La filiera del miele nel Lazio continua a registrare un andamento positivo, trainata da giovani e donne. Nello specifico, le aziende apistiche regionali sono cresciute del 343% negli ultimi dieci anni e gestiscono oggi oltre 39.200 apiari a fronte dei 19.200 registrati dieci anni fa. È quanto emerge da una elaborazione Coldiretti Lazio su dati Crea, che ha preso in esame l’intervallo temporale tra i due censimenti Istat.
Boom di giovani apicoltori
Nonostante le difficoltà legate ai cambiamenti climatici che negli ultimi due anni hanno quasi dimezzato la produzione di miele nel Lazio, con una resa produttiva del 40% in meno rispetto alla media annuale, la filiera nel complesso tiene e fa registrare un numero sempre maggiore di giovani apicoltori, in crescita del 19%, con una conduzione delle aziende prevalentemente maschile nel 70% dei casi.
Negli ultimi due anni, pero, nella Regione è stata evidente l'impronta delle donne alla guida delle aziende apistiche, cresciute dell'8%. Tra i comuni italiani che contano una maggiore presenza di apiari (814) e apicoltori professionisti troviamo Roma.
Le criticità che frenano la produzione di miele
Nel Lazio la produzione media annua è di circa 800 tonnellate pari all’8% del nazionale, anche se a mettere a rischio la sopravvivenza del patrimonio apistico regionale, oltre ai cambiamenti climatici sfavorevoli, è anche la presenza di predatori come la vespa orientalis, una specie a diffusione mediterranea, originariamente presente nel Sud Italia, che di recente è stata segnalata in diverse regioni, tra cui il Lazio.
Negli ultimi anni ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che penalizzano le fioriture, e del caldo anomalo degli inverni, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori. Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti, ma i “pastori delle api” hanno dovuto fare fronte anche all’esplosione dei costi: dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio.