Presentato recentemente a Roma, il rapporto annuale 2025 di Valoritalia, principale ente certificatore del vino italiano di qualità, fotografa l'anno 2024 del settore vitivinicolo italiano.
Nonostante una leggera contrazione degli imbottigliamenti (-0,46% rispetto al 2023), il livello complessivo di bottiglie immesse sul mercato è rimasto superiore alla media degli ultimi cinque anni, indicando un consolidamento dopo il boom del 2021. Ciò indica che il vino italiano si è stabilizzato a un livello quantitativo più elevato rispetto all’era pre-covid, dimostrando la resilienza delle imprese italiane in un mercato globale sostanzialmente stagnante o in calo.
Critica, invece, la struttura produttiva: frammentata e disomogenea. Numerose denominazioni sono molto piccole e con limitate capacità operative e finanziarie. Solo poche denominazioni di grandi dimensioni riescono a sostenere adeguatamente queste funzioni.
Male i rossi. Nel 2024, si è osservata una diminuzione consistente delle vendite di vini rossi (-6,8%), ad eccezione di Barolo e Brunello di Montalcino. I vini bianchi hanno perso circa il 5%, tranne il Pinot Grigio delle Venezie (+3%). Questo calo allarmante è stato “compensato” da una crescita degli spumanti del 5%, con sul podio Prosecco Doc (+7%), Asolo Prosecco Docg (+50%) e Alta Langa (+9,1%). Una tendenza indicativa di un cambiamento, che si sta ormai consolidando, nelle preferenze dei consumatori. Anche il segmento Docg continua un trend negativo, mentre i Doc crescono leggermente.