Mentre piogge sempre più violente mettono in ginocchio campagne e centri urbani, l'ultimo caso è quello della Sicilia, i consorzi di bonifica ricordano di avere pronti migliaia di progetti per migliorare la resilienza dei territori.
«Il ripetersi di fenomeni meteorologici estremi, con notevoli danni in molte regioni italiane, dimostra la necessità di aumentare urgentemente la capacità di resilienza dei territori attraverso un piano straordinario di rafforzamento delle reti idrauliche del Paese, soprattutto a difesa delle aree urbanizzate - afferma Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi). Si tratta della più grande opera pubblica, di cui l’Italia necessita, capace di dar vita a migliaia di posti di lavoro ed indispensabile a garantire un futuro economico».
Come per gli impianti irrigui, finanziati da Piano nazionale di sviluppo rurale (Pnsr) o per i bacini del Piano Nazionale Invasi, i Consorzi di bonifica hanno pronti migliaia di progetti definitivi ed esecutivi, interessanti tutte le regioni italiane. «E' un patrimonio della nostra cultura del fare bene - continua Vincenzi -, che mettiamo a disposizione del Paese e che i soggetti decisori non possono dimenticare.”
Servono risposte preventive
Anche se il rischio idrogeologico zero non esiste, come ammette Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, «dobbiamo imparare a convivere con eventi dalle caratteristiche monsoniche e di rara violenza. Per farlo bisogna tornare ad investire nella prevenzione idrogeologica».
«Questi temi – conclude il Presidente di Anbi – sono tra le priorità del Contratto di Governo. L’esperienza di queste settimane testimonia che le reti di Bonifica, laddove i Consorzi gestori operano secondo i principi di autogoverno e sussidiarietà, sono quelle, che rispondono meglio alle sollecitazioni, cui il territorio è sottoposto dai cambiamenti climatici. Alla politica chiediamo di estendere tali esperienze di efficienza anche laddove, come in Sicilia, i Consorzi di bonifica sono commissariati da troppi anni e utilizzati in modo improprio e oggetto delle attenzioni “innaturali” di chi non conosce o di chi non si vuol rendere conto che oltre 25 anni di commissariamenti penalizzano la sicurezza dei cittadini, l’economia e la bellezza dei territori, la dignità del lavoro. All’inutile liturgia delle dichiarazioni dello stato di emergenza, bisogna sostituire concrete volontà per dare risposte preventive al territorio».