Biologico - Nbt: un matrimonio possibile?
L’ottimismo della scienza spinge per il sì. Le associazioni del biologico ribadiscono la loro contrarietà, ma il confronto è iniziato e può solo produrre buoni frutti.
L’Unione Europea ha messo infatti l’agricoltura biologica al centro del New Green Deal, attribuendole un ruolo di primo piano nella realizzazione degli obiettivi della transizione ecologica e della neutralità climatica fissate nelle strategie Farm to Fork e Fit for 55. Una grossa responsabilità per un metodo di produzione che oggi non arriva al 9% della superficie agricola europea (ma che già incide per oltre il 16% nel nostro Paese) e che dovrà raggiungere l’obiettivo del 25% entro il 2030.
Articolo tratto da Terra e Vita 25
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Più sostegno da parte della scienza
Il mondo del biologico non si sottrae a questo impegno ma chiede un maggiore sostegno da parte della ricerca e il Comitato Tecnico Scientifico di Edagricole (Cts) non si tira indietro. «La proposta per un’agricoltura biologica “moderna” – spiega Michele Pisante, coordinatore del Cts – scaturisce dalla necessità di inserire e integrare le nuove tecnologie e quelle che verranno all’interno del processo produttivo bio valorizzandone i punti di forza come il non utilizzo di sostanze di sintesi, il riutilizzo delle biomasse, l’indispensabilità delle rotazioni colturali e l’impiego delle cover crop».
«Crediamo sia urgente – continua Pisante – incrementare il livello di innovazione tecnologica sia della meccanizzazione, per impiegare sistematicamante i principi e le metodologie dell’agricoltura di precisione e le più recenti applicazioni della robotica, sia dell’informatica inserendosi nella transizione digitale per l’analisi dei dati e delle informazioni, sia della genetica grazie alle opportunità offerte dalle New breeding technique (Nbt, Ngt o Tea, tecnologie di evoluzione assistita) per poter ottenere varietà migliorate ad hoc, in grado di rispondere ai cambiamenti climatici e agli stress biotici (competizione con le malerbe, resistenza ai parassiti fungini ed ai fitofagi)».
I punti critici
Federbio, nel corso di un fertile confronto con il Cts Edagricole, ha apprezzato l’impostazione metodologica rilevando però criticità in particolare di due punti chiave:
- la definizione di “agricoltura biologica moderna” è incompatibile con la normativa comunitaria e nazionale vigente (L.23/2022): dal 1991 esiste una sola forma di agricoltura biologica senza alcuna aggettivazione in tutta Ue;
- le tecniche Nbt sono incompatibili con il quadro normativo Ue e nazionale per l’agricoltura biologica e in particolare con l’obbligo di impiegare semente o materiale di moltiplicazione certificato biologico per la parte vegetale.
Un confronto che oggi deve tenere conto anche degli effetti della crisi geopolitica innescata dal conflitto in Ucraina, con la conseguente tempesta inflattiva e i rischi di una crisi alimentare internazionale. Alcuni gruppi di opinione premono infatti sulla Commissione europea per rivedere gli obiettivi e il timing del Green Deal.
L’emergenza “food security”
«L’agricoltura biologica – commenta Pisante – non è più una nicchia ed è arrivata a rappresentare un importante riferimento per il sistema agroalimentare che va ben oltre il suo effettivo peso». Da ciò deriva un deciso cambiamento di ruolo e di responsabilità che interseca non solo le sfide connesse alla food safety, ovvero alla sicurezza di quello che mangiamo, ma anche a quelle della food security, ovvero dell’accesso al cibo a costi sostenibili».
Secondo il coordinatore del Cts di Edagricole le nuove frontiere del miglioramento genetico delle specie coltivate di interesse agrario come Genome editing e cisgenesi, oltre alla salvaguardia della biodiversità agronomica, aprono possibilità impensabili fino a ieri. «Riguardo alla normativa comunitaria e nazionale vigente – precisa – occorre ribadire un principio cardine della ricerca scientifica che necessariamente opera indipendentemente dal quadro normativo, altrimenti le nuove frontiere e scoperte non sarebbero mai superate e raggiunte».
Lo studio della Commissione e del Consiglio Ue pubblicato l’anno scorso attribuisce alle Nbt un ruolo chiave per gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal. Da questo documento è seguita una valutazione di impatto che sta portando a un nuovo impianto regolatorio per le piante ottenute tramite queste tecnologie, promesso dalla Commissione europea entro l’anno, per superare la sentenza della Corte di Giustizia Ue che le ha equiparate, dal punto di vista giuridico, agli ogm.
«A quel punto saranno superati gli scogli normativi e diverrà inimmaginabile affrontare le sfide che abbiamo di fronte senza sfruttare al meglio le innovazioni scientifiche».
