Caporalato, in carcere i datori di lavoro di Satnan Singh

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La Procura di Latina ritiene Renzo e Antonello Lovato, datori di lavoro del bracciante indiano morto nel giugno 2024 in seguito a un infortunio nei campi, responsabili in concorso tra loro di intermediazione illecita pluriaggravata e sfruttamento del lavoro

Su disposizione della procura di Latina, nel capoluogo pontino e nel carcere di Frosinone i militari della Compagnia Carabinieri di Latina, in collaborazione con quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro del capoluogo laziale, hanno dato esecuzione all'ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal gip del Tribunale di Latina su richiesta della locale procura, con cui è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del legale rappresentante dell'azienda per cui lavorava Satnan Singh e di suo padre, amministratore di fatto della ditta individuale.

Renzo e Antonello Lovato sono ritenuti, in concorso tra loro, responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravata, per avere utilizzato manodopera costituita da sette braccianti agricoli in condizioni di irregolarità sul territorio nazionale, ossia privi di permesso di soggiorno (tra cui Singh), a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno.

Dimostrate le condizioni di sfruttamento

L'attività investigativa condotta a partire dal 17 giugno scorso, giorno del grave infortunio occorso al bracciante indiano di 31 anni, poi deceduto, coordinata dalla Procura di Latina, anche mediante un'accurata analisi delle utenze telefoniche e dei social in uso ai lavoratori irregolari trovati sui campi al momento dell'infortunio, nonché grazie al contributo dichiarativo offerto da quattro lavoratori irregolari, che su richiesta del Comando Compagnia Carabinieri di Latina hanno ottenuto il permesso di soggiorno per "casi speciali", ha consentito di delineare il grave quadro indiziario nei confronti degli indagati.

Le indagini hanno permesso di circostanziare le condizioni di sfruttamento e la volontà degli indagati di approfittare dello stato di bisogno dei lavoratori irregolari attraverso: la corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi nazionali; la violazione della normativa relativa all'orario di lavoro, ai periodi di riposo e al riposo settimanale; la violazione delle norme in materia di sicurezza.

Analogamente, è stato possibile delineare le aggravanti del reato contestato, avendo gli indagati impiegato, da agosto 2022 a giugno 2024, più di tre lavoratori irregolari, esponendoli a situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro, nella fattispecie impiegando i lavoratori a mansioni improprie mediante l'utilizzo di attrezzatura artigianale e pericolosa. Nel medesimo contesto, l'autorità giudiziaria ha disposto anche il controllo giudiziale dell'azienda a vario titolo riconducibile ai due indagati, nominando un amministratore giudiziario.

Caporalato, in carcere i datori di lavoro di Satnan Singh - Ultima modifica: 2025-01-23T16:39:57+01:00 da Redazione Terra e Vita

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