Piano olivicolo nazionale: +25% di produzione in dieci anni

piano olivicolo nazionale
Il Masaf ha presentato il Pon: tra gli altri obiettivi ridurre i costi del 20%, tutelare la qualità e fare di più per la lotta alla Xylella fastidiosa

Il settore olivicolo italiano è pronto a una nuova fase di rilancio con il Piano Olivicolo Nazionale (Pon), presentato ufficialmente al Sol2Expo di Verona dal sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra. Tra gli obiettivi principali un aumento della produzione del 25% nei prossimi 7-10 anni, la riduzione dei costi del 20%, la tutela della qualità e un impegno concreto nella lotta alla Xylella fastidiosa, la batteriosi che ha devastato gli oliveti pugliesi.

Un piano ambizioso che coinvolge l’intera filiera, dalle istituzioni ai produttori, e che si pone come strategia chiave per rafforzare la competitività dell’olio extravergine d’oliva (Evo) italiano sul mercato globale.

Obiettivo crescita: più oliveti e maggiore produttività

Il 25% di aumento della produzione rappresenta un traguardo significativo, raggiungibile grazie alla modernizzazione degli impianti, alla valorizzazione delle cultivar autoctone e a una gestione più efficiente delle risorse. Il piano prevede il recupero delle superfici olivetate abbandonate e la realizzazione di impianti intensivi e superintensivi nelle aree dove il territorio lo consente.

Il sottosegretario La Pietra ha sottolineato come l’Italia debba riaffermare il suo ruolo di leader mondiale nel settore olivicolo, senza mai rinunciare alla qualità. «La nostra forza sta nella qualità ed è su questo terreno che siamo imbattibili», ha dichiarato.

La presentazione del piano olivicolo nazionale

Il giusto prezzo per un prodotto di eccellenza

Uno dei punti centrali del Pon è il riconoscimento del giusto prezzo per l’olio extravergine d’oliva, che deve riflettere non solo i costi di produzione, ma anche il valore intrinseco del prodotto italiano.

Secondo un’analisi dell’Osservatorio Nomisma, la crescente scarsità di offerta a livello globale ha ridotto il differenziale di prezzo tra olio evo italiano ed europeo, passando dal 47% del 2022 al 20% del 2024. Questo dimostra come la qualità dell’olio italiano possa imporsi con maggiore forza sul mercato, se adeguatamente valorizzata.

Lotta alla Xylella: 30 milioni per rigenerare gli oliveti

Uno degli aspetti più critici affrontati dal Piano riguarda la Xylella fastidiosa, che ha causato danni enormi agli oliveti del Sud Italia, in particolare in Puglia. Per contrastare l’epidemia e sostenere il recupero delle aree colpite, il governo ha stanziato 30  milioni di euro, destinati alla ricerca su cultivar resistenti, alla rigenerazione agricola e al contenimento della diffusione del batterio.

In particolare, si prevede lo sviluppo di nuove varietà di olivo con genotipo italiano, capaci di resistere alla Xylella e di adattarsi a sistemi di coltivazione moderni.

Più informazione per i consumatori: qualità al centro

Il Pon prevede anche un rafforzamento delle certificazioni di qualità, con la valorizzazione degli oli Evo d’eccellenza attraverso regimi facoltativi di certificazione. Inoltre, verranno lanciate campagne di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza dei consumatori sulle proprietà salutistiche dell’olio extraverginee sull’importanza della sua tracciabilità e origine certificata.

Un futuro solido per l’olio italiano

Il Piano Olivicolo Nazionale si pone come uno strumento strategico per il futuro dell’olivicoltura italiana, con un mix di investimenti, ricerca e innovazione. L’obiettivo finale? Rafforzare il settore, garantire stabilità economica ai produttori e consolidare il primato dell’olio italiano nel mondo. L’Italia è pronta a tornare protagonista, puntando su qualità, sostenibilità e innovazione.

Piano olivicolo nazionale: +25% di produzione in dieci anni - Ultima modifica: 2025-03-04T10:03:13+01:00 da Simone Martarello

1 commento

  1. spero sia la volta buona .giusto parlare di qualità.
    se uno vuole risparmiare educatelo all’olio di semi….
    tempo perso e soldi sprecati se non fermiamo le furbate. anzi ladrocini…
    perchè ci sono gli oliveti abbandonati?
    non occorre andare all’università per capirlo….
    pertchè qualcuno permette anzi autorizza(visto che sa) certe sofisticazioni a danno di cxhi lavora correttamente.
    ben vengano gli oliveti superintensivi ;
    Speriamo sparisca l’olio (non credo EVO) a 4-5€ al kg.
    Diversamente risparmiate i soldi per il recupero degli oliveti abbandonati.

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