La tutela dell’agrobiodiversità
«Il metodo biologico – osserva Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – poggia su solidi principi agronomici. Abbiamo denunciato spesso nel passato lo scarso interesse da parte del mondo accademico. Ciò non è più sostenibile per un sistema produttivo che si appresta a rappresentare un quarto della superficie coltivata nazionale e per questo apprezziamo l’iniziativa del Cts di Edagricole».
Dallo scambio di esperienze e dalla condivisione di soluzioni tra agricoltura biologica e convenzionale possono derivare valide opportunità, secondo Mammuccini, per incrementare le rese del bio utilizzando anche precision farming, robotica e digitale, o per risolvere i problemi di sostenibilità del convenzionale, incentivando ad esempio il ricorso ai metodi di biocontrollo.
«Le esperienze del passato – ribadisce la presidente – mostrano però che la biodiversità dei metodi produzione è un valore da salvaguardare che migliora le performance di resilienza dell’intero comparto agroalimentare».
L’approccio agroecologico
L’approccio del biologico non sarà mai solo produttivistico, ma orientato al rispetto dei principi dell’agroecologia.
«L’emergenza climatica – constata Mammuccini – non è affatto risolta come testimoniano gli eccessi termici dell’ultima estate. La diminuzione della biodiversità in generale e dell’agrobiodiversità in particolare, è uno degli scogli più importanti da superare per la soluzione dei grandi problemi globali quali la fame e la malnutrizione, il degrado dei terreni, il cambiamento climatico».
Per questi motivi il biologico continua a preferire, anche nel breeding, approcci agroecologici come quelli garantiti dal miglioramento genetico evolutivo. Un metodo, sempre più applicato in particolare nella cerealicoltura biologica anche nel nostro Paese, che punta a coltivare un insieme di popolazioni genetiche mescolando semi da incrocio per lasciarle evolvere naturalmente nei diversi ambienti colturali.
Tracciabilità da preservare
«Non si tratta di fare la guerra alle Nbt o ad altre soluzioni tecnologiche, siamo in un periodo storico in cui bisogna impegnarsi a superare tutti i contrasti ma, come sostiene anche Ifoam a livello europeo, aprire a una regolamentazione ad hoc per le Nbt significherebbe privare i cittadini del diritto di conoscere e scegliere cosa stanno acquistando e negare agli agricoltori e alle imprese della filiera alimentare i mezzi per escludere gli ogm dai propri sistemi di produzione».
«Occorre garantire la massima trasparenza e tracciabilità e tenere le filiere ben differenziate elaborando metodi e strategie per identificare i prodotti derivanti dalle Nbt, affinché si possano attivare i necessari controlli. Tra gli obiettivi fondanti del biologico c’è il rispetto e la tutela della biodiversità, non possiamo rinnegare i nostri principi».
Le prossime tappe
Per questi motivi FederBio, nel corso del prossimo incontro che si terrà in occasione di Rivoluzione Bio al Sana (vedi riquadro in basso), presenterà un proprio documento che ricalcherà in parte le conclusioni del Cts Edagricole, evidenziando alcuni punti specifici su cui il dibattito è ancora aperto.
Il Cts di Edagricole nel frattempo va avanti ed è già impegnato sull’elaborazione dei documenti tecnico-scientifici suddivisi per filiera con le specifiche proposte di innovazione per ogni settore produttivo.
L’incontro al Sana
In occasione dell’edizione 2022 di Rivoluzione Bio, l’evento di apertura del Sana, il prossimo 9 settembre alle ore 10.30 presso Bologna Fiere si terrà l’incontro dedicato a «Crisi climatica, conflitti in europa, transizione ecologica: il ruolo dell’agricoltura biologica». Questo il programma:
KEY NOTE SPEECH:
- Maria Grazia MAMMUCCINI | Presidente FederBio
- Massimo TAGLIAVINI | Presidente Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie (AISSA)
- Michele PISANTE | Coordinatore Comitato Tecnico Scientifico Edagricole
TAVOLA ROTONDA
- Cristiano FINI | Presidente Cia
- Giovanni GIROLOMONI | Presidente Nuovo Distretto Biologico Marchigiano
- Barbara NAPPINI | Presidente Slow Food Italia
- Ettore PRANDINI | Presidente Coldiretti
- Elena RASA | Chief Underwriting Officer Zurich Italia
- Giuseppe ROMANO | Presidente AIAB
- Francesco TORRIANI | Coordinatore settore biologico Alleanza Cooperative Italiane
- Franco VERRASCINA | Presidente Copagri
MODERA
Lorenzo TOSI | Terra e Vita
CONCLUSIONI
Francesco BATTISTONI | Sottosegretario Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali