Al vaglio della ricerca mondiale nuove vie per la frutticoltura bio

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L'esposizione dei poster durante l'evento.
Al centro del dibattito all’Ecofruit di Stoccarda i temi prioritari della difesa, della fertilità e della biodiversità del suolo, molto impegnativi per migliorare le performance produttive del biologico. Nuovo approccio alle varietà adatte al biologico, quale “bene pubblico”, accessibile a tutti, nell’ambito di una sovranità alimentare alternativa al sistema attuale dei brevetti.

Dal 19 al 21 di febbraio scorso si è svolta la 18a Conferenza internazionale sulla frutticoltura biologica “Ecofruit” presso l’Università di Hohenheim a Stoccarda, in Germania. Ecofruit rappresenta un punto d’incontro mondiale per i professionisti interessati alla frutticoltura biologica. Sotto il patrocinio dell’Ifoam EU, scienziati, consulenti e agricoltori presentano e discutono gli ultimi risultati della ricerca di settore.
Il comitato tecnico internazionale, del quale fa parte anche il Centro di Sperimentazione Laimburg (CS-Laim) della Provincia Autonoma di Bolzano, è riuscito a predisporre un programma ambizioso, che ha coperto un’ampia gamma di argomenti attuali riguardanti la coltivazione biologica della frutta. Di seguito si riporta un breve riepilogo degli aspetti più interessanti emersi dalla conferenza.
Malattie fungine
Un contributo del KOB (D) ha dimostrato come sia stato possibile contenere la Marssonina coronaria, un nuovo patogeno emergente in frutticoltura, con l’ausilio delle argille acide (ad es. Ulmasud), le quali hanno fornito i migliori risultati nelle prove in pieno campo. I prodotti rameici vengono usati frequentemente in frutticoltura biologica contro funghi e batteri; è un obbiettivo dichiarato della produzione biologica di limitarne il più possibile l’uso.
Diversi lavori si sono occupati delle alternative al rame nel controllo dei funghi; per la pratica frutticola alcuni carbonati, formulati o meno, e, soprattutto, il polisolfuro di calcio possono essere considerati valide alternative. Particolarmente significativi sono a tal riguardo i risultati ottenuti da ricercatori bulgari (Agricultural University Plovidiv) con trattamenti tempestivi contro Corineo e Cilindrosporiosi.
Molti contributi si sono occupati di metodi indiretti per ridurre le condizioni di infezione delle malattie nel frutteto. Un interessante approccio è emerso dalla collaborazione tra JKI e LVWO (D); per ridurre le ascospore della ticchiolatura le foglie cadute venivano trattate con prodotti a base di lieviti specifici.
Una via diversa è stata seguita invece sia dal KOB (D) che dal CS-Laim (I) dove i meleti sono stati coperti con tessuti impermeabili per prevenire le bagnature da pioggia. I risultati contro ticchiolatura, fumaggini di vario tipo, marciumi da conservazione, ecc. mostrano un enorme potenziale ed una reale possibilità di ridurre, se non eliminare completamente, i trattamenti in pieno campo. Queste coperture diventano particolarmente importanti per controllare avversità biotiche invasive per le quali non sono ancora messe a punto tecniche valide e sostenibili per il controllo fitosanitario nella produzione biologica. I ricercatori segnalano, però, anche qualche dubbio sulla qualità della frutta in funzione del colore dei materiali di copertura utilizzati, sulla validità economica – che dipende molto dalla longevità di questi sistemi – e, non da ultimo, un netto peggioramento del “carbon foot print” rispetto ai trattamenti effettuati con i macchinari e prodotti previsti. In alcune zone, agricoltura e turismo si scontrano anche per l’impatto ambientale-paesaggistico di queste strutture.
I trattamenti con acqua calda per ridurre i marciumi in magazzino dopo la raccolta occupano ancora molto diversi gruppi di ricercatori. I risultati presentati sembravano dimostrare che non è direttamente la temperatura che blocca il patogeno, ma una reazione della mela stessa. Mancano comunque esperienze significative su scala commerciale per quanto riguarda le temperature e i tempi adatti alle diverse varietà.
Gli insetti
