Psa, anche in Lombardia più facile cacciare i cinghiali

Il presidente lombardo, Attilio Fontana, ha firmato una nuova ordinanza che agevola gli interventi di prevenzione e controllo della Psa

Psa
Oltre a trasmettere la Psa distruggendo produzioni alimentari i cinghiali causano anche incidenti stradali con morti e feriti. Coldiretti ha chiesto misure più efficaci di controllo del vettore annunciando una manifestazione di sensibilizzazione a Milano il 18 giugno contro l'invasione della specie

Dopo l'Emilia-Romagna, anche la Lombardia taglia la burocrazia per favorire gli inteventi di riduzione del numero dei cinghiali, principale vettore di trasmissione della Psa (Peste suina africana). Il presidente della Regione Attilio Fontana, ha firmato una nuova ordinanza per prevenire e controllare il virus (vedi anche qui): «Con questo provvedimento – ha commentato – intendiamo favorire al massimo le attività di depopolamento dei cinghiali, principali vettori della Psa nei suini allevati e responsabili di ingenti danni all’agricoltura. L’ordinanza conferma tutti i provvedimenti già in essere, ma intende agevolare la lotta ai cinghiali riducendo i vincoli della burocrazia, delle procedure e di gestione delle risorse economiche».

Intanto, la Coldiretti regionale ha fatto suonare l'ennesimo campanello d'allarme con una manifestazione in programma il 18 giugno 2024 (alle 9:30) a Milano, in piazza Duca d’Aosta, davanti a Palazzo Pirelli, per sensibilizzare contro l’invasione dei cinghiali.

I punti principali dell'ordinanza lombarda sulla Psa

Questi i principali punti di novità inserite nel documento che snellisce la burocrazia firmato dal presidente:

  • Nelle aree protette, come parchi e riserve naturali, viene introdotto il principio del potere sostitutivo da parte di Regione Lombardia qualora l’Ente gestore non sia in grado di adottare il Piano di controllo.
  • Gli Ambiti e i Comprensori di caccia regionali potranno disporre delle risorse economiche non utilizzate per le attività di controllo e gestione del cinghiale, favorendo la realizzazione di strutture adatte al conferimento e stoccaggio in loco delle carcasse.
  • Le attività di controllo del cinghiale coordinate dalle polizie provinciali potranno essere autorizzate senza necessariamente prevedere la presenza di un agente, utilizzando modalità da remoto. Lo sparo sarà consentito anche da veicolo (ad esempio dal cassone di un pickup). Gli operatori potranno inoltre avvalersi di visori notturni e qualsiasi fonte luminosa che possa agevolare l’attività. Verranno, comunque, garantite le condizioni di sicurezza necessarie.
  • Semplificazione delle modalità per i rilievi biometrici sui cinghiali abbattuti.
  • Nella "zona di restrizione II" gli abbattimenti dei cinghiali sono consentiti come controllo faunistico. Le altre forme di caccia sono permesse, purché rispettino i protocolli di biosicurezza. In "zona di restrizione I", la caccia al cinghiale è permessa e deve mirare all’abbattimento del maggior numero possibile di animali.
  • Altra novità riguarda il consumo delle carni di cinghiale abbattuti in "zona di restrizione II". Finora, tutte le carcasse dovevano essere distrutte, ora sarà possibile autorizzare l’uso domestico privato per autoconsumo degli animali abbattuti, a condizione che transitino presso strutture approvate dal Servizio veterinario delle Ats, nel rispetto di specifiche procedure di biosicurezza e che tali carcasse risultino negativi ai test di laboratorio per la ricerca del virus della Psa.

Nessun pericolo per le carni

«La nuova Ordinanza del presidente – conclude l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi – è un’ulteriore risposta alla necessità di controllare questa specie invasiva, a tutela del patrimonio zootecnico rappresentato dagli allevamenti di suini che, ormai da mesi, hanno rafforzato al massimo le misure di sicurezza per proteggere un settore fondamentale per l’agroalimentare lombardo e nazionale. Oggi le carni provenienti dai nostri allevamenti sono le più sicure e controllate al mondo».

Urgente rafforzare le misure contro la Psa in Lombardia

Così la Regione Lombardia ha risposto al blitz annunciato dal presidente della Coldiretti regionale, Gianfranco Comincioli, che siollecita interventi risolutivi per gestire l'emergenza della Psa che sta provocando problemi sanitari, sociali, economici e ambientali.

«Gli animali selvatici - come ha fatto sapere Coldiretti Lombardia - trasmettono malattie, distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone».

Per l’organizzazione agricola regionale «è urgente un rafforzamento dell’azione di contenimento della presenza dei cinghiali, un cambio di passo che deve necessariamente andare oltre l’approvazione del Piano di Interventi Urgenti, attraverso la definizione delle disposizioni che ne possano consentire l’effettiva attuazione».

Anche in Piemonte Coldiretti sollecita misure efficaci per il controllo del virus

Anche Coldiretti Piemonte alza il livello di allerta ricordando il numero di incidenti stradali legagti alla fauna selvatica, dopo l’ultimo decesso di un motociclista, causato nella Capitale dall’attraversamento di un cinghiale.

«Va ulteriormente rafforzata l’attività di eradicazione mettendo in atto tutte le misure, anche straordinarie, previste dal Priu, come ad esempio la possibilità di interventi in autodifesa dell’imprenditore agricolo anche nelle Aree Protette – spiega Bruno Mecca Cici, vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia –, dando continuità alle precedenti e rendendo effettive, con urgenza, le nuove. Ricordiamo che a rischio c’è l’intero comparto e la filiera suinicola piemontese che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele».

«Poiché le imprese hanno investito per adeguarsi in tema di biosicurezza, è assolutamente necessario – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – preservare i 3 distretti suinicoli individuati in Piemonte, all’interno dei quali non potranno esserci cinghiali, nel raggio di 15 chilometri. Motivo per cui la Regione deve impegnarsi a mettere in campo tutte le azioni necessarie per la totale rimozione dei cinghiali, coinvolgendo tutti gli Enti preposti, Parchi compresi».

Psa, anche in Lombardia più facile cacciare i cinghiali - Ultima modifica: 2024-06-14T19:42:55+02:00 da Francesca Baccino

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