni indiretti subiti dagli allevatori per il periodo 1° dicembre 2023-30 novembre 2024, con un plafond che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto al fabbisogno. A rendere ancora più complessa la situazione è la conferma della presenza dell'afta epizootica, virus ad altissima morbilità, in campioni prelevati da alcuni bufali presenti in un allevamento tedesco nel Brandeburgo e per cui si auspica la messa in atto di tutte le misure possibili per evitare il diffondersi della patologia.
Nonostante il forte impegno del ministro Lollobrigida nel reperire le risorse stanziate, la gravità della situazione supera le capacità finanziarie di intervento attualmente disponibili, evidenzia Confagricoltura, rendendo impossibile garantire un adeguato indennizzo ai produttori colpiti. Per fronteggiare l'emergenza sanitaria l'istituzione di un fondo nazionale per le emergenze zootecniche che possa attingere al cofinanziamento comunitario, come già avvenuto in passato per l'aviaria, aumenterebbe la leva finanziaria degli interventi compensativi.