Un importante risultato è stato ottenuto nella regolazione dell’afide cenerognolo dai colleghi dell’IRTA in Catalogna. I trattamenti in autunno con piretrine contro le ovipare che tornano sugli alberi sono in grado di controllare le infestazioni in primavera. Tale approccio è importante soprattutto perché l’Azadiractina è attualmente l’unico principio attivo ammesso in frutticoltura biologica. Lo svilupparsi di una eventuale resistenza metterebbe gravemente in crisi il settore.
Ampio spazio è stato dedicato durante la conferenza alla Drosophila suzukii sui piccoli frutti e le drupacee. Diversi gruppi di lavoro hanno presentato risultati ottenuti in laboratorio e in pieno campo sul comportamento della D. suzuki e sulla regolazione con metodi ammessi in biologico come carbonato di calcio, farine di roccia, coperture con reti fitte e la suscettibilità di diverse varietà.
Diversi contributi riguardavano la valutazione e la promozione della biodiversità nei frutteti biologici. Da un lato venivano conteggiate varie specie come, ad esempio, la presenza e abbondanza di forficole, ecc. e il loro effetto sulla regolazione dei fitofagi. Dall’altro lato venivano esaminate misure indirette come, per esempio, strisce fiorali che favoriscono lo sviluppo degli insetti utili. Un contributo realizzato nell’ambito del progetto “Ecoorchard” ha valutato la disponibilità dei produttori a monitorare i fitofagi per orientare le loro misure colturali in funzione dei conteggi effettuati.
Nuove varietà
Il tema della costituzione varietale è stato toccato da vari contributi realizzati da Istituti rinomati come Agroscop (CH), ma anche da gruppi di frutticoltori privati (Apfel:gut). L’obbiettivo principale di queste iniziative è di aumentare la variabilità genetica nel miglioramento delle varietà studiando il genoma e usando diversi “marker” nella selezione dei semenzali. Alcuni gruppi propongono anche un approccio di “bene pubblico” come modello di costituzione varietale di varietà robuste accessibili a tutti, per una produzione biologica e per una sovranità alimentare a lungo termine in alternativa alle varietà club. Altri ricercatori (BOKU) hanno presentato prove di confronto tra diversi portinnesti con l’obbiettivo di scegliere quelli più adatti alla produzione bio.
Il suolo
Un contributo (LTZA) ha presentato un bilancio nutrizionale di aziende frutticole biologiche in Germania, mostrando differenze significative tra quelle che usano compost e quelle che si affidano ai concimi organici commerciali, segnalando un certo squilibrio di fosforo nei terreni concimati con compost. Un altro contributo (BOKU, CS-LB) ha confrontato i bilanci nutritivi di aziende biologiche e integrate in Alto-Adige i quali risultavano abbastanza equilibrati in ambedue i sistemi di produzione.
Tra i contributi sulla fragola è da segnalarne uno che si occupa della stanchezza del suolo in Val Martello (BZ-Italia), ambiente nel quale è difficile fare rotazioni per mancanza di superfici adatte. Il contributo di Hort Skierniewice sulla regolazione della Melolonta con nematodi, funghi entomofagi, “cover crop” e metodi meccanici ha fatto vedere quanto è importante un approccio olistico nella regolazione di parassiti e patogeni in frutticoltura bio. Un contributo della FIBL si occupa dei residui di fosfonati nelle fragole dovuto all’uso di materiale di propagazione convenzionale.
David Granatstein della Washington State University ha evidenziato nella sua relazione i punti principali della ricerca sulla produzione di frutta biologica in USA, sul colpo di fuoco, sui programmi di breeding, per ovviare la stanchezza del suolo nelle pomacee, drupacee e nei piccoli frutti, lamentando che non c’è nessun coordinamento nella ricerca e sperimentazione. In un altro contributo Granatstein ha descritto il mercato crescente e dinamico della frutta biologica negli USA.
Questi articoli costituiscono una scelta dei contribuiti più interessanti della conferenza. Tutti i contributi dell’edizione 2018, ma anche delle precedenti edizioni possono essere scaricati dal web come “proceeding” in lingua inglese http://www.ecofruit.net/

Al vaglio della ricerca mondiale nuove vie per la frutticoltura bio - Ultima modifica: 2018-03-26T10:09:58+02:00 da Lucia Berti

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