Pomodoro da industria, campagna ok. Per il futuro preoccupa l’acqua

pomodoro da industria
Mondo agricolo e industriale hanno fatto il punto sulla stagione del pomodoro da industria a metà della raccolta. La programmazione ha evitato problemi agronomici e tensioni tra produttori e trasformatori. La qualità è molto buona e il reddito garantito. Ma servono infrastrutture per aumentare le risorse idriche

Un grado Brix pari a 4,99, superiore alla media degli ultimi cinque anni. Pochi e circoscritti problemi fitosanitari e una programmazione che ha permesso di trovare una sintesi tra le esigenze dei produttori e quelle dell'industria di trasformazione. Unico neo il clima non proprio ideale di fine luglio e inizio agosto che ha fatto maturare troppo in fretta le bacche, costringendo agricoltori e stabilimenti a un super lavoro per cercare di limitare al minimo le perdite di prodotto. È sostanzialmente positiva la campagna 2020 del pomodoro da industria nel bacino del Nord Italia, dove sono stati coltivati 37mila ettari, di cui il 70% in Emilia-Romagna.

I rappresentanti degli imprenditori agricoli e dell'industria si sono incontrati a Parma nella sede dell'Organizzazione interprofessionale Pomodoro da industria Nord Italia alla presenza dell'assessore all'Agricoltura della regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, per fare il punto sull'annata in corso e ragionare sul futuro. Soddisfazione unanime per la velocità con cui sono stati concessi gli indennizzi ai produttori per il mancato raccolto. Si tratta comunque di un problema circoscritto a circa 400 ettari.

Rabboni: «Campagna 2020 positiva»

«La campagna 2020 si sta svolgendo in maniera positiva grazie ad una corretta ed efficace programmazione delle superfici e dei tempi di trapianto – ha detto il presidente dell'Oi Tiberio Rabboni – come definiti nel Contratto Quadro Area Nord, secondo gli accordi fra produttori e trasformatori, in risposta alle esigenze dei mercati. La percentuale generale del consegnato è in linea con le previsioni delle parti e con le medie degli ultimi anni. Così pure il grado brix. In alcune limitate situazioni locali la produzione agricola ha registrato qualche difficoltà a causa di anomalie climatiche e del reiterarsi di qualche episodio di Ralstonia Solancearum e ragnetto rosso. Si tratta per fortuna di casi numericamente e quantitativamente limitati».
«In alcune circoscritte aree le alte temperature, a partire dal 26 luglio, hanno sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme che hanno causato la maturazione in contemporanea delle bacche la cui raccolta era programmata per le tre settimane successive – ha fatto notare Rabboni – questa anticipata maturazione ha reso oggettivamente difficile per gli agricoltori conferire tutto il prodotto maturo alle industrie che per rispondere alle richieste agricole, stanno operando da giorni al massimo delle loro capacità produttiva. Pertanto per evitare agli agricoltori colpiti da questa anomalia climatica il rischio di grave perdita di reddito l'Oi, e poi formalmente le Op e la Regione Emilia-Romagna, hanno chiesto al ministero delle Politiche Agricole l'attivazione della misura per la mancata raccolta previsti dall’Ocm ortofrutticola».

Francesco Mutti: «Servono infrastrutture idriche»

 

L'amministratore delegato di Mutti Spa Francesco Mutti ha elogiato il ruolo e il lavoro dell'Oi nel garantire il confronto e l'incontro tra gli attori della filiera del pomodoro da industria. Ha apprezzato il modo in cui è stato affrontato il problema della Ralstonia Solancearum ma ha anche messo in guardia dal rischio della carenza di risorse idriche. «Basterebbe un anno di siccità severa, e nel 2017 l'abbiamo scampata per un pelo – ha sottolineato Mutti – per far saltare completamente la filiera sia dal punto di vista agricolo sia industriale. Si sta pensando da tempo di costruire dighe e invasi. Oggi sono una priorità assoluta. Mi auguro che si intervenga in fretta, prima che si verifichino episodi gravi che avrebbero forti ricadute economiche e sociali».

Alessio Mammi: «Questo è un esempio virtuoso, servono filiere forti»

L'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi ha elogiato la filiera del pomodoro e l'organizzazione interprofessionale definendola un punto di riferimento. Ma ha fatto notare come ci siano troppe filiere disunite e litigiose che favoriscono i concorrenti stranieri. «L'assessorato farà di tutto per agevolare le sinergie tra le filiere – ha detto Mammi – i prossimi anni saranno molto importanti. Investiremo in ricerca e conoscenza per fornire alle aziende agricole soluzioni utili da applicare in campo. Continueremo a finanziare i Goi e in particolare quello sulla Ralstonia Solancearum. Poi cercheremo di favorire gli investimenti in tecnologia e innovazione».

Pomodoro da industria, campagna ok. Per il futuro preoccupa l’acqua - Ultima modifica: 2020-08-27T17:49:26+02:00 da Simone Martarello

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