A livello planetario, l’aumento medio della temperatura sta producendo a sua volta un cambiamento climatico, che comprende una variazione significativa del regime pluviometrico. Sono ormai sotto i nostri occhi eventi di piogge eccezionali, bombe d’acqua e quant’altro, seguite da lunghi mesi di assoluta siccità.
Sintesi dell'Articolo pubblicato su Terra e Vita 23/2021
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Queste criticità sono poi esasperate dal continuo incremento di consumo di suolo per fare spazio ad aree industriali, commerciali e urbane che con l’impermeabilizzazione delle superfici producono lo scorrimento superficiale delle acque meteoriche, anziché l’infiltrazione in falda, con il risultato di caricare eccessivamente il sistema idraulico sia in contesto urbano che agricolo, mettendo a rischio la sicurezza delle comunità mondiali, la produzione alimentare e l’equilibrio di habitat ed ecosistemi.
Il progetto Beware - BEtter Water-management for Advancing Resilient-communities in Europe, finanziato dall’Unione europea attraverso il programma Life Climate Governance and Information, si prefigge di indicare una strategia che combini soluzioni tecniche con azioni di sensibilizzazione. Tra le prime si inquadrano i sistemi di drenaggio urbano sostenibili, l’integrazione di normative edilizie mirate alla protezione ambientale, la realizzazione di interventi strutturali mirati sia in ambito urbano che agrario, ecc. A queste si aggiungono iniziative educative e di sensibilizzazione, atte a creare una cultura ambientale e del rischio, attraverso campagne di informazione ed educazione.
Il capofila di progetto è il comune di Santorso (VI), gli altri partner sono rappresentati dal comune di Marano Vicentino, il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, Veneto Agricoltura, l’Association of Local Democracy Agencies (Alda) e Università di Padova-Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali (Tesaf).
Le attività di progetto sono essenzialmente la realizzazione di interventi di limitata superficie per raccogliere e/o infiltrare l’acqua durante gli eccessi piovosi, sia in ambiente urbano che in ambiente agrario, attività di divulgazione delle varie pratiche di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico relativamente all’acqua ed il processo partecipato per coinvolgere stakeholders, amministratori, scuole, cittadini ed altri attori locali.
Sette interventi
Sono stati realizzati sette interventi per la riduzione del rischio di allagamenti e per una gestione sostenibile dei deflussi di pioggia in aree urbane e agricole.
Tra questi, da segnalare, in località Giavenale di Schio, su terreno agricolo, è stato realizzato un micro-bacino di 2.500 metri cubi (foto 1) con un doppio obiettivo: quello di trattenere e rallentare il deflusso dell’acqua verso valle, e quello di garantire, anche in periodi di siccità, la risorsa idrica alle attività agricole della zona.
Sui bordi sono state piantumate otto specie erbacee (tab. 1) per un totale di 2.200 piante al fine di aumentare la biodiversità della zona e di creare un habitat per diverse specie animali.
Dai monitoraggi faunistici effettuati da Veneto Agricoltura è stato rilevato un incremento di 14 specie di uccelli nell’area, oltre all’arrivo del rospo smeraldino, della rana verde e della raganella padana.
Un secondo bacino è stato realizzato in area residenziale in Santorso. Tale infrastruttura raccoglie l’eccesso di acqua che si forma in caso di intense piogge presso un’area residenziale di nuova costruzione e la trattiene, la infiltra e ne scarica l’eventuale eccesso in una roggia vicina.
Presso il parcheggio del cimitero di Santorso sono stati realizzati due giardini pluviali per la gestione e l’infiltrazione delle acque di pioggia che scorrono sulla superficie impermeabile in asfalto del parcheggio del cimitero, una trincea drenante di piccole dimensioni (infiltration trench) e la riconversione di una piccola porzione del parcheggio da impermeabile a permeabile (pervious pavement).
Questo intervento riesce a limitare gli episodi di allagamento, documentati in più occasioni, in caso di eventi di pioggia intensi.
Altro intervento molto interessante: l’acqua di pioggia, cadendo lungo un pendio, scorreva fino a raggiungere i piani interrati di alcune case a schiera, allagandoli. È stata così costruita una trincea drenante che intercetta l’acqua di scorrimento e la convoglia, mediante condotta verso un microbacino situato a poche centinaia di metri più a lato (foto 2). Questo microbacino è in grado di infiltrare in falda quell’acqua e deviarne l’eventuale surplus verso un’area non vulnerabile.
Questi e gli altri interventi realizzati, sono di piccola superficie e riescono a risolvere problematiche legate all’acqua molto localizzate. Tuttavia lo scopo del progetto è dimostrarne la costruzione e l’efficacia, oltre che la loro ampia conoscenza e diffusione; infatti la forza di questi interventi sarebbe la loro diffusione puntiforme su vasta scala, la quale realmente riuscirebbe a proteggere un territorio ben più vasto anche a scala provinciale o regionale.
Formazione e informazione
Il progetto ha poi attivato tutta una serie di attività di informazione e sensibilizzazione attraverso un ciclo di incontri per la cittadinanza sul cambiamento climatico, il rischio idraulico e le misure per la buona gestione dell’acqua ed un processo partecipato territoriale per la modifica dei regolamenti edilizi locali e l’elaborazione dell’Altovicentino Mayors Adapt Strategy, un piano d’azione per l’adattamento al cambiamento climatico e il miglioramento della sicurezza idraulica del territorio.
Altre attività sono rappresentate dall’attivazione di uno sportello informativo sulle misure sostenibili di ritenzione, infiltrazione e accumulo dell’acqua e di un gruppo di acquisto per le misure naturali di ritenzione delle acque, l’organizzazione di training, workshop e webinar rivolti ad amministratori e professionisti del settore per migliorare la conoscenza sul rischio idraulico e sulle misure per la ritenzione naturale delle acque.
Ulteriori iniziative di networking e replicabilità sono per esempio la creazione di un network con i principali stakeholder attraverso la costruzione di una comunità di interesse a livello europeo e l’organizzazione di visite di studio e workshop presso altri Comuni europei.
Sul fronte educazione e divulgazione si stanno realizzando una serie di attività didattiche per le scuole e del modulo di master “Comunità Resilienti al Rischio Idrogeologico”, presso l’Università degli Studi di Padova mentre, in ambito agricolo, sono stati organizzati una serie di incontri formativi rivolti gli agricoltori sulle misure per la buona gestione dell’acqua e un tavolo tecnico con le associazioni di categoria per elaborare un documento che descriva le reali esigenze percepite sempre dagli agricoltori sul tema degli eccessi e carenze di acqua.
Il progetto dovrebbe riuscire nell’intento di migliorare le capacità delle amministrazioni locali di agire per anticipare e mitigare gli effetti del cambiamentio climatico, in questo caso nei riguardi dell’acqua. Il miglioramento della sicurezza e della resilienza idraulica del territorio richiede infatti azioni di pianificazione territoriale e sociale ampie e incisive, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate.
tab. 1 Specie piantate e quantità |
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Specie | Quantità |
Allium anglosum | 100 |
Carex acutiformis | 500 |
Carex elata | 250 |
Carex otrubae | 250 |
Carex paniculata | 300 |
Iris pseudacorus | 400 |
Lythrum salicaria | 300 |
Senecio paludosus | 100 |
Totale | 2.200 |