Grandine in Veneto e Romagna, in corso la conta dei danni

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Albicocche pesantemente danneggiate dalla grandinata del 25 maggio scorso in Romagna
Le stime di Confagricoltura Forlì superano gli 80 milioni di euro. Colpite anche le province di Rovigo, Verona e Vicenza. Apofruit ribadisce la necessità di aumentare gli impianti coperti

La grandine che sabato 25 maggio si è abbattuta su vaste zone del Veneto e della Romagna ha provocato milioni di danni alle campagne, ancora in corso di valutazione ma senz'altro molto consistenti. A confermarlo sono diverse associazioni di categoria e aziende produttrici, che in alcuni casi (come la coop Apofruit) hanno accusato problemi anche alla propria sede.

Rovigo, Verona e Vicenza

«Con Rovigo e Verona le province più colpite da un violento temporale che oltre alla pioggia ha portato grandine caduta copiosa sui territori della bassa veronese e sulle campagne Polesine, si aggiunge la provincia di Vicenza», ha commentato Coldiretti Vicenza.

E Pietro Guderzo, presidente di Coldiretti Vicenza, aggiunge: «Nel comune di Agugliaro è tornato l'inverno. Stiamo registrando segnalazioni da ogni parte, dalla pianura ai colli. In questo maggio la conta delle perdite non ha più fine e interessa tutti i comparti agricoli, con ricadute negative su tutte le nostre produzioni a denominazione d'origine e le tipicità locali».

La grandinata del 25 maggio scorso nel Vicentino

Condifesa Verona Codive, l’ente che si occupa delle assicurazioni agevolate in agricoltura, rende noto che sono scesi 60 millimetri di pioggia in 10 minuti, con grandine di piccole dimensioni ma persistente. L’episodio di maltempo ha creato una fitta coltre di ghiaccio a terra danneggiando le colture presenti in zona, soprattutto erbacee, tabacco, mais e pomodoro. Il maltempo con grandine ha colpito anche i comuni di Casaleone, Belfiore, Roverchiara, San Pietro di Morubio e Zevio.

Situazione critica

«Il temporale con chicchi di tempesta fitti e persistenti - spiegano i tecnici di Coldiretti Rovigo - è arrivato nell'area di pregio orticolo e cerealicolo dal comune di Adria, Ficarolo, Porto Viro, Loreo, Gavello e ha scaricato una quantità enorme di acqua e ghiaccio allagando interi campi. Sopralluoghi sono in corso da parte degli agricoltori nelle zone colpite dalle avversità atmosferiche per una prima ricognizione dei danni. Formulare stime in questo momento non è possibile perché i fattori da esaminare sono numerosi. Si tratta, infatti, di considerare non solo i danni diretti, ma anche quelli indiretti, che riguardano il ripristino dei terreni e le risemine. La situazione per l'agricoltura è critica per il perdurare delle condizioni climatiche, che non lasciano tregua nei campi. Tutte le fasi di lavorazione dei terreni sono bloccate per il ristagno idrico, con le coltivazioni in asfissia. Nell'alta padovana è completamente azzerato il raccolto di fieno maggengo, alimento principale degli animali allevati nelle stalle».

In Romagna

Sul fronte romagnolo interviene Alberto Mazzoni, presidente della consulta di Confagricoltura di Forlì e vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, che rileva: «Il territorio forlivese è stato colpito a più riprese da grandinate e piogge intense in questo mese di maggio: gli effetti dei cambiamenti climatici continuano a impattare in maniera molto pesante sul settore primario e il bilancio di questi eventi avversi è davvero doloroso: a livello provinciale stimiamo danni sugli 80 di milioni euro».

Mazzoni aggiunge: «Già nei giorni scorsi, dopo i primi eventi grandinigeni, i tecnici di Confagricoltura sono stati sul territorio per verificare i danni causati dalle grandinate di inizio scorsa settimana, che si erano concentrate soprattutto a Villafranca, dove ci sono stati frutteti che hanno perso l'80% della produzione, e in misura minore a Villagrappa e Villanova, dove invece la grandine si è poi abbattuta violentemente azzerando le produzioni frutticole».
Sabato 25 maggio, inoltre, la grandinata ha interessato un territorio molto più vasto, arrivando fino al Cesenate: un fenomeno dalla portata importante, che è stato accompagnato da una pioggia molto violenta. I danni hanno interessato frutteti, vigne e grano, quest'ultimo steso a terra dal vento e con il conseguente rischio di muffe e attacchi fungini. A tale bollettino si aggiungono i danni provocati dal maltempo del 20 aprile nella zona di Longiano.
Sulla scorta di tutti questi episodi, Mazzoni sollecita una riforma della gestione del rischio in agricoltura. «E' quello - rimarca - che chiediamo da tempo. I fenomeni estremi sono sempre più violenti e soprattutto più frequenti. Davanti a questi episodi, anche i sistemi di difesa attiva vanno in crisi: abbiamo visto reti antigrandine crollare per il peso del ghiaccio che si era accumulato. Per gli agricoltori diventa poi sempre più difficile assicurarsi; le compagnie tendono ad avviare le campagne assicurative sempre più tardi, con criteri penalizzanti e con costi molto elevati, ma c'è anche il problema di una contribuzione pubblica che scende. Il sistema va quindi riformato perché la difesa passiva tradizionale, per come la conosciamo, non è più adeguata, mentre il nuovo fondo Agricat riguarda solo gli eventi catastrofali (gelo/brina, alluvione e siccità). Alla politica chiediamo l'attenzione già avuta nei passati eventi catastrofali, perché ci sono aziende che si troveranno praticamente senza produzione e senza reddito».

Allarme grano

Per il secondo anno consecutivo flette anche la produzione di grano in Emilia-Romagna, portandosi sensibilmente al di sotto della media del quinquennio, su una estensione complessiva di 235.000 ettari circa tra tenero e duro. Causa l’ondata di maltempo, infatti, il 50% della superficie regionale si è allettata e in alcune province quali Ravenna, Ferrara e Bologna anche di più.

A sottolinearlo è Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, che spiega: «L’allettamento appartiene alla normalità e non all’eccezione. E così sarà in futuro, quindi l’attività di adattamento al clima diventa cruciale».

Temporali, raffiche di vento e grandinate hanno sferzato il grano nella delicata fase di formazione delle cariossidi, cioè nel momento in cui si determinano peso e caratteristiche qualitative, che sono aspetti rilevanti soprattutto per i grani duri e grani teneri di forza. L'allettamento provoca la stroncatura dello stelo riducendo l’assorbimento delle sostanze nutritive, bloccando quindi lo sviluppo della spiga e aumentando anche il pericolo di attacchi fungini.

«In generale - prosegue Bonvicini - cala la resa media del grano in Emilia-Romagna, accompagnata in particolare da un vero e proprio crollo della superficie coltivata a duro, nell’ordine del -25% sul 2023. Un dato a dir poco preoccupante per la terza regione produttrice d’Italia che vanta una filiera d’eccellenza della pasta made in Italy. Vitale è sostenere la ricerca genetica per ottenere varietà resilienti all’allettamento. Occorre poi investire nella crescita professionale del cerealicoltore (in modo da prevenire e attenuare gli effetti del cambiamento climatico), favorire la corretta scelta del seme (così da avere piante sane fin dalla germinazione) e l’applicazione di buone pratiche agronomiche (preparazione del terreno e giusta densità di semina), passando per concimazioni azotate che siano ben equilibrate anche nelle quantità e in un impiego mirato di fitofarmaci nelle varie fasi fenologiche».

Il caso Apofruit

A seguito della devastante grandinata di sabato 25 maggio tra Pievesestina e Cesena, anche la cooperativa Apofruit ha iniziato la conta dei danni. Proprio a Pievesestina, infatti, si trova la sede della Op, che è stata investita in pieno dall’ondata di maltempo. Assieme, ovviamente, ai campi attorno, molti dei quali appartenenti a soci conferitori.

«Purtroppo - spiega Ernesto Fornari, direttore generale di Apofruit - sono diversi i nostri soci che sono rimasti colpiti dalla grandinata di sabato scorso. I danni sono ancora in corso di valutazione, ma sicuramente rientrano nell’ordine di alcuni milioni di euro, dal momento che, nelle zone interessate, la devastazione è arrivata anche al 100%. In un momento, peraltro, in cui la campagna frutticola 2024 è soltanto agli inizi; quindi, la grande maggioranza della frutta è ancora sugli alberi».

Ma non solo: «Ad avere subito danni è stata pure la nostra sede di Pievesestina, con il magazzino e gli uffici della contabilità industriale allagati, a causa di acqua salita dall’impianto fognario. Anche in questo caso, si parla di migliaia di euro di danni».

In Romagna, gli impianti di copertura hanno salvato le colture

Fornari conclude: «Questo ennesimo episodio, che segue altri fatti analoghi occorsi già più volte sia quest’anno sia lo scorso anno, dimostra una volta di più che il cambiamento climatico in atto deve essere affrontato con strumenti adeguati. Al momento, sono proprio le coperture che possono salvare un’intera annata agricola da eventi avversi come questo. Purtroppo, oggi soltanto un 30% dei nostri impianti frutticoli risulta coperto. Dobbiamo puntare, già nel breve termine, a incrementare notevolmente questa percentuale, unica opzione spesso decisiva. Già oggi, grazie alle iniziative portate avanti dalla nostra cooperativa, per chi copre sono disponibili contributi Ocm fino al 60% per abbattere i costi dell’investimento. Presto, inoltre, dovrebbe uscire un nuovo bando regionale. In
ogni caso è fondamentale adottare al più presto le giuste contromisure, per non essere ostaggio di episodi devastanti come quello di sabato 25 maggio».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Grandine in Veneto e Romagna, in corso la conta dei danni - Ultima modifica: 2024-05-28T12:03:22+02:00 da Redazione Terra e Vita